Ornella Vanoni, uno speciale botta e risposta sui suoi gusti musicali
Una presenza fondamentale nella storia della musica italiana e anche del nostro costume: la grande interprete milanese è protagonista di una speciale edizione della nostra rubrica Q&A che trovate sul numero di maggio di Billboard Italia, dedicato alle donne della musica
Non potevamo fare un numero speciale dedicato alle donne nella musica senza di lei. Ornella Vanoni è una presenza fondamentale non solo nella storia della musica popolare italiana ma anche del nostro costume.
Riprendo le parole con le quali è stato motivato il Premio Tenco Speciale che le è stato da poco consegnato, peraltro è la prima donna a riceverlo nella storia del Club Tenco: «Straordinario esempio di interprete e autrice di una canzone sempre intelligente e ai vertici della qualità artistica, fin dagli esordi ha fornito suggestioni musicali spesso inedite e ha continuato a farlo in tutta la carriera. Con un inconfondibile stile che privilegia l’emozione, ci ha presentato le canzoni della mala, le composizioni dei cantautori genovesi e milanesi, la grande canzone poetica brasiliana andando anche a scoprire nuovi talenti compositivi nelle giovani leve italiane».
Tutto perfetto. Aggiungerei: chi, ancora oggi, alla sua invidiabile età, ha il coraggio e la vitalità di far uscire un album – intitolato giustamente Unica – di canzoni inedite? O di mettersi in gioco sul palco del concerto del Primo Maggio di Roma (con Costruzione, la versione italiana di Construção di Chico Buarque) e di raccontarsi per immagini nel notevole docufilm Senza Fine di Elisa Fuksas?
Potrei continuare la lista ma è sicuramente meglio adesso goderci le clamorose risposte che la divina Ornella Vanoni ci ha regalato per questa edizione specialissima della nostra rubrica Q&A.
Il primo 45 giri che hai amato alla follia?
Il Faut Savoir, brano di Charles Aznavour. Ero fidanzata, eravamo contenti, non ci riguardava tanto, ma ci piaceva molto.
La prima esibizione canora a cui assistetti che ti cambiò la vita?
La prima di Jesus Christ Superstar a Londra.
L’autore o l’autrice che sa scrivere testi per canzoni memorabili?
Lucio Dalla. Perché? Sono troppe le doti di Lucio.
La città dove hai visto i luoghi per concerti più belli?
Londra e New York.
L’artista italiano più sottovalutato da sempre?
Nada. Una grande, ma è talmente particolare che non incontra i grandi numeri. Però Nada scrive dei capolavori, come Il bambino perduto che mi ha regalato.
La cantante italiana che ammiri di più?
Per l’applicazione totale alla costruzione di una carriera, sicuramente Milva.
Tre artisti che avresti voluto vedere dal vivo ma non sei mai riuscita a farlo?
Sting, perché mi piace molto. Miles Davis, un gigante! Amy Winehouse, la Billie Holiday moderna. Unica, rara, tenera. Comunque alla fine un giorno ho visto David Bowie e sono entrata anche nel suo camerino… un Lord.
La copertina di un tuo album più bella di sempre?
Io dentro – Io fuori.
Vinile, CD, streaming o download: come ascolti la musica?
La musica è un elemento importante nella mia vita e la ascolto spesso su Spotify e YouTube, talvolta con CD e vinili, e attraverso la radio durante i viaggi.
La canzone che non hai mai smesso di amare di cantare?
Domani è un altro giorno, perché la malinconia è un sentimento sublime.
Il luogo, il teatro dove preferisci da sempre cantare?
Il Teatro Lirico di Milano. Amavo anche lo Smeraldo, che purtroppo non c’è più.
Il luogo di Milano che ami di più?
Piazza Sant’Eustorgio con la sua basilica, che frequentavo anche prima di amare Gesù.
La città europea che maggiormente ti emoziona?
Londra.
La colonna sonora più bella di sempre?
È una scelta molto difficile. Forse quella di Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone.
Il film che hai rivisto più volte nella vita?
Biancaneve e i sette nani, che è anche il primo film che vidi. Un film d’animazione incredibile, è il primo della Walt Disney Productions e il primo completamente a colori: ogni frame è stampato e colorato su un foglio trasparente. Ma anche Frankenstein Junior di Mel Brooks, capolavoro di humor, parodia del film Frankenstein, e ricordiamo il grande merito della sceneggiatura di Gene Wilder.
La canzone perfetta da ascoltare il giorno del proprio compleanno?
Nessuna canzone. A meno che non me la canti Sting.
Da cantare sotto la doccia?
Fiorin Fiorello perché è un ricordo del grammofono.
Per fare l’amore?
Ogni brano di Barry White.
E per sfogare la rabbia?
Cacciare un urlo come Liza Minelli in New York, New York!