Interviste

Libertà e sperimentazione oltre i confini del K-pop: l’intervista ai P1Harmony

La band K-pop si è esibita per la prima volta dal vivo al Fabrique di Milano. Li abbiamo incontrati per parlare della loro crescita artistica, il rapporto con i fan, la pizza, la pasta e il 2025

Autore Billboard IT
  • Il15 Gennaio 2025
Libertà e sperimentazione oltre i confini del K-pop: l’intervista ai P1Harmony

Courtesy of FNC Entertainment

I P1Harmony sono uno dei pochi gruppi che, tra le migliaia di debutti che il mondo del K-pop conosce costantemente, sono riusciti a emergere con una formula tutta loro. Usciti nel 2020, durante la pandemia, sotto l’etichetta FNC Entertainment, Keeho, Theo, Jiung, Intak, Soul e Jongseob hanno puntato sulla sperimentazione, evitando di seguire formule già collaudate. Eppure, i P1Harmony non solo hanno superato le difficoltà iniziali, ma hanno costruito un percorso che oggi li vede tra le realtà più interessanti della nuova generazione K-pop. In pochi anni, il gruppo ha pubblicato sei EP e si è esibito in cinque continenti.

Dal debutto con il mini-album Disharmony: Stand Out, il gruppo si è sviluppato a livello sonoro in modo piuttosto diverso dal K-pop classico. Rap, R&B, pop e persino alcuni suoni latini si mescolano nelle loro canzoni, trovando un equilibrio tra energia e introspezione. Con il loro primo album completo, “Killin’ It”, i P1Harmony hanno fatto un passo avanti, mostrando segni di crescente maturità artistica e una visione sempre più internazionale. Lo scorso 3 gennaio hanno portato il loro show anche in Italia, debuttando dal vivo a Milano con un concerto al Fabrique che ha consolidato il legame con i P1ece – il nome dei loro fan – e messo in luce la loro capacità di conquistare il pubblico sul palco.

La visita nel capoluogo lombardo non è stata solo lavoro per i P1Harmony, ma anche un’occasione per momenti inaspettati. Tra questi, Keeho ha deciso di trasformare una passeggiata per la città in una piccola avventura social, coinvolgendo qualsiasi fan che incontrava per strada a fotografarlo. Il cantante stesso ha raccontato l’episodio in un video pubblicato online: «Ho incontrato dei fan adorabili. Hanno scattato foto bellissime di me». Durante una pausa per gli scatti davanti al Duomo, Keeho ha scherzato: «Grazie mille, mi sono divertito tantissimo! Ora devo controllare le foto sulla macchina digitale per decidere quali postare».

L’intervista ai P1Harmony

Il vostro primo album completo, Killin’ It, comprende una vasta gamma di brani. In che modo sentite che la vostra musica si sia evoluta dal debutto?
Keeho: Nei primi tempi, la direzione musicale era quasi esclusivamente decisa dalla nostra agenzia. Con il tempo abbiamo iniziato a proporre le nostre idee e ora sentiamo che la musica rispecchia molto di più ciò che siamo. Per il futuro, vogliamo continuare a spingerci oltre e sperimentare suoni sempre diversi.

Jongseob: Credo che siamo cresciuti al punto da poter gestire generi molto vari. Penso che i fan si divertiranno a scoprire brani nuovi e inaspettati, che prima di Killin’ It non avremmo mai osato inserire nei nostri lavori.

Avete creato progetti come P1-POST basati sulle storie dei fan. C’è un ricordo significativo che ha ispirato qualche canzone?
Jiung: Quando abbiamo creato 나도그래 ci siamo ispirati a una persona che aveva difficoltà a esprimere i propri sentimenti. Mi sono ritrovato in quella storia e scrivere mi è venuto più naturale.

Intak: Anche a me ha colpito la vicenda di un fan che non riusciva a esprimere quello che provava a qualcuno di importante. In studio ho riversato tutta la mia empatia, sperando che molti altri potessero sentirsi compresi.

Avete qualche rituale o tradizione di gruppo prima di salire sul palco?
Theo: Prima di ogni performance, facciamo sempre un cheer tutti insieme, ed è qualcosa che portiamo avanti dal nostro debutto. Sono sicuro che i nostri fan, i P1eace, lo conoscano bene.
Soul: Io, invece, faccio un po’ di freestyle dietro le quinte,” ha detto . “Mi aiuta a entrare nel giusto stato d’animo e a liberarmi dell’ansia.

I concerti possono riservare molte sorprese, qual è stato il vostro momento inaspettato più memorabile sul palco?
Theo: Durante il tour P1oneer, a un certo punto è saltata la corrente e la musica si è fermata nel bel mezzo dell’esibizione. È stato un momento complicato, ma i fan hanno continuato a sostenerci. Una volta ripreso tutto, l’energia è stata ancora più forte.
Soul: Ricordo anche una battle di freestyle con un fan, durante il soundcheck. È stato uno di quegli imprevisti positivi, che ricordi con un sorriso.

Dal vostro debutto nel 2020, quali esperienze hanno più influenzato la vostra musica e le vostre performance?
Keeho: Penso che vedere altri artisti dal vivo sia stato di grande ispirazione per le nostre esibizioni e per la nostra musica. Ho sempre guardato i miei performer preferiti sin da quando ero bambino, ma la prospettiva cambia quando sei tu a salire sul palco. C’è molto da imparare e credo sia fondamentale osservare i colleghi per lasciarsi motivare e ispirare.

Jiung: Amiamo esibirci e, grazie ai live e ai fan meeting, abbiamo capito quanto sia speciale dare gioia alle persone attraverso la musica. Questo ci sprona a migliorarci ogni volta.

Esplorare nuovi generi, come le influenze latine in SAD SONG, può essere una sfida. Cosa vi motiva a farlo e come affrontate le difficoltà?
Keeho: La fiducia in noi stessi è ciò che ci motiva a esplorare sonorità diverse. Non è sempre stato così, ma dopo quattro anni a registrare insieme abbiamo imparato a non limitarci ad ascoltare il pezzo, ma anche a confrontarci l’un l’altro, creando una sinergia dove le nostre voci e idee si sostengono a vicenda.

Jongseob: Dal nostro debutto, ci siamo proposti di presentare vari stili musicali in ogni album. Con SAD SONG volevamo qualcosa di diverso dal nostro precedente full album. La musica latina ci sembrava fresca, così l’abbiamo scelta come title track. La sfida più grande, per me, è stata interpretare il beat latino per la parte rap, ma dopo diversi tentativi abbiamo trovato la versione che ci convinceva di più.

A quali progetti o obiettivi state lavorando, che i fan possono aspettarsi?
Keeho: Il 2024 è stato un anno davvero significativo per noi, ma ora vogliamo alzare ulteriormente l’asticella. Stiamo preparando nuovi brani e speriamo che i fan restino sorpresi.

Intak: Il nostro prossimo album mostrerà un lato ancora diverso di P1Harmony. Vogliamo provare a superare i limiti che abbiamo esplorato finora.

Qual è il regalo o il gesto più unico o memorabile che abbiate ricevuto finora?
Theo: Durante il mio momento da solista sul palco, tutti i fan hanno acceso le torce dei loro telefoni. Mi sembrava di essere immerso in un vasto universo. È un momento che non dimenticherò mai.

Soul: C’è stato un fan che si è presentato con un cosplay completo da Creeper e Enderman di Minecraft, dalla testa ai piedi, durante il concerto. È stato indimenticabile!

Qual è un hobby o un talento nascosto che potrebbe sorprendere i vostri fan?
Theo: Probabilmente non è una grande sorpresa, ma di recente ho iniziato a suonare la chitarra.

Jiung: Anche se condivido gran parte della mia vita con i fan, credo che il mio talento nascosto sia la capacità di osservare il mondo in profondità. Riesco a cogliere la bellezza in ciò che molti ignorerebbero, anche nelle situazioni più ordinarie.

Se poteste inviare un messaggio ai P1Harmony di tra cinque anni, cosa direste?
Keeho: Spero che siate sempre fieri del cammino che avete fatto e siate riconoscenti verso le persone che vi hanno aiutato ad arrivare fin qui!

Intak: Io direi soltanto: “Avete fatto un ottimo lavoro.’ I P1Harmony hanno sempre dato il massimo”.

Cosa vorreste dire ai vostri fan italiani?
Theo: Con questo concerto P1Ustage H: Utop1a, volevamo che i fan italiani iniziassero il 2025 con la giusta energia dopo aver assistito alla nostra performance.

Jongseob: È stata la nostra prima esibizione a Milano e non vedevo l’ora. Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avevamo portato UTOP1A in giro, quindi speravo che i fan di Milano se lo godessero senza rimpianti. Avevamo in programma anche nuove esibizioni tratte dall’album SAD SONG, quindi spero che siano piaciute anche quelle.

La cucina italiana è famosa in tutto il mondo. C’è un piatto che non vedevate l’ora di provare in Italia?
Jiung: Ho sempre voluto assaggiare la pizza in Italia. Avevo sentito che i pomodori hanno un sapore molto diverso rispetto a quelli coreani, quindi ero davvero curioso di sperimentare la freschezza della pizza italiana!

Intak: Non vedevo l’ora di trovare un buon posto dove mangiare la pasta. Volevo provare la pasta autentica e vedere che differenze ci sono con quella che ho mangiato in altri paesi.

Articolo di Ambra Schillirò

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