Con “BIG N’ BABY”, Touché e Big P chiudono con il passato per guardare al futuro. L’intervista
Un EP nato dalla voglia dei vent’anni di divertirsi e dalla necessità di mettere in rima due storie che meritano di essere raccontate. E no, una di queste non è quella che ha riempito le pagine di cronaca negli scorsi mesi
La prima volta che incontro Touché e Big P – rispettivamente classe 2003 e 2000 – è una sera di febbraio, quando a bordo di una limousine particolarmente appariscente che sfreccia tra i grattacieli di City Life, ci fanno ascoltare in anteprima BIG N’ BABY, il loro joint EP che sarebbe uscito da lì a qualche giorno. Un’idea partita proprio da loro, come mi raccontano gasati alla fine della nostra intervista, che si è svolta in una circostanza decisamente più ordinaria e di routine. «Ci stava, no? Volevamo fare qualcosa di un po’ diverso dalle solite robe», mi dicono prima di salutarci.
In quell’occasione, Touché e Big P erano entusiasti di presentare il loro progetto. Rappano, si muovono a ritmo delle tracce come fossero davvero nel loro club privé e ci fanno sentire addirittura un inedito che ancora non sanno se uscirà mai.
Li ritrovo non troppo diversi una settimana dopo, durante la nostra chiacchierata negli uffici di Universal. Sono spontanei, e paradossalmente sono l’opposto di ciò che appaiono nelle loro tracce precedenti a BIG N’ BABY. Intuisco che oltre a compensarsi musicalmente, lo facciano anche umanamente. Big P più riflessivo, Touché più estroverso. Si rabbuia un po’ solo quando accenno alla “faida” che negli scorsi mesi lo ha visto protagonista con Simba La Rue, come se si aspettasse la domanda ma non avesse voglia di approfondire. Rispetto questo tacito accordo e non vado oltre, è giusto così. Il passato è passato, i ragazzi hanno altre storie che meritano di essere raccontate (come quelle in Non è semplice e Angel N’ Devil) e, perché no, boys just wanna have fun.
L’intervista a Touché e Big P
Come nasce questo progetto? Voi avevate già collaborato e avete un rapporto d’amicizia molto stretto.
Touché: È partito tutto questa estate. Dopo che sono tornato da Ibiza il suo manager (di Big P) ci aveva organizzato una sessione di un paio di giorni a Biella insieme a dei producer. Lì abbiamo lavorato ogni giorno e da lì è nata l’idea di fare un progetto assieme. Abbiamo fatto le prime quattro tracce lì e poi qui a Milano le abbiamo concretizzate.
A Biella dove stanno i ragazzi di Wop Mob, che hanno prodotto tre tracce dell’EP. Avete detto che per BIG N’ BABY avete guardato molto all’America e anche loro hanno un approccio molto americano nella produzione.
Big P: Sì loro sono fortissimi, poi appunto erano perfetti per questo progetto proprio per il loro modo molto americano di lavorare.
Touché, ai tempi del Minorenne + bastardo avevi detto che fino ad allora il tuo percorso era stato molto in solitaria. Com’è stato stavolta lavorare in coppia?
Touché: Devo dire che ho avuto molta meno pressione perché ho avuto qualcuno con cui condividerla. Questo EP poi è molto divertente, mentre il mio album era pieno di sofferenza, dicevo delle cose molto pensanti del mio passato e della mia storia. Per questo il mio approccio era molto diverso. Quando è uscito l’album ho avuto un periodo di down, qui invece il lavoro è stato molto più leggero.
Nell’EP infatti ci sono in maggioranza banger da club che sono più nelle tue corde (Big P, ndr) e poi, alla fine, due tracce più introspettive che invece sono sempre state la tua cifra stilistica (Touché, ndr). Qual è la dimensione in cui vi sentite più a vostro agio?
Touché: A me piace di più fare le cose introspettive ma mi trovo meglio a fare quelle divertenti perché le trovo molto più facili!
Big P: Mi piace fare le robe più conscious, però quando sono con lui mi trovo bene a fare le cose più cazzone, più da club insomma. Quando sono da solo a volte mi riescono a volte skippo proprio il beat e mi viene voglia di fare delle cose più introspettive.
In Angel N’ Devil invece c‘è tutto il vostro dualismo. Big P tu hai detto di essere l’angelo, mentre tu Touché ti definisci il diavolo.
Big P: L’idea del titolo è venuta a lui. Questo è un pezzo che avevamo già in bozza, poi siamo andati in studio con Achille e l’abbiamo reccata e ci siamo detti “Sta traccia è assurda, è pesantissima!”. È la traccia in cui si sente tutta la nostra personalità.
Touché: Poi non ci aspettavamo di metterla dentro questo progetto perché diciamo delle cose super serie, alla fine è stata quella che è piaciuta di più di tutto l’EP e pure quella che ci è venuta meglio. Poi ci sta perché dopo tutto il divertimento arriva la traccia seria e si sente tutta la differenza. Magari in un progetto tutto conscious si sarebbe persa.
Nel pezzo dite “Non esiste il lieto fine, te lo devi costruire”. Sentite di essere a buon punto?
Touché: Sicuramente. È ancora un punto molto basso, ma è altissimo per quello da cui sono partito. Anche se il lieto fine per me non è ancora vicino.
Big P: Per me più che a buon punto sono sulla buona strada. Sento che sto gettando le basi giuste.
Mi piace molto il fatto che ci sia sempre l’idea di doversi guadagnare tutto il buono che arriva, che le cose positive non siano mai dovute a prescindere cosicché la rivalsa abbia ancora più valore. Tu Touché lo dicevi anche in Miracoli.
Touché: Il mondo per noi è così. Per quelli come noi non ci sono mai scorciatoie, le cose te le devi sempre guadagnare.
In Morirò ricco dite “Faccio tutto per me e i miei brother che stanno ancora per strada”. Sentite di avere un’influenza o una sorta di responsabilità verso i ragazzi che vivono nel vostro contesto?
Touché: Di brutto.
Big P: Sì, soprattutto per quelli che stanno con noi.
Touché: Esatto, neanche troppo per i ragazzi in generale ma proprio per quelli con cui sono cresciuto. So che vedendo che io faccio qualcosa e che ce la sto facendo, anche loro lo faranno. Io sono un punto di riferimento del gruppo, se fallisce il leader cadono anche gli altri. So che non dovrei averla, però la sento molto.
E dal Minorenne + bastardo cosa è cambiato?
Touché: Sono cambiato io. Mi sento cresciuto, mi sento maturato. Ma anche musicalmente. Fino a quel disco non avevo mai pensato al sound, avevo sempre pensato solo a cosa dire. Ora invece penso più in grande.
E per te Big P?
Per me è cambiata la situazione, è migliorata. Anche alcune mie visioni sono cambiate. Mi piace il fatto di riuscire sempre a stare in pari con quello che succede.
“Scegliere la strada che più ti appartiene in realtà non è facile”. Perché?
Touché: Perché la maggior parte delle volte è difficile trovare la strada giusta. Per me non lo è stato neanche troppo perché sapevo già fosse il rap. Mi sono buttato ed è andata. Tanti ragazzini invece rimangono bloccati perché non sanno quale sia il loro punto forte.
Magari hanno solo bisogno di qualcuno che riconosca in loro una scintilla, no?
Touché: Non lo so. Io penso che nessuno possa indicarti la strada, forse solo chi ti conosce benissimo può farlo, ma la strada di qualcun altro non diventerà mai la tua.
È difficile non notare che nell’EP non è presente alcun riferimento ai fatti di cronaca che ti hanno visto protagonista negli scorsi mesi. È il tuo modo per dire che quella faccenda è storia chiusa definitivamente?
Touché: Assolutamente sì.