Interviste

Tommy Cash si racconta: «Il mio obiettivo del 2025? Vincere l’Eurovision»

Ma chi è l’artista dietro “Espresso Macchiato”? Abbiamo incontrato il performer più chiacchierato dell’Eurovision 2025 per parlare di musica, arte e… le nonne di Ostuni

  • Il11 Aprile 2025
Tommy Cash si racconta: «Il mio obiettivo del 2025? Vincere l’Eurovision»

Tommy Cash

Tommy Cash si presenta a noi con un sorriso ampio e un’energia contagiosa. Dietro l’estetica eccentrica e la presenza scenica fuori dagli schemi, si cela uno degli artisti più singolari e stratificati della scena contemporanea. Tomas Tammemets è nato a Tallinn, in Estonia, nel 1989, ed è un rapper, producer e visual artist. Il suo linguaggio creativo mescola hip hop sperimentale, cultura visiva digitale e un’ironia tagliente. La sua identità artistica va ben oltre la musica: suono, immagine e concetto si intrecciano in un linguaggio espressivo che attraversa opere artistiche, videoclip, performance, dando forma a un’estetica fortemente riconoscibile.

Attivo fin da giovanissimo, comincia a produrre beat a soli 12 anni, dopo essersi trasferito in Austria con la famiglia. A 15 inizia a scrivere e rappare in inglese, dando forma a uno stile personale, fortemente influenzato tanto dal rap americano quanto dalla scena elettronica europea. I suoi album RiP! (2017) e ¥€$ (2018) gli valgono l’attenzione della critica internazionale e lo conducono a collaborazioni con artisti come A$AP Rocky, Diplo e Charli XCX.

Negli ultimi anni, Tommy Cash ha portato avanti una ricerca sempre più radicale, sperimentando non solo con la musica, ma anche con la moda, le arti visive e la danza. È comparso in importanti festival europei – da Roskilde a Primavera Sound – imponendosi come una figura cult capace di reinventare il concetto stesso di artista musicale contemporaneo.

La sua partecipazione all’Eurovision Song Contest 2025 con il brano Espresso Macchiato ha catalizzato l’attenzione mediatica in tutta Europa. Considerato da molti il nome più discusso e imprevedibile di questa edizione, Tommy Cash ha trasformato la competizione in una nuova piattaforma espressiva, pronto a portare sul palco il suo immaginario iperrealista e surreale. Alla domanda se gli piaccia davvero l’espresso macchiato, risponde senza esitazione: “Absolutely”.

L’intervista a Tommy Cash

Com’è nato Espresso Macchiato?
L’idea è caduta letteralmente dal cielo. Non stavamo pianificando nulla, avevamo solo le parole. Per mesi ci siamo portati dietro “Espresso Macchiato”, poi un giorno siamo tornati in Estonia, freddissimo, -30 gradi e neve ovunque. Stavamo lavorando in una galleria d’arte con muri in pietra ed un grande tunnel. Avevamo solo un tavolo, un computer e qualche strumento. Ci siamo seduti e la prima melodia è venuta fuori da sola: Espresso Macchiato. E da lì è iniziato tutto.

Il brano è diventato viralissimo in Italia, ma ha anche generato un po’ di polemiche. Come le hai vissute?
Per me non c’era alcuna controversia, solo amore e good vibes. Le controversie fanno parlare, e parlare porta amore.

Ami provocare ed esprimerti anche attraverso il look. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua performance all’Eurovision?
Tutto. Ma ovviamente con qualche limite – ci saranno milioni di persone che guardano il contest. Il mio obiettivo è portare lo show migliore possibile sul palco, al 100%.

Porterai davvero le nonne di Ostuni come background dancers?
Sto cercando di farlo, ma non è facile! Una non può volare in aereo, una odia la musica ad alto volume, un’altra non sopporta la luce, e la quarta non vuole uscire dall’Italia… È complicato. Forse in uno show in Italia ce la facciamo!

Se potessi scegliere un artista italiano per un feat, chi sarebbe?
Se potessi scegliere chiunque, anche tra i defunti… direi Pavarotti. O anche Donatella Versace, magari ci prendiamo un cappuccino insieme prima dell’Eurovision. Donatella, se stai leggendo, facciamolo succedere!

Ti mostri sempre in modo autentico, senza omologarti. Pensi sia questa la chiave del tuo successo?
Sì, ma penso che ci siano tante chiavi. Sono un po’ come Dobby, il personaggio, con un sacco di chiavi. Per me essere autentico è fondamentale, ma non è l’unico ingrediente. Serve anche la visione giusta, tanto lavoro e sogni.

Hai pubblicato i tuoi primi brani su SoundCloud nel 2012. È sempre stato il tuo sogno fare musica?
In realtà no. Prima volevo essere il miglior ballerino del mondo, andavo alle battle di danza. Poi volevo diventare un pittore, tipo Banksy. Ma nella musica ho capito che potevo mettere tutto insieme: danza, arte, stile, visione. È stato naturale.

In adolescenza eri un ribelle. Quanto ha influenzato quella fase la tua arte oggi?
Tantissimo. Me ne sono andato presto da casa, ho lasciato la scuola, ho fatto mille lavori. Ma poi tornavo a casa, facevo musica, sognavo. Vedevo stadi, vedevo cose grandi. E ci credevo. E questo, alla lunga, ha funzionato. I lavori normali mi hanno spinto ancora di più a creare qualcosa di grande.

I tuoi video musicali sono super curati. Da dove prendi ispirazione?
Lavoro tantissimo su ogni dettaglio. Il 95% delle idee parte da me, poi ho un team creativo pazzesco che mi aiuta a realizzarle. Ma niente passa senza che io ci metta mano. Una delle persone con cui lavoro meglio oggi è Alina Pasok. Lei è tosta, lavora duro, ed è questo che cerco: gente che ha fame, più che solo talento.

Qual è l’obiettivo che vorresti raggiungere quest’anno?
Ok, l’ultimo progetto è stato fare un porno… ora il prossimo passo è l’Eurovision… e lo voglio vincere. Questo è il mio obiettivo.

Articolo a cura di Ludovica Boi

Share: