“Siamo Solo Noise”: intervista a Benji & Fede
Loro sono forse il duo più social-friendly del pop italiano: Benji & Fede sono tornati con “Siamo Solo Noise”, un lavoro fra autoironia e speranza per il futuro
In Italia sono pochi i giovani artisti che hanno sfruttato i social network per arrivare al grande successo come hanno fatto loro. Benji & Fede (all’anagrafe Benjamin Mascolo e Federico Rossi) sono entrambi di Modena ma si sono conosciuti su Facebook, spazio dal quale hanno iniziato poco dopo a far parlare di sé in tutta Italia. Il loro successo tra i più giovani è stato immediato e travolgente. Ne sono una prova i singoli Amore Wi-Fi e la hit estiva Tutto per una Ragione con Annalisa. Il 2 marzo i due idoli del web hanno pubblicato il loro terzo album di inediti, Siamo Solo Noise, anticipato dai singoli Buona Fortuna e On Demand (quest’ultimo insieme a Shade).
Come avete lavorato per questo disco?
[Benji] Ci siamo presi più tempo rispetto al solito, curando ogni dettaglio. Abbiamo scritto circa ottanta canzoni e abbiamo lavorato al massimo su quelle che abbiamo selezionato, cercando di farle rendere al meglio. Ci siamo anche allontanati dai social per concentrarci di più su questo lavoro.
[Fede] Le abbiamo scritte quasi tutte noi. A parte per un brano, siamo autori completi o co-autori.
È stato un processo interessante? Vi siete trovati a vostro agio?
[B] Certo, noi portavamo alcune idee. Ma sai a cosa serve lavorare con gli autori? Sono in grado di giudicarti dall’esterno, con un sano distacco. Ti danno un parere serio anche per capire se stai andando nella direzione giusta. Quando vivi la scrittura “da dentro” non hai un’opinione oggettiva.
[F] Ci siamo confrontati tantissimo. Noi scriviamo quello che ci sentiamo in base a come siamo ispirati. È fondamentale un aiuto dall’esterno.
Perché avete intitolato il vostro disco Siamo Solo Noise?
[B] Per tanti motivi. In primis abbiamo pensato a Siamo Solo Noi, facendo riferimento ai nostri fan: senza di loro non ci sarebbe stato nulla di tutto questo. Ma in realtà è un titolo autoironico. Letteralmente significa Siamo solo rumore. Per tante persone in questi anni noi non siamo stati altro che un’interferenza, del semplice rumore. Quando ci vedevano in TV o in radio, alcuni dicevano: «Ma chi sono questi?». Come al nostro primo in-store in piazza Duomo a Milano. Anche se lì c’erano più di tremila persone ad aspettarci…
[F] Abbiamo fatto tanto rumore in questi anni, nella nostra carriera. All’inizio non avevamo l’appoggio di nessuno e dovevamo attirare l’attenzione. Per noi fare rumore significa proprio questo.
Il primo singolo estratto è Buona Fortuna, un brano che ha un significato emotivamente importante.
[F] Ci sembrava il brano più adatto per tornare. È una canzone abbastanza elaborata con concetti non immediati che però segna un punto di arrivo. Un anno fa io non avrei mai avuto il coraggio di fare un pezzo con le parole di mio papà (il padre di Fede è morto nel gennaio del 2016, ndr). È un primo singolo decisamente azzeccato, ascoltato anche da un pubblico più adulto.
Nel brano On Demand c’è la collaborazione di Shade. Come lo avete coinvolto?
[F] Oggi la tecnologia ha preso il sopravvento sulla vita di tutti. È tutto a portata di click, tranne la propria vita. È stato bello giocare pensando a come potrebbe essere una vita on demand. Shade è perfetto perché usa spesso questi giochi di parole sulla tecnologia. E poi è un nostro amico: è nato tutto in modo assolutamente naturale.
[B] Mentre stavamo scrivendo questo pezzo insieme a Danti, ci è venuto in mente di coinvolgere un rapper. Ci voleva un artista sveglio e arguto nelle rime. Quando è arrivato in studio Shade ci ha fatto volare. Non vedo l’ora di suonarla live.
Che musica avete ascoltato in questi ultimi mesi?
[F] A me piace il mondo di Khalid, Post Malone, Russ, ma ascolto anche un po’ di trap.
Vi piace?
[B] Più a lui che a me sinceramente. Gli fa uscire il suo lato più ignorante (scherza, ndr).
Nel vostro disco ci sono anche suoni elettronici che ricordano l’ultimo Justin Bieber. Penso al brano Incendio, ma non solo.
[B] Sì, è stato un pezzo difficile da fare. Era complesso e in un certo senso appartiene di meno alle nostre radici. Noi siamo nati chitarra e voce. Però è stato un bell’esperimento: abbiamo sempre voluto fare un pezzo “da club”. Sai che è difficilissimo fare brani con quella melodia in italiano?
Il primo brano della tracklist è Da Grande. E ad aprirlo ci sono le voci di alcuni bambini. Com’è nata questa scelta?
[B] Da piccoli si hanno dei sogni enormi ma poi, crescendo, si perde un po’ questo animo. Un segreto della vita è saper mantenere grandi sogni. A Natale abbiamo cantato nel reparto di oncologia pediatrica al Policlinico di Modena e ci siamo legati tanto a quei bambini. Quando abbiamo dovuto scegliere chi far cantare nel pezzo abbiamo pensato subito a loro.
[F] Siamo davvero orgogliosi di questa cosa. È stato bellissimo. I bambini si sono divertiti, i genitori erano felici. Ci tenevamo ad aprire questo album con le loro voci che parlano di futuro.
Nella canzone dite: “Da grande proverò a giocare con i miei difetti mostrandoti che a volte è bello essere se stessi”.
[B] Bisogna imparare ad accettarsi: i difetti sono anche la nostra unicità, nella vita così come nella musica. Se sei in grado di esaltare in maniera positiva i tuoi difetti, riesci a renderti unico. Ad esempio, la prima versione di Niente di Speciale l’abbiamo registrata chitarra e voce alle cinque del mattino. Il produttore ci ha detto che voci e chitarra dovevano restare quelle. Nel difetto di quella notte c’era una magia che andava mantenuta.
Raccontate anche degli “amori” nati in discoteca, tra un drink e l’altro.
[B] Sì, è una cosa che succede a qualsiasi età. Quando vai a ballare e conosci una ragazza o un ragazzo che ti piace poi capita che ci si perda di vista. Il giorno dopo o te ne penti oppure cerchi di ritrovare quella persona.
[F] Però va detto: oggi con i social è più facile ritrovare le persone.
Dopo Eres Mía con Xriz siete ancora interessati a cantare in spagnolo?
[B] Ci siamo concentrati sul disco in italiano ma in futuro vogliamo fare un disco interamente in spagnolo.
[F] Questo album ci ha preso tante energie. Era difficile pensare anche ai testi in spagnolo. La priorità per noi è tornare sulla scena qui, per non deludere le persone che ci stanno aspettando. E per non deludere noi stessi.