Interviste

Jorja Smith: «Sono emozionata all’idea di tornare in Italia»

L’artista britannica il 6 luglio si esibirà al Sequoie Music Park di Bologna per la sua unica data italiana: abbiamo parlato con lei del suo rapporto con il nostro Paese e di cosa vuol dire essere un’artista indipendente quando si è a livelli così alti

  • Il3 Luglio 2025
Jorja Smith: «Sono emozionata all’idea di tornare in Italia»

Jorja Smith

A un anno di distanza dalla prima volta a Milano, questo weekend Jorja Smith tornerà in Italia per l’unica data nel nostro Paese. L’appuntamento da segnare sul calendario per vedere dal vivo l’artista britannica è domenica 6 giugno, giorno in cui si esibirà al Sequoie Music Park di Bologna (qui i biglietti). In occasione della tappa bolognese, abbiamo raggiungo Jorja Smith per parlare con lei delle ultime collaborazioni con Shygirl e AJ Tracey, di come è nato il suo ultimo singolo The Way I Love You, di cosa vuol dire essere oggi un’artista indipendente quando si è ad alti livelli e – ovviamente – del suo rapporto con l’Italia.

L’intervista a Jorja Smith

Nella prima metà del 2025 sei tornata con diverse collaborazioni: Shygirl, Major League Djz, ma anche AJ Tracey. Club music, electropop, rap… Hai sentito il bisogno di sperimentare o è stato un processo casuale?
Nessuna delle due cose. Io vado semplicemente con il flusso: se qualcosa mi fa stare bene mentre la canto, se mi piace, continuo. E mi sto divertendo molto a collaborare.

Il tuo nuovo singolo The Way I Love You è pieno di impulsi da club. Com’è nato? Il tuo lavoro con Shygirl ti ha influenzata?
All’inizio dell’anno (a gennaio) ero in studio con Maverick Sabre ed Ed Thomas, amici che ho conosciuto facendo musica e con cui collaboro da più di dieci anni. Stavamo parlando della bassline e di cosa ascoltavamo da ragazzini. Credo che siamo partiti dagli archi, poi abbiamo aggiunto la bassline e abbiamo cominciato a cantare. Ho scritto al mio amico Shayk, un artista/produttore/dj di Birmingham, e gli ho chiesto di aggiungere qualcosa per renderlo più wobbly. Così è nata The Way I Love You.

Hai sempre parlato della tua filosofia di lavoro e del fatto che non ti allontani mai davvero dalla musica. In questo anno, oltre ai live, hai trovato il tempo per scrivere?
All’inizio dell’anno stavo scrivendo, ma da quando è arrivata l’estate sono sempre in movimento, tra macchine e aerei, in viaggio con la mia band. Mi sto divertendo. Al momento non sento l’urgenza di scrivere. Quando finiranno questi concerti, non vedo l’ora di tornare in studio e vedere dove mi porterà la penna.

Il successo del tuo secondo album ha cambiato il tuo approccio alla musica? Senti più pressione?
Il mio approccio non è cambiato molto da quando ho iniziato, e cerco di non pensare alla pressione, anche se — se mai ci fosse — sarei io stessa a mettermela. Mi piace continuare a fare canzoni e vedere che viaggio fanno, in quali mondi finiscono. Oppure a volte restano semplicemente nel mio laptop.

Sei ancora un’artista indipendente, una cosa rara nel pop e nell’R&B per cantanti seguiti quanto te. Qual è secondo te il vantaggio di non avere un contratto con una major?
Posso parlare solo per la mia esperienza, quindi non è tanto una questione di vantaggi. Ma non ho mai pensato di firmare con una major: da quando ho pubblicato Blue Lights e ho continuato a far uscire musica, questo percorso mi è sempre sembrato naturale. Io e il mio team abbiamo continuato così, restando noi stessi, puri, mossi da buone intenzioni e lasciando che fosse la musica a parlare. E sono fortunata ad avere persone vere intorno a me, che si prendono cura di me, mi supportano e amano quello che faccio: grazie a loro tutto questo è possibile.

E il tuo rapporto con Londra è migliorato o stai ancora a casa, a Walsall, per lavorare al prossimo disco?
Vivo a casa. Amo stare a casa. Londra è fantastica quando ho bisogno di esserci, ma vorrei iniziare a scrivere nuova musica proprio nel mio studio di casa.

L’anno scorso ti sei esibita per la prima volta in Italia ed è stato un grande successo. Ti aspettavi un’accoglienza così calorosa? Cosa significa per te tornare qui?
È stato un momento magico e mi ha davvero toccata! Ogni volta penso: “Wow, sono tutti qui per vedere me?! E cantano con me, comeeee?!” Quindi sono solo grata che le persone mi ascoltino e si ritrovino nella mia musica, così posso cantare con loro. Sono emozionata di tornare e magari stavolta esplorare un po’ di più l’Italia.

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