Un salernitano a Pavia: l’intervista a Sydney Sibilia
Una conversazione fra musica, cinema e vita vissuta con uno dei registi di “Hanno ucciso l’uomo ragno”, la serie dedicata alla storia degli 883 disponibile a partire dall’11 ottobre in esclusiva su Sky e in streaming su Now
Sydney Sibilia ci ha preso gusto a raccontare storie di musica. Dopo averci fatto divertire con Mixed by Erry, raccontando le imprese semi-criminali dei tre fratelli Frattasio con le loro cassette contraffatte, ora il regista di origini salernitane ci catapulta sulle sponde del Ticino a Pavia, per raccontarci l’irresistibile ascesa di due misfits, underdog – o per dirla con un termine italianissimo, sfigati – di provincia che diventarono un fenomeno musicale da top 10. Hanno Ucciso l’Uomo Ragno – La Leggendaria Storia degli 883 è anche la prima serie TV per Sibilia (per essere precisi ha diretto solo i primi due episodi) ed è appena partita in prima serata su Sky Serie (tutti i venerdì). Oltre ad essere disponibile in streaming solo su NOW on demand, anche in 4K HDR.
Otto episodi piacevolissimi, dove seguiamo Max e Mauro – interpretati rispettivamente dai sorprendenti Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli – dalle loro prime prove nella cantinetta di casa Pezzali fino al mitico concerto all’Aquafan di Riccione. Grazie al tocco di Sibilia si avvita nella narrazione di Hanno Ucciso l’Uomo Ragno anche un avvincente racconto della provincia e dell’industria del successo nell’Italia dei primi anni ’90.
L’intervista a Sydney Sibilia, tra i registi di “Hanno Ucciso l’Uomo Ragno”
La musica ormai fa parte della tua storia da regista, già ne L’incredibile storia dell’Isola delle Rose ma soprattutto in Mixed by Erry. Questo tuo precedente lavoro come ha influenzato il tuo approccio alla tua prima serie TV?
Non c’è un’influenza diretta di Mixed by Erry, quindi non saprei dire. Non ho mai pensato: “Adesso giro una serie dove la musica è protagonista”. Comunque questa serie non parla solo di musica. È la anche la storia di un’amicizia di due ragazzi di provincia che hanno un sogno che sembra impossibile da realizzare, e invece…
Tu sei classe ’81: immagino che ascoltavi gli 883, come i tanti bambini che stanno per entrare nella fase adolescenziale.
Assolutamente! Sono cresciuto ascoltando i primi due album degli 883, rigorosamente in cassetta, e poi da adolescente La Donna Il Sogno & Il Grande Incubo in CD.
Non ti saresti mai immaginato di farne una serie TV?
Di sicuro non quando ero piccolo! Poi non c’erano neanche le serie TV, esistevano i telefilm… (ride, ndr) L’interesse è cresciuto di recente perché a un certo punto, riascoltando i testi da grande, ho riscoperto che tutto quello che scriveva Max era autentico al 100%. Dava voce a una serie di persone che soffrivano per amore e non erano belle e dannate. E dava spazio a quelli che vengono definiti sfigati, cantando cose come “andiamo in centro a fare un giro a piedi a guardare le ragazze degli altri”.
Ho anche pensato che per Max e Mauro fosse anche una sorta di sfida il loro inizio, perché immagino sia stato strano per loro raccontare la storia – spesso incazzata – di due persone della provincia che sono destinate all’omologazione. Poi invece si accorgono che a un certo punto hanno successo, e questo causa una serie di avventure molto divertenti. Questo mix particolare di osservazioni e ragionamenti è stato un propellente incredibile per spingermi a voler far parte di questo progetto.
Mi sono divertito tantissimo a vedere Hanno Ucciso l’Uomo Ragno. C’è la tua firma già dalle prime inquadrature, con quel sorprendente legame tra un giovane Einstein bocciato che fu mandato in punizione a Pavia, dove ebbe quella prima illuminazione sulla teoria della relatività e l’inizio della dirompente storia degli 883 con un Max Pezzali appena bocciato al liceo!
A Pavia d’estate le grandi idee fioriscono! Perché sono il frutto della noia… (ride, ndr) La noia è importantissima per la creatività. E poi Pavia è una bella città di provincia. Sono contento che ti sia piaciuto questo azzardo, ma volevo spiazzare.
Ci sei riuscito, poi mi piace il fatto che hai selezionato due attori giovani e sconosciuti, proprio come lo erano Max e Mauro ai tempi. Come sei arrivato a Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli?
Partiamo dal fatto che è praticamente impossibile trovare un attore giovanissimo e già famoso in Italia. Non siamo mica nelle serie americane dove Hollywood cresce i bambini prodigio davanti alla camera da presa e li accompagna fino ai 18 anni! È stata una bellissima scoperta, oltre che una scommessa.
Ovviamente c’era da mettere in primo piano due questioni: il tema della somiglianza con Max e Mauro e la capacità di cantare. Siamo stati fortunati perché – a parte il fatto che Elia ha questi occhi azzurri e dei favolosi capelli neri corvino – tutti e due hanno ampiamente dimostrato di saper reggere una serie, trovando tra di loro un perfetto equilibrio recitativo. Per i dialoghi di Max mi sono anche ispirato molto a un bel libro scritto di suo pugno. I cowboy non mollano mai (edito dalla ormai defunta ISBN nel 2013, ndr) da cui abbiamo tratto tantissimo.
L’intervista completa a Sydney Sibilia è disponibile sul nuovo numero speciale di Billboard Italia interamente dedicato a Max Pezzali prenotabile a questo link. Dall’11 ottobre uscirà in esclusiva su Sky e in streaming su Now Hanno ucciso l’Uomo Ragno, la serie tv dedicata proprio alla storia degli 883.