Interviste

Chi è Mavie, la nuova scoperta di Thaurus: «Scrivere è sofferenza e catarsi insieme»

Conosciamo meglio l’artista originaria di Ancona, che mercoledì 27 ottobre ha pubblicato il nuovo singolo Sole, seconda release per la celebre label milanese

Autore Federico Durante
  • Il28 Ottobre 2021
Chi è Mavie, la nuova scoperta di Thaurus: «Scrivere è sofferenza e catarsi insieme»

Foto di Luca Bais

All’attivo ha un EP (Camaleonte, 2020) e una manciata di singoli ufficiali ma tanto è bastato per portarla in poco tempo all’attenzione delle orecchie giuste al momento giusto. Con il singolo Le Luci, Mavie ha dato il via alla collaborazione con Thaurus (etichetta e agenzia di booking e management che segue, fra gli altri, Sfera Ebbasta, Rkomi, Ernia, Luchè), su distribuzione Universal Music. Un approdo importante, che offre all’artista 24enne originaria di Ancona una piattaforma per diffondere al meglio la propria musica, che fonde sapientemente rap e urban pop e mostra una scrittura introspettiva mai banale. Mercoledì 27 ottobre è uscito il suo nuovo singolo Sole: ne abbiamo approfittato per conoscerla più da vicino.

So che ti sei avvicinata alla musica intorno ai 13 anni, in particolare attraverso l’hip hop. Qual è stata la tua formazione musicale? E quali erano quelle prime influenze rap quando eri così giovane?

Io non ho mai studiato musica se non a scuola. Ho suonato la chitarra per un annetto alle elementari e poi basta. La mia è stata più una curiosità personale. Nell’hip hop – non solo italiano – oltre a piacermi il discorso musicale mi piaceva proprio il modo in cui venivano affrontati determinati argomenti, con un’apertura mentale più spinta rispetto al classico pop. Io alle elementari avevo già tutta la discografia di Fabri Fibra… Al liceo ci si beccava fuori da scuola o all’intervallo per fare beatbox e jam. Piano piano ho iniziato a scrivermi le mie cose e da lì è nato tutto, in maniera molto naturale.

Di Sole – come degli altri tuoi brani – mi ha colpito questa tua sensibilità “simbolistica”: nei tuoi pezzi ricorrono spesso simboli ancestrali come appunto il sole, il mare, gli alberi, i segni zodiacali, il fiore di loto… Da dove viene questa attitudine a comunicare tramite immagini pregnanti?

Non so, mi sono accorta che quando scrivo testi mi piace cercare di portare le persone nel mio mondo. Io sono molto solare e tranquilla, ma credo di avere dentro di me delle cose che non saprei dire se non tramite la musica. Crearmi il mio mondo, le mie immagini, per darvi accesso anche alle persone che non mi conoscono è la maniera che mi aiuta di più ad esternare determinate cose. Se qualcuno riesce a immaginarsi le cose che dico, per me è una figata. Ma si tratta di una mia semplice esigenza.

Nel brano c’è un verso che dice: “L’anima divisa fra pathos e pietas”. Non è molto comune sentire riferimenti concettuali di questo tipo in una canzone.

Io non ho fatto l’università, ma le cose che mi piacevano mi sono rimaste ben impresse. Continuo a farmi una cultura personale anche per esempio sulla mitologia greca, che mi affascina molto. Pathos e pietas sono due facce della stessa medaglia che rappresentano un po’ me stessa. Scrivere per me è una catarsi ma si tratta pur sempre di scavarsi dentro, quindi un po’ soffri, ma lo faccio molto volentieri.

Mavie - Sole - intervista - foto di Luca Bais - 2
Foto di Luca Bais
Questo è il secondo singolo per Thaurus, il primo era Le Luci. Come ti sei avvicinata alla label? E come ti senti a far pare di una “scuderia” di artisti così importante?

Con i miei manager cercavamo la giusta strada per me. Io ho un’inclinazione hip hop ma allo stesso tempo non voglio sentirmi limitata nel potermi esprimere in maniera più melodica, per esempio. Nicolò Scalabrin (produttore, ndr) ha sentito le mie cose, ci siamo scambiati qualche mail e poi sono salita a Milano, incontrando anche Shablo. Ho cercato di far capire qual era il mio mondo, e loro ne hanno capito la chiave. Stiamo lavorando benissimo, e per me è un onore far parte di questo tipo di realtà. Ci sono vari artisti di vari generi e ognuno ha qualcosa da dire.

Hai realizzato un brano insieme a Rossella Essence, Basquiat. Come vi siete conosciute? Farai altre cose con lei in futuro?

La conoscevo di nome perché lavorava con Beba. Avevamo la possibilità di fare un pezzo per Real Talk (noto format video, ndr). Io avevo già scritto un testo abbastanza aggressivo su un beat di un mio amico. Poi tramite la mia manager sono capitata in studio da Rossella, le ho detto del pezzo e ci siamo messe a lavorarci. È stato molto interessante. Lei è molto tranquilla, mi sono trovata molto bene.

E oggi con chi collabori come producer?

Adesso con Davide Ice, che ha lavorato per esempio con Izi e con Sfera. Sole è la prima canzone che ho scritto in studio da lui, ancor prima de Le Luci. Appena ho sentito il beat, lui mi ha lasciato mezz’ora lì da sola, mi sono lasciata semplicemente trasportare dal ritmo e la canzone è venuta in maniera molto naturale. Sono molto legata alla canzone proprio perché era molto “free”, ma allo stesso tempo è una bella coltellata.

Quali sono i prossimi progetti che hai in cantiere?

Abbiamo diverse cose. Io sono una che scrive molto “a tratti”: invece che scrivere lunghi mi segno sempre piccole cose che poi vado a mettere insieme. Per le prossime cose, probabilmente un altro singolo. Forse anche qualcosa di più, ma adesso non posso ancora dirlo!

Ascolta Sole di Mavie in streaming

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