I Riva ci raccontano “Ho fatto un po’ di cose”, traccia per traccia
I Riva ci presentano il loro nuovo progetto che vuole esprimere la consapevolezza di essere un tassello minuscolo del cosmo
I Riva sono tornati con il loro nuovo capitolo musicale, l’EP Ho fatto un po’ di cose, pubblicato ieri, venerdì 4 giugno, per Futura Dischi.
Il nuovo progetto del trio napoletano è caratterizzato da accenni elettronici e da un ritmo indie-pop, introspettivo e malinconico che attraversa i sette brani dell’EP. Così, i Riva vogliono esprimere la loro consapevolezza di essere un tassello minuscolo del cosmo, attraverso richiami ai fenomeni naturali e agli spazi immensi dell’universo. Tutto questo si va poi ad intrecciare con alcuni ricordi dei membri della band.
«La consapevolezza di essere tasselli minuscoli del cosmo è il concetto che lega tutte le canzoni di Ho fatto un po’ di cose» hanno detto i Riva a proposito dell’EP, che ci hanno raccontato in questo track by track.
1. Cele una cosa_intro
Un giorno sono andato a fare un giro al parco, era estate, e ho visto due ragazzi molto giovani litigare in una station wagon. Lei urlava e si dimenava, lui era tranquillo. Mi sono chiesto “Chi dei due ama di più?”. Non mi sono saputo dare una risposta e ho chiesto alla mia amica Celeste. La registrazione di quella telefonata è diventata la intro di questo lavoro.
2. Tu vedevi pioggia io vedevo solo fulmini
L’idea della canzone era raccontare un viaggio all’interno della propria testa, come se fosse una città, fra ricordi e occasioni sprecate.
3. Ghiacciai
Giacchiai è stata scritta pensando all’immensità delle cose del mondo, a come esse si incastrano fra loro e tendendo – sempre di più – a un disegno armonico divino. Inoltre è una canzone d’amore, che auspica un ritorno alle cose semplici e a una vita da vivere appieno, rientrando in contatto con gli elementi naturali che ci circondano.
4. Magnetica festa. Gabriele Troisi
Capita di essere attratti da persone negative, che non migliorano ciò che siamo ma che lo distruggono continuamente, giorno dopo giorno. Questi rapporti mettono in discussione tutto quello che si è (o che si crede di essere). Spesso siamo dinanzi a relazioni autodistruttive e senza futuro. La conflittualità coltivata però, in qualche modo, riempie quel vuoto grande che noi tutti abbiamo dentro, fatto di mancanze e insicurezze.
5. Confusione
Confusione è un’apologia della solitudine. Nasce dalla mia voglia di scappare dai luoghi affollati e pieni di casino per ritrovare una dimensione più intima e personale con me stesso. Uscire dalla mischia ed evitare la mondanità possono essere una grande opportunità per fotografare e raccontare il mondo in cui si vive – comprese le relazioni umane che ne fanno parte – senza esserne completamente coinvolti.
6. Distese infinite e spazi immensi
È una canzone che cambia significato a differenza del periodo in cui la ascoltiamo. L’idea era quella di raccontare la serenità ritrovata dopo aver “accettato” e compreso gli avvenimenti del passato, la cui ombra però – anche se sei cambiato, ti senti forte, ne sei uscito – è sempre dietro l’angolo, pronta a minare quello che hai coltivato. La frase “Ho fatto un po’ di cose”, che dà il titolo al disco, è parte del ritornello di questo brano.
7. Vid_20210507_outro
È il nome di file che contiene un video, che poi pubblicheremo. È anche uno strumentale che permette a chi ha ascoltato l’EP di uscirne in maniera indolore, in compagnia di suoni e synth.