Interviste

Lucio Corsi e il suo irresistibile “back to school”, tra ricordi personali e ripassi rock’n’roll: l’intervista

S’intitola “Volevo essere un duro” ed è l’ennesima riprova che Lucio è sempre lo stesso, anche dopo il frullatore sanremese. Un disco d’altri tempi che sa sedurre oggi

Autore Tommaso Toma
  • Il21 Marzo 2025
Lucio Corsi e il suo irresistibile “back to school”, tra ricordi personali e ripassi rock’n’roll: l’intervista

Lucio Corsi, foto di Simone Biavati

È uscito Volevo essere un duro, il terzo album in studio del cantante maremmano che gli italiani hanno imparato ad amare durante il Festival di Sanremo. Lui sembra, anzi è sempre, Lucio Corsi, anche dopo l’esplosione di popolarità, come ci fa capire in questa intervista. E per fortuna tira dritto per la sua strada, bellissima, tra canzoni che profumano di fine anni ’70 e un immaginario – questa volta umano – di grande effervescenza letteraria. La sua strada solitamente è l’asse Milano Niguarda-Val di Campo di Vetulonia, ma Lucio ama anche gli snodi e i tragitti che lo portano in tour: «Starei sempre a fare concerti, oltre che suonare i miei strumenti per comporre», questo il cantautore toscano lo afferma da sempre, e fra poco le strade dello Stivale lo accoglieranno di nuovo, da aprile, quando avrà inizio il suo “Club Tour 2025”, prodotto da Magellano Concerti.

Una tournée da tutto esaurito, senza dimenticare che ci sarà da metà maggio la settimana dell’Eurovision a Basilea dove Lucio rappresenterà l’Italia dopo la defezione del vincitore di Sanremo, Olly. Dopo si riparte di nuovo in tour, per le date estive, che comprenderanno – questo sì è un bel sogno che si realizza per Lucio Corsi – due date negli Ippodromi (21 giugno, Roma e 7 settembre, Milano).

La presentazione alla stampa del disco

Intanto ieri lo abbiamo visto presentarsi a Milano negli spazi dei Bagni Misteriosi per suonare a una foltissima platea di giornalisti le canzoni di Volevo essere un duro (che esce per la principale etichetta indipendente in Italia, guidata da Filippo Sugar), alternandosi tra un piano a mezza coda e una chitarra acustica. Dal soffitto un raggio di luce gli attraversa il volto e Lucio ci racconta, con il suo solito savoir faire, tra l’ironia tipica toscana e la leggerezza dei suoi aneddoti, come è nato questo lavoro che si concentra tantissimo sulle persone, reali o immaginarie, pescando spesso dal passato. Un voluto omaggio anche alla scuola cantautorale italiana.

Nel disco spiccano i personaggi più bizzarri del suo immaginario e della sua vita reale. Tra questi ultimi c’è di sicuro il fotografo e amico, Francis Delacroix, che rivive in un omonimo anfetaminico talking blues, che fa venire in mente il primo Edoardo Bennato. Poi c’è Rocko, forse uno pseudo bullo dei tempi della scuola, o la donna di un amico tanto desiderata nella dolcissima Situazione Complicata. Lucio poi omaggia i suoi amici nella bella Re del rave e nella conclusiva Nel cuore della notte, soprattutto quelli con cui andava a zonzo nella notte in cerca di chissà che cosa. Eppure – ci svela Corsi a fine incontro – anche quei momenti di vita apparentemente vacui, nel tempo riacquistano valore e sapore. Si sa, il tempo perduto è spesso un dolce biscotto…

L’intervista a Lucio Corsi

Mantieni la tua coerenza anche con questo album che esce dopo tutta l’attenzione mediatica che ti è arrivata addosso in brevissimo tempo. Nella copertina del tuo album precedente c’era una frase molto bella: “cerco di fuggire dalla mia ombra senza riuscirci”. In questo disco hai cercato di fuggire da qualcosa, oppure sei andato incontro a qualcosa di preciso, come per esempio, l’amicizia?
Questo mio nuovo album parla un po’ della mia adolescenza, della mia infanzia. Mi sono guardato indietro piuttosto che andare incontro a qualcosa, ma l’ho fatto con uno stratagemma, ovvero quello di reinventarmi un po’ il passato, mescolando la mia storia con quella di altre persone, amici e gente che ho conosciuto nel tempo. Senza contare che ho attinto dalla mia fantasia, inventando persone mai conosciute. Diciamo che guardandomi all’indietro mi sono sorpreso un po’, come accade peraltro quando aspetti di capire cosa ti riserva il futuro, che è sempre in qualche modo sorprendente. Nel bene e nel male.

Come sempre accade nei tuoi lavori, c’è tanta Italia cantautorale e tanto rock, che va dalla seconda metà degli anni ’70 fino ai primissimi anni ’80, e anche questa volta ti confermi su questa linea. In Situazione Complicata a un certo punto parte un clap hands che è una chiara citazione da I Don’t Like Mondays dei Boomtown Rats, canzone del 1979.
Grande, l’hai beccata! (ride, ndr) Il rock per il quale impazzisco è quello uscito tra il 1978 e il 1982. Di quel periodo ho sempre voglia di conoscere cose nuove, inedite per me.

Con Let There Be Rocko invece fai un “ripasso generale” del rock’n’roll, utilissimo per le nuove generazioni.
E infatti è una canzone che parla di scuola! Quindi il “ripassone” ci sta. Ci sono i T Rex, Elvis, Vasco, ma anche Bennato! Mi sono divertito tantissimo in quel pezzo e non vedo l’ora di farlo dal vivo.

E a proposito di cantautori italiani, spesso i miei colleghi hanno tirato fuori giustamente i tuoi rimandi a Ivan Graziani ma in Francis Delacroix c’è tantissimo il primo Edoardo Bennato.
Mi ricordo i giorni in cui la scrivevo perché mi divertivo come un pazzo. Era un Tetris, un rebus quella canzone. Il mio pubblico la conosce bene, è da un po’ di anni che la faccio dal vivo e finalmente ora finisce su un disco. Francis non è un personaggio immaginario, ma un nostro amico fotografo di Volpiano; ci sono talmente tante storie che si accompagnano a lui che potrei aggiungere ancora materiale nella canzone. E mi sa che alla fine la allungherò con “aggiornamenti”, quando la rifarò dal vivo. Sai, è la formula del talkin blues che si lega a questa composizione, mi permette di amplificare le potenzialità della lingua italiana, con un linguaggio dritto, scarno ma che mi aiuta a fare giochi fantastici a livello di ritmo delle parole che si susseguono.

In generale il tuo italiano nelle canzoni sta diventando più asciutto, più funzionale per il ritmo del brano. Spero di non essere frainteso, non voglio dire che c’è meno ricchezza, anzi, lo trovo un segno di maturità e abilità compositiva.
Grazie, mi fa invece piacere che noti questa cosa. Ci si evolve negli anni e poi secondo me dipende anche dallo scrivere e lavorare insieme a Tommaso (Ottomano, ndr). Lui ha un approccio molto più pop alle canzoni di me, ed è interessante questa sinergia tra noi due. Penso che sia fondamentale avere qualcun altro con cui inventare le cose per non farle troppo ristagnare nel proprio cervello.

Voglio fare un piccolissimo gioco, di sicuro sei arrivato a una dimensione di notorietà del tutto nuova e anche molto elettrizzante. Se dovessi scegliere una canzone del disco che rivela questo tuo nuovo stato emotivo ma anche creativo, quale sarebbe? Lo so che è un po’ una scelta “a ritroso”, queste canzoni le hai scritte prima di Sanremo…
Forse Francis Delacroix, proprio per la sua stranezza. Ma se ci penso anche Sigarette che ho scritto in un momento particolare, proprio prima di sapere che avrei partecipato al Festival…

Non posso non chiederti come ti preparerai a un concerto pazzesco come quello che farai nei grandi spazi degli Ippodromi. Farete tutto “gigantic” come cantavano i Pixies?
Non vedo l’ora! Anche perché già nel tour che parte fra poco saremo in sette sul palco ma vorrei sicuramente allargare in quella occasione il nostro organico con una sezione fiati, vediamo! Faremo di sicuro una performance adatta alla situazione, faremo le cose per bene, ci tengo a fare comunque tutto il tour al massimo, però!

Sarà bellissimo, come essere dentro quella “bolla” pazzesca che è l’Eurovision, no? Come ci arriverai?
Tranquillo. È la parola giusta perché andiamo a fare la stessa cosa che abbiamo fatto a Sanremo, senza tanti fuochi d’artificio. Facciamo la canzone con lo stesso approccio, con la stessa intenzione, con la stessa estetica. Anche perché in due mesi non è che posso essere cambiato, giusto? Andiamo dritti e divertiamoci.


CLUB TOUR 2025
10 aprile – Perugia – Afterlife (data zero) (tutto esaurito) 
13 aprile – Bologna – Estragon (tutto esaurito)
15 aprile – Venaria Reale (TO) – Teatro Concordia (tutto esaurito)
16 aprile – Firenze – Teatro Cartiere Carrara (tutto esaurito)
18 aprile – Roma – Atlantico (tutto esaurito)
23 aprile – Napoli – Casa Della Musica (tutto esaurito)
28 aprile – Padova – Hall (tutto esaurito)
29 aprile – Milano – Alcatraz (tutto esaurito)
4 maggio – Milano – Alcatraz (tutto esaurito)

ESTATE 2025 & IPPODROMI 2025
12 giugno – Mestre (VE) – Parco Bissuola
14 giugno – Saint Nicolas (AO) – Musicastelle
17 giugno – Cagliari – Arena in Fiera
21 giugno – Roma – Rock In Roma, Ippodromo delle Capannelle
25 giugno – Bologna – Sequoie Music Park
27 giugno – Trento – Trento Live Fest
28 giugno – Genova – Altraonda Festival – Arena del Mare
29 giugno – Lido di Camaiore (LU) – La Prima Estate – Parco Bussoladomani
6 luglio – Perugia – L’Umbria Che Spacca
8 luglio – Collegno (TO) – Flowers Festival
10 luglio – Arezzo – Mengo Festival
13 luglio – Caserta – Un’Estate Da Belvedere – Belvedere di San Leucio
18 luglio – Sassari – Festival Abbabula
19 luglio – Lanusei (NU) – Rocce Rosse & Blues
23 luglio – Termoli (CB) – Termoli Summer Festival
24 luglio – Montecosaro (MC) – Mind Festival
27 luglio – Laghi di Fusine (UD) – No Borders Music Festival
2 agosto – Locarno – La Rotonda by la Mobiliare (Locarno Film Festival)
6 agosto – Catania – Sotto il Vulcano Fest – Villa Bellini
7 agosto – Castelbuono (PA) – Ypsigrock
10 agosto – Locorotondo (BA) – Locus Festival
11 agosto – Lecce – Cave del Duca
12 agosto – Lamezia Terme (CZ) – Color Fest
17 agosto – Gavorrano (GR) – Teatro delle Rocce
30 agosto – San Mauro Pascoli (FC) – Acieloaperto Festival – Villa Torlonia
31 agosto – Mantova – Mantova Summer Festival – Palazzo Te
7 settembre – Milano – Milano Summer Festival, Ippodromo Snai San Siro

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