Interviste

Seth Troxler, il DJ dalle mille anime creative: «Andare nei club non è così “instagrammabile”, per questo sono in crisi»

Se pensate che Seth sia il “solito” DJ da festival o serate ibizenche, state commettendo un errore. Stiamo parlando di uno degli artisti più riconoscibili della scena elettronica per le sue peculiarità che oltrepassano tecnica e presenza scenica. Prestissimo lo vedremo di nuovo in Italia

Autore Tommaso Toma
  • Il5 Agosto 2024
Seth Troxler, il DJ dalle mille anime creative: «Andare nei club non è così “instagrammabile”, per questo sono in crisi»

Foto di Brian Park

Nel corso degli anni, Seth Troxler ha saputo distinguersi come artista sensibile a qualsiasi attività culturale. Sempre pronto a sfoderare una mai banale narrazione del suo settore, curatore d’arte, un intraprendente ristoratore, imprenditore e anche scalatore. Discendente da una famiglia di cowboy e predicatori battisti, Seth è in parte afroamericano. Proviene dal Michigan ed è cresciuto nella periferia di Detroit che è stata anche la capitale della techno stelle e strisce. Acquisì l’arte del DJ dal suo patrigno (all’epoca DJ di una radio universitaria) e in seguito lavorando, a soli 16 anni, dietro il bancone del leggendario negozio di dischi di Detroit Melodies & Memories. Fu solo quando prese la decisione di esplorare nuovi orizzonti a metà degli anni 2000, trasferendosi a Berlino appena uscito dall’adolescenza (dopo aver debuttato al Panorama Bar a soli 18 anni), che la sua carriera da DJ decollò.

Le mie prime conoscenze con le sue capacità di remixare e lavorare in consolle risalgono ai primi anni Duemila, quando, tra un viaggio stampa e l’altro, mi accorsi di questo giovane afroamericano dietro le consolle del Fabric di Londra o di alcuni dei più grandi festival come Roskilde o Sonar.

Foto di Bill Patrick

Cibo, arte e tanta voglia stupire (come scalare il Kilimangiaro)

La prima volta che incontrai Seth – tanti anni fa – finimmo a parlare di cibo e arte contemporanea tanto quanto di musica. Negli anni ha lavorato e gestito numerose etichette discografiche come la Crosstown Rebels e la CircoLoco Recordings. Inoltre, ha trovato anche il tempo di lanciare il ristorante, il Smokey Tails a Londra, di creare la sua festa durante il Carnevale di Rio e poi di fermarsi e scalare il Kilimangiaro.

Senza dimenticare che, dal 2019, ha finalmente dato forma e vita al progetto Lost Souls of Saturn, che si colloca saldamente all’intersezione tra elettronica, arte contemporanea e tecnologia, con apparizioni alla Saatchi Gallery di Londra, ad Art Basel in Svizzera. Hanno collaborato anche con il Met di New York. Adesso Seth Troxler è di nuovo in Italia, dopo averlo ammirato nell’ultima edizione del FuturFest di Torino, eccolo con un gran tour italico in pieno agosto! Lo abbiamo intercettato prima del suo arrivo.

L’intervista a Seth Troxler

Stai facendo un tour estivo fantastico e ti vediamo spesso in Italia, personalmente ti ho visto molto euforico al FuturFest e poi sei stato al Parco delle Rose e adesso in agosto un altro giro italiano. Ti piace il nostro Paese?
Amo l’Italia, la gente, il cibo e la cultura. Sembra una risposta scontata ma da voi mi sento a casa perché accogliete come fa una madre a pranzo la domenica a cena. E poi il Parco delle Rose è un posto meraviglioso.

A proposito di locali, come sta la club culture secondo te? In Italia e non solo stanno chiudendo sempre più locali e i giovanissimi paiono preferire andare una sola volta a un festival piuttosto di passare i venerdì sera in una discoteca.
Questa è una bella domanda e un problema globale! Stiamo perdendo il senso della club culture. Penso che abbia molto a che fare con problemi economici. I ragazzi non hanno molti soldi, quindi preferirebbero vedere che so, dieci artisti, dj tutti in un solo evento come un festival, piuttosto che andare nello stesso club ogni fine settimana con le stesse persone e fare qualcosa di divertente. Andare nei club non è alla fine così “instagrammabile”. È un atto reale, onesto, mentre i social media riguardano l’esibizionismo. La società vuole mostrare il consumo invece di creare cultura.

Curiosità, hai un cartellone pubblicitario a Ibiza da qualche anno, da dove ti è venuta l’idea di averne uno?
Beh, pensavo che tutti fossero troppo seri, penso ancora che la postura dei DJ sia troppo seria. Durante il Covid sono diventati disponibili molti cartelloni pubblicitari, quindi ne ho preso uno. Per un commento sociale. Non per dire: “Ehi, vieni a trovarmi”, ma “Ehi, questo è interessante. Potresti ridere ma poi riflettere a un livello più profondo”. Lo trovo interessante.

Molti potrebbero conoscerti come un tipo non così serio, ma di recente hai anche usato questo cartellone pubblicitario per parlare della crisi immobiliare nelle isole Baleari. Come mai hai deciso di usare questo spazio per un commento sociale?
Penso che sia importante mantenere la musica elettronica radicale. Dobbiamo spingere la società a non fare solo intrattenimento. Penso che lo spazio dei club sia sempre stato un luogo sicuro per alcuni ideali e valori. Volevo che questo billboard pubblicitario ibizenco non intrattiene ma informasse.

Sempre parlando di Ibiza tu sei uno dei resident più longevi del Circoloco, sei al DC 10 a partire dal 2009! Per te, quali sono stati i momenti salienti di questo viaggio epico? E come è cambiato il Circoloco da quando hai iniziato a suonare lì fino ad ora?
È stato ed è ancora un viaggio incredibile. Voglio essere il Larry Levan del DC 10 quando la gente parla del club, voglio che il mio nome venga sempre associato a quella situazione. La gente mi ha sempre chiesto perché non aprivo una mia one nite. Perché dovrei farlo quando suono nel miglior club e sono un ambasciatore in tutto il mondo per il miglior marchio di feste? È stato un onore ed è ancora un piacere.

E invece che sta succedendo a Detroit, tua casa di origine? Ci sono situazioni nuove e interessanti, nuovi producer?
Sinceramente vivo in Europa da 18 anni e quindi non seguo molto le cose che accadono a casa mia. C’è però una nuova ragazza che sta arrivando, Loren, della mia stessa scuola superiore, che ha appena suonato al Panorama Bar. È davvero brava!

Per chiudere, Seth, stai per intraprendere un impegnativo tour con quel pazzo di Daddy Wellness, ovvero Richie Lovelace (guardate le sue storie e capirete…), con il tuo focus sull’essere “degenerati sani”. Come pensi di trovare un equilibrio tra le elevate esigenze energetiche delle esibizioni e dei viaggi, mantenendo uno stile di vita sano?
(Ride, ndr) Compirò 39 anni il mese prossimo e voglio davvero rimettermi in forma prima dei 40! Ho incontrato Mr Wellness a uno spettacolo e adoro la sua atmosfera. Puoi vivere/avere tutto se ti dai un ritmo. L’anno prossimo saranno anche 20 anni da DJ professionista, quindi per continuare devo trovare un modo per prendermi cura di me. Ma alla fine della giornata sono quello che sono. Fare degenerate wellness sembra avere più senso che essere uno yogi duro e puro. Non sarei proprio io… Come Buddha devi trovare il giusto mezzo, questa è la chiave della vita, nel mio caso prendendomi “abbastanza seriamente” in considerazione… è il mio stile di vita.

Le date di agosto in Italia

  • 13 The Sanctuary, Porto Cervo
  • 14 Il Muretto, Jesolo
  • 15 CircoLoco Rimini Beach Arena
  • 16 Panorama Festival Santa Cesarea Terme
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