Lucio Corsi verso la finale dell’Eurovision: «La musica mi ha salvato dalla noia della provincia»
Abbiamo intervistato il cantautore dopo la performance nella prima semifinale: ecco le sue impressioni a caldo da Basilea

Lucio Corsi durante le prove all'Eurovision 2025 (foto di Corinne Cumming)
Per il grande pubblico italiano è ormai un artista che non ha bisogno di presentazioni. La sua sorprendente scalata al secondo posto di Sanremo 2025 l’ha reso noto a tutti grazie al suo mix di tenerezza, ironia e – perché no – discreti riferimenti estetico-musicali al glam rock, reinterpretato a modo suo. Tuttavia, per il pubblico dell’Eurovision 2025, Lucio Corsi è un artista ancora tutto da scoprire (anche se la presenza dell’Italia fra i “Big Five” gli garantisce l’accesso diretto alla finale).
Riuscirà a bissare l’exploit sanremese? Lui dichiaratamente non punta alla vittoria: «La musica per me non è competizione. Non avrebbe senso: come fai a gareggiare in musica? Non è un gesto atletico», dice in conferenza stampa, con un’esternazione per una volta non sa di scaramanzia o understatement di circostanza.
Tuttavia gli occhi e le orecchie di tutti sono puntati sulla serata di sabato 17 maggio. L’abbiamo intervistato dopo la sua performance alla prima semifinale per raccogliere pensieri e impressioni a caldo in vista della finalissima.
L’intervista a Lucio Corsi all’Eurovision
Qual è stato il tuo primo impatto con la “macchina” Eurovision?
È stato interessante vedere quante prove ci sono prima dell’esibizione. Si ripetono più volte al giorno e c’è una grande attenzione a ogni minimo particolare. C’è anche una grande prontezza nel migliorare le inquadrature e il suono. È una fortuna poterci inventare quello che ci pare sopra quel palco.
Quali sono affinità e divergenze fra Sanremo ed Eurovision?
A Sanremo è tutto molto concentrato in quei cinque giorni. Dalla mattina alla sera sei dietro a interviste, prove, esibizioni. Qui invece è tutto più dilatato nel tempo: sono dieci giorni in cui ci sono momenti in cui hai meno cose da fare. E a Sanremo ovviamente è tutto molto più raccolto, oltre al fatto che si svolge sempre lì. Continuamente respiri il clima del festival. Qui invece ti puoi anche “isolare”: in alcuni momenti ti sembra anche di non essere all’Eurovision. È interessante poi poter incontrare altri tipi di espressione musicale, di altri paesi e con altre concezioni della canzone.
Infatti hai detto che, fra gli altri concorrenti, ti piacciono in particolare i Napa, il gruppo portoghese. Hai avuto modo di conoscere di persona altri artisti in gara?
Sì, ho conosciuto Go-Jo, l’artista australiano. L’avevo anche incontrato per caso camminando per Roma: girando un angolo ci siamo trovati faccia a faccia. Il mondo è piccolo… Poi ho incontrato Tommy Cash qui in hotel. Questi incontri sono fra le cose belle di queste esperienze.
Dai primi riscontri dopo la tua performance, molti hanno apprezzato il tuo richiamo a un sound e un’estetica glam rock: è un elemento su cui punti per fare presa su un pubblico internazionale?
Ho sempre cercato di trovare un mio modo di ispirarmi a quel tipo di sonorità perché mi hanno sempre rapito, sin dall’adolescenza. Non è una cosa pensata per colpire: è perché mi interessa a livello di composizione, di sound, di ricerca. Comunque mi piacciono tanti tipi di musica, dal folk al prog rock. In futuro mi piacerebbe approfondire anche altre cose. Questa è una fotografia di questo periodo, in cui mi sono immerso in quel tipo di sonorità per trovare una mia chiave.
In che modo il “fenomeno Lucio Corsi” è stato capito da chi prima non ti conosceva?
Sono molto felice del fatto che i sottotitoli al testo di Volevo Essere un Duro abbiano fatto il loro dovere. Sono contento di constatare che i giornalisti stranieri hanno colto il significato della canzone. Spero che possa succedere anche in finale. La traduzione in inglese che abbiamo fatto è la più semplice possibile, perché deve arrivare anche a chi non è madrelingua. Non ci serviva una traduzione sofisticata ma un testo chiaro, immediato.
Quella con Tommaso Ottomano è una collaborazione molto stretta: raccontaci in poche parole il rapporto umano e professionale che vi lega.
Tommaso è una sorta di fratello. Ci conosciamo da quando eravamo ragazzini e da tempo ci inventiamo le cose insieme, dalle canzoni ai videoclip. Entrambi veniamo dalla Maremma, questa sorta di far west italiano. La musica e gli strumenti musicali ci hanno portato via dalla noia della provincia, che però è una cosa meravigliosa perché è molto simile alla pace. Imparare ad avere a che fare con la noia da ragazzini ci ha dato la possibilità di trovare le vie di fuga nella musica. Poi le storie delle persone di provincia sono enormi, c’è una grande epicità: essendo piccoli luoghi, devono essere storie in qualche modo giganti. Questo mi ispira molto.
Una volta che si raggiunge un tale livello di popolarità, come si lavora per renderlo un successo duraturo anziché la fiammata di un momento?
Rimanendo concentrati su quello che si è seguito finora, ovvero le canzoni, e fare pezzi di cui si è fieri. Le canzoni più difficili da fare sono quelle che riesci a portarti dietro negli anni: spesso tu cambi e loro rimangono come sono quando le hai scritte. Poi cerco di rimanere con i piedi per terra, anche grazie a chi è intorno a me: Tommaso, Francis Delacroix (fotografo, ndr), i ragazzi che suonano come me… Ci teniamo a vicenda con i piedi per terra perché in fondo stiamo facendo canzoni, non chissà che. Bisogna essere coscienti che è un’onda che viene e va. Il fulcro è fare cose di cui sentirsi soddisfatti, senza cavolate o compromessi.
Il tour estivo
Dopo l’Eurovision, Lucio Corsi tornerà alla dimensione live. Dopo aver concluso il “Club Tour 2025”, che ha registrato il tutto esaurito nelle principali città italiane lo scorso aprile, avrà infatti inizio “Estate 2025”, con ventotto appuntamenti nei festival estivi italiani. Il tour comprende anche i concerti negli ippodromi a Roma e Milano (21 giugno al Rock in Roma, Ippodromo delle Capannelle, e 7 settembre al Milano Summer Festival, Ippodromo Snai San Siro). Ecco tutte le date
- 12 giugno – Mestre (VE), Parco Bissuola
- 14 giugno – Saint Nicolas (AO), Musicastelle
- 17 giugno – Cagliari, Arena in Fiera
- 21 giugno – Roma, Rock In Roma, Ippodromo delle Capannelle
- 25 giugno – Bologna, Sequoie Music Park
- 27 giugno – Trento, Trento Live Fest
- 28 giugno – Genova, Altraonda Festival, Arena del Mare
- 29 giugno – Lido di Camaiore (LU), La Prima Estate, Parco Bussoladomani
- 6 luglio – Perugia, L’Umbria Che Spacca
- 8 luglio – Collegno (TO), Flowers Festival
- 10 luglio – Arezzo, Mengo Festival
- 13 luglio – Caserta, Un’Estate Da Belvedere, Belvedere di San Leucio
- 18 luglio – Sassari, Festival Abbabula
- 19 luglio – Lanusei (NU), Rocce Rosse & Blues
- 23 luglio – Termoli (CB), Termoli Summer Festival
- 24 luglio – Montecosaro (MC), Mind Festival
- 27 luglio – Laghi di Fusine (UD), No Borders Music Festival (sold out)
- 2 agosto – Locarno, Rotonda by la Mobiliare (Locarno Film Festival)
- 6 agosto – Catania, Sotto il Vulcano Fest, Villa Bellini
- 7 agosto – Castelbuono (PA), Ypsigrock
- 10 agosto – Locorotondo (BA), Locus Festival
- 11 agosto – Lecce, Cave del Duca
- 12 agosto – Lamezia Terme (CZ), Color Fest
- 17 agosto – Gavorrano (GR), Teatro delle Rocce (sold out)
- 18 agosto – Follonica (GR), Summer Nights
- 30 agosto – San Mauro Pascoli (FC), Acieloaperto Festival, Villa Torlonia (sold out)
- 31 agosto – Mantova, Mantova Summer Festival, Palazzo Te
- 7 settembre – Milano, Milano Summer Festival, Ippodromo Snai San Siro