Interviste

Stereophonics: “Volevamo che ‘Kind’ suonasse semplice e intimo”

A due anni di distanza da “Scream Above the Sound”, gli Stereophonics hanno pubblicato a ottobre 2019 “Kind” e saranno in Italia a febbraio. L’intervista

Autore Benedetta Minoliti
  • Il12 Gennaio 2020
Stereophonics: “Volevamo che ‘Kind’ suonasse semplice e intimo”

Come chiudere un decennio incredibile? Semplice: pubblicando un album. Ed è proprio quello che hanno fatto gli Stereophonics.

La band ha infatti pubblicato il suo ultimo album, Kind, lo scorso 25 ottobre. Uscito a due anni di distanza dal loro lavoro precedente, Scream Above the Sound, è stato registrato in appena undici giorni e prodotto dal frontman del gruppo insieme a George Drakoulias. Con questo nuovo disco gli Stereophonics si concentrano su arrangiamenti più acustici per esaltare i testi, molto personali, scritti da Kelly Jones.

Se siete curiosi di ascoltarli live, la band ha annunciato un tour europeo che arriverà anche in Italia. Kelly Jones e compagni saranno al Lorenzini District di Milano il prossimo 8 febbraio.

Per il momento, in attesa del loro concerto, abbiamo raggiunto il bassista della band, Richard Jones, che al telefono ha risposto alle nostre domande.

Qual è la storia del vostro nuovo album, Kind?

Abbiamo iniziato a registrare l’album letteralmente il giorno dopo che abbiamo finito di portare in tour  Scream Above the Sounds. Fatto l’ultimo festival, ci siamo chiusi in studio. Abbiamo registato Hungover for You e altre canzoni nella stessa sessione. Poi ci siamo presi una piccola pausa, fino a marzo 2019. Abbiamo cercato di mantenere tutto il più semplice possibile nelle registrazioni: volevamo che non fosse troppo elaborato e che suonasse il meglio possibile.

Un disco “semplice”, ma con una grande attenzione ai testi…

Si, esatto. Volevamo che chi ci ascoltava cogliesse i sentimenti e le emozioni dei nostri brani. Non volevamo strafare, perché volevamo che questo disco fosse il più autentico possibile.

Mi sembra, tra l’altro, un album molto introspettivo. Lo è?

Si, è così. Molte canzoni sono state scritte da Kelly. Rispetto quello che gli è successo nella vita e tutti i sentimenti che ha provato. Penso che le canzoni siano il modo migliore per sfogarsi ed esprimere se stessi. È fantastico. Lui sa essere davvero molto introspettivo e riesce a far provare agli altri quello che ha provato lui. E il nostro ruolo come membri della band è esaltare al massimo i nostri brani per far si che i nostri messaggi arrivino diretti al pubblico.



Si è appena concluso un decennio. Com’è andato? E come sarà, secondo te, il 2020?

Penso sia stato un decennio fantastico per noi. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di essere una band che avesse un ottimo catalogo di opere. Amiamo quello che facciamo, siamo amici e abbiamo vissuto dei momenti meravigliosi dal 2010 all’anno che si è appena concluso. Abbiamo anche visto alla #1 Kind ed è stato davvero una grande gioia per noi. Siamo davvero emozionati per il 2020. Riprenderemo il tour che probabilmente ci impegnerà tutto l’anno. Una volta finito, decideremo se tornare in studio e incidere un altro album.

In un’intervista Kelly ha detto «essere in una band è come essere sposati». È vero?

Si, è vero (ride, nrd). Passi tanto tempo insieme e si fanno tanti compromessi. O meglio, si cerca di capirsi a vicenda al meglio, per riuscire a lavorare al meglio in sala prove e in tour. Siamo molto amici, quindi capiamo quando qualcuno ha avuto una brutta giornata e proviamo a supportarci al massimo. Quando le giornate sono positive ci divertiamo davvero molto. Quindi sì, alla fine è davvero come essere sposati.


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L’ultima volta che avete suonato in Italia era nel 2018 in apertura ai Pearl Jam. Tra poco tornerete nel nostro Paese: l’8 febbraio al Lorenzini District a Milano…

Amiamo suonare in Italia, è sempre stato divertente suonare davanti a un pubblico così fantastico e in posti molto belli. Il vostro Paese ha moltissimi posti incredibili, c’è un sacco di storia e amiamo il cibo, ovviamente. Suoneremo a Milano per il nostro tour a febbraio e probabilmente torneremo per i festival in estate.

Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro live?

Non abbiamo ancora fatto molte prove per i live del tour, ma abbiamo una setlist concordata da tempo. Faremo circa tra le 23 e le 26 canzoni. Probabilmente 5 o 6 dal nuovo album e una bella selezione dagli ultimi 10. Sembra banale da dire, ma noi amiamo suonare live. Proviamo a suonare sempre al massimo delle nostre capacità e dare il massimo quando siamo sul palco. Non vediamo davvero l’ora di tornare in tour e anche di suonare per il pubblico italiano.

Ascolta qui Kind degli Stereophonics



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