Interviste

L’evoluzione di Mahmood: «”Tuta gold” rappresenta al meglio la maturità emotiva che il nuovo album mi ha regalato»

Manca pochissimo al ritorno sul palco dell’Ariston del doppio vincitore. Nessuna pressione, anzi tanta voglia di divertirsi e di farci divertire con il baile funk di “Tuta Gold”, in attesa di goderci un signor album

Autore Tommaso Toma
  • Il1 Febbraio 2024
L’evoluzione di Mahmood: «”Tuta gold” rappresenta al meglio la maturità emotiva che il nuovo album mi ha regalato»

Quasi in zona Cesarini, già praticamente con la valigia in mano, Mahmood si presenta nell’auditorium di Arca (siamo in super zona hipster, tra lo IULM e i Navigli) in total look black. Il cantante milanese è davanti a una foltissima schiera di colleghi per regalarci un “uno-due” pazzesco. Ovvero parlarci di Tuta gold, il brano che Mahmood porta in scena per la 74esima edizione del Festival di Sanremo, ma anche per farci sentire e commentare una manciata di canzoni che fanno parte dell’atteso nuovo album Nei letti degli altri.

Com’è nato il nuovo album

Mahmood prende subito il microfono in mano e ci racconta con passione la genesi di Nei letti degli altri che sarà disponibile dal 16 febbraio, subito dopo il Festival di Sanremo. «Ho iniziato a scrivere quasi due anni e mezzo fa e il nucleo è il letto. È il nostro porto sicuro, dove esorcizziamo i nostri problemi, ed è anche un luogo di accoglienza e di autoanalisi» spiega il cantante. «In questo lasso di tempo ho viaggiato tanto e ho anche cambiato casa ben tre volte in pochi mesi (una per il famoso incendio della Torre del Moro di Milano, nel 2021). Sono addirittura tornato nel letto di mia madre! Il letto è il luogo dove tradiamo e veniamo traditi. Questo disco credo che mi abbia dato la possibilità di esorcizzare molti demoni e a livello emotivo sento di essere maturato molto».

Mahmood ha anche spiegato come il suo nuovo album, che conterrà anche il brano sanremese Tuta gold, guarda al suo passato. «Questo lavoro mi ha fatto portare alle mie origini discografiche, ho ripensato a Gioventù Bruciata. Nei letti degli altri è alla fine una visione a 360° sulle relazioni, un pensiero di come ho gestito le persone che conosco e che ho conosciuto. Per questo incontro con la stampa ho deciso di mostrare delle foto super normali di persone a letto. Dalla mamma con il bambino all’anziano, al gruppo di amici. Fino a questa che vedi dietro di me, dove sono seduto sul letto proprio di mia mamma che gioco con la Nintendo» spiega l’artista mostrando le immagini dietro di lui.

«Sono quadri di vita differenti. Poi c’è la copertina del disco. Un altro lavoro di Frederik Heyman, come era accaduto per quella del primo singolo, dove c’è un’atmosfera forse un poco “bambinesca”. Io tengo in mano, seduto sopra questo letto molto “robotico”, il mio prezioso modello di Gundam». Gli chiedo come mai – curiosamente – sia nella copertina di Cocktail d’amore che in quella del suo prossimo album, lui sia sempre in quella posizione particolare. Quasi seduto, dove sembra che da un momento all’altro decida di volersi alzare, allontanarsi da quella posizione, andarsene via. «Sai che invece alla fine è quella la posizione che tengo quasi sempre quando sono a letto, addirittura spesso mi addormento con quella postura».

Mahmood al Festival di Sanremo: Tuta gold non è reggaeton, ma un baile funk

«Ho scelto di andare al Festival di Sanremo con Tuta gold perché questa canzone rappresenta il nucleo dell’album, credo che sia il brano giusto da portare sul palco dell’Ariston» spiega Mahmood. «Innanzitutto sono mega felice di partecipare a questa edizione, ci andrei quasi tutti gli anni. Credo che il modo migliore per far conoscere questo disco sia proprio attraverso questo grande evento».

Mahmood ha poi raccontato qualcosa in più sul brano che porterà in gara. «Tuta gold è una sorta di viaggio tra il presente e il passato ed è venuta fuori questa estate subito dopo essere andato a un rave di quattro giorni vicino a Berlino. L’ho scritta praticamente fuori da una tenda, fumando con gli altri. Nel dar forma alla canzone, ho riattraversato i ricordi di una relazione quasi adolescenziale, ritornando anche a momenti meno felici del mio passato. Il risolto però è positivo perché quegli eventi mi hanno poi fortificato. Tuta gold rappresenta al meglio la maturità emotiva che questo disco mi ha regalato. Ah un inciso finale sul brano, ho letto che tanti tuoi colleghi lo hanno definito un reggaeton, non è esatto, il ritmo che segue la canzone è balile funk».

L’ascolto di una manciata di belle canzoni dal prossimo album

Durante questo incontro stampa Mahmood ci ha “regalato” l’ascolto in anteprima di una manciata di canzoni dell’album che uscirà dopo il Festival di Sanremo e la primissima impressione personale, seppur parziale ovviamente, è che ci troveremo davanti a un lavoro molto potente. Un disco costruito per avere una vita lunga, radiofonicamente parlando e nelle piattaforme. Ci sarà anche Tuta gold – che abbiamo scoperto nella giornata degli ascolti – con quei momenti gioiosi quasi da filastrocca e un efficace campionamento di voci quasi da madrigale. Caratteri che rendono il brano esplosivo, gioioso e in bilico tra il sacro e profano. Viene in mente Like a Prayer di Madonna, forse influenzati dal fatto che Madonna, qualche anno più tardi, avrebbe inciso un disco intitolato Bedtime Stories.

Ecco che dagli altoparlanti parte la notturna Nei letti degli altri. La voce di Mahmood scivola elegantemente dietro il beat metronomico e vola su di nota sulla parola “male”. La title track è anche molto nord americana nella produzione. Mahmood spiega che la canzone è nata però a Manchester, una sera alla ricerca di una notte disco, ma che è finita a sorseggiare gin tonic: «In quel frangente ho cominciato a ragionare sui miei sbagli, soprattutto nelle relazioni, questo testo ala fine  mi ha fatto capire tante cose di me, perché il fulcro narrativo è: “Potremmo parlare anziché immaginarci / nei letti degli altri / per dimenticarci / Fa solo più / Male / Restiamo lontani per avvicinarci”, è proprio in quei giorni in cui sei lontano da casa e dalle relazioni che ti puoi sentire più vulnerabile».

Paradiso sarà un brano da cantare in coro allo stadio

Già, perché in tanti ci siamo chiesti: “Ma perché Mahmood non fa i palazzetti o addirittura un paio di date negli stadi?”. Forse la risposta arriverà dopo il prossimo tour europeo che parte ad aprile e che si chiuderà con due date in Italia, al Fabrique di Milano, previste per il 17 (sold out) e 18 maggio. Uno dei motivi perché Mahmood è, per noi, prontissimo per gli stadi, è non solo per canzoni come Soldi o Brividi. Ma per nuovi assi nella manica come Paradiso, dove ci sono ospiti Tedua e un potentissimo Chiello. «Raga», specifica Mahmood, «per questo brano non canterò per la prima volta in vita mia il ritornello».

Ci sta, il pezzo è così potente che non si può non pensare a scenari da migliaia di persone. Mahmood ci tiene tantissimo a anche ricordare Marcello Grilli e Francesco Fugazza che sono davvero i suoi angeli custodi durante tutto il processo creativo. Abbiamo anche ascoltato Tutti contro tutti, scritta con Michelangelo. Mentre l’atmosferica Nel tuo mare è stata scritta con Davide Petrella e Davide Simonetta ed è una delle preferite dall’autore. Si lega perfettamente anche alla scelta della cover per la serata dei duetti. Nel caso di Mahmood, l’accoppiata con i mitici Tenores di Bitti Remunnu ‘e Locu (amatissimi da Peter Gabirel) con l’omaggio a Lucio Dalla in Com’è profondo il mare. Un brano che, alla fine, è una metafora della libertà, quella vera, autentica.

Il colpo a sorpresa finale, Angèle!

Mahmood poi ci prepara il colpo finale a sorpresa – e nonostante un simpatico imbarazzo dall’entourage della discografica – parte l’ascolto di Sempre Jamais. Una canzone praticamente in francese, con Dardust alla produzione e la efficace presenza di Angèle, nuovissima e già conosciutissima eroina del pop made in France. Il brano è delizioso, estivo e da gomito fuori dal finestrino mentre di viaggia leggeri nell’anima. Piacerà. E, intanto, caro Mahmood – proprio come si dice in francese (tanto Sanremo non dista molto dal confine), au revorir!

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