Nigiri non è un sushi bar, ma un “all you can hit”. L’intervista a Riccardo Zanotti e Gianrico Cuppari
Un progetto a 360°, dalla produzione artistica alla comunicazione, raccontato da due dei fondatori dell’etichetta
«Questo non è un sushi bar, questo è un all you can hit». Con questo claim viene lanciata Nigiri, contenitore creativo per nuovi progetti e giovani talenti lanciata da tre esperti del settore: Riccardo Zanotti nelle vesti di talent scout e direttore artistico, Gianrico Cuppari e Nina Selvini, con la loro esperienza manageriale e di comunicazione.
La nuova label ha preso nel suo “ristorante musicale” due giovani promesse del panorama italiano: YTAM e Chiamamifaro.
Nigiri si occuperà di musica a 360°, dalla produzione artistica al mix e master, dai video alle foto, fino all’ufficio stampa e i social media. Un progetto ambizioso e fresco, che ci siamo fatti raccontare proprio da Riccardo Zanotti e Gianrico Cuppari.
L’idea di fondare Nigiri è nata durante la pandemia, quindi in un momento non proprio facile.
Gianrico Cuppari: Ho fatto per tanti anni l’agente di booking e ho smesso subito prima della pandemia, non perché avessi intuito qualcosa (ride, ndr), semplicemente è successo. Mi sono messo a fare il manager, professione che penso mi si addica di più. Notavo, avendo lavorato sempre con artisti a partire da zero, che quanto trovi un artista in cui credi molto, all’inizio si è soli. Ti mancano tutti quei player che poi ti servono per farlo crescere, dalla discografica all’ufficio stampa. Alla fine “perdevo” tanto tempo per convincere tutti gli attori in gioco, quindi mi sono detto: perché non trovare delle persone con cui collaborare, con cui sto bene, come Nina e Riccardo, che è un vero fuoriclasse, per creare qualcosa di nuovo?
Così avete creato un vero e proprio team creativo a tutto tondo.
GC: Esatto, con Riccardo che è la parte più creativa e Nina che si occupa di comunicazione. Abbiamo creato questa realtà proprio per fare in modo che sia una sorta di incubatore e acceleratore per gli artisti emergenti, cercando di valorizzarli, accompagnandoli in un percorso dove riescano ad esprimere il loro massimo potenziale. Poi Nigiri, per il momento, si occuperà solo di realtà emergenti.
In un momento in cui esce tantissima musica, quanto è difficile riuscire a lavorare sugli artisti emergenti?
Riccardo Zanotti: È difficilissimo. Io ogni settimana vedo canzoni incredibili, che vengono inserite anche all’interno di diverse playlist, che hanno un valore enorme, perché la musica buona c’è, ma non funzionano così bene. Il discorso sta proprio nel cercare di spingere queste cose, che consideriamo valide, per fare in modo che ci possa essere una certa “giustizia karmica”. Questo perché siamo in un momento in cui non sempre la musica di qualità riesce ad emergere. In alcuni casi sì, fortunatamente, come per Blanco e Madame.
Non cercate i numeri, quindi.
RZ: Noi andiamo a cercare il pubblico, che deve crescere con i suoi tempi. Nigiri non nasce per essere un progetto autoreferenziale, ma per esprimere il full potential degli artisti.
Riccardo, ti vedevi prima di Nigiri a fare scouting di giovani promesse della musica?
RZ: Per me è sempre stata solo una grande storia di musica. Non sempre ho cantato o scritto, a volte ho solo suonato, facendo il turnista. Finché si tratta di amore per la musica ci sto dentro. Non mi trovo fuori dal mio percorso, penso che solo la sordità possa fermarmi, e forse neanche quella.
Perché avete scelto come primi artisti di Nigiri proprio YTAM e Chiamamifaro?
GC: Per quanto mi riguarda, mi hanno colpito molto entrambi. Chiamamifaro me l’ha fatta conoscere Riccardo.
RZ: Esatto. Ho visto un video in cui cantava una nostra canzone, mi è sembrata molto brava e non aveva niente dietro, solo la purezza cristallina, quindi le ho scritto. Comunque è sempre una storia di indicazioni e non di imposizioni. Anche con YTAM, l’ho scoperto attraverso uno dei nostri produttori, Giorgio Pesenti. Da lì mi sono innamorato e l’ho voluto conoscere, per capire cosa poter fare insieme. È sicuramente un percorso complesso, perché si parte da zero.
GC: C’è il colpo di fulmine. Si crede in un progetto, sperando che la tua visione, nel tempo, sia condivisa anche dagli altri.
RZ: Abbiamo proprio una passione per la scoperta dei nuovi talenti, senza poi necessariamente chiedergli di partecipare al progetto di Nigiri. Ci capita di chiedere anche ad artisti con zero ascolti, che ci sembrano validi, di venire in studio per provare a muovere i primi passi. Questo modo di fare si è poi concretizzato in Nigiri.