La tutela del copyright è hi-tech: DcP e le nuove sfide del diritto d’autore
Tramontata l’era della pirateria musicale come la conoscevamo una volta, la nuova partita della protezione del copyright musicale si gioca su social, NFT e intelligenza artificiale
C’era una volta la vecchia pirateria musicale, fatta prima di cassettine (come raccontato dal recente film Mixed by Erry), poi di CD masterizzati, infine di download illegali. Con un colpo di spugna l’avvento dello streaming ha di fatto cancellato queste pratiche, ma la necessità di tutelare le opere musicali protette da copyright non è affatto tramontata, semmai ha seguito passo passo l’evoluzione tecnologica.
Social media, marketplace di NFT, intelligenza artificiale: sono alcune delle nuove frontiere della tutela del copyright, ciascuna con le proprie specificità.
È su questi campi che si mette in gioco l’expertise di DcP (Digital Content Protection). Si tratta di una realtà nata dall’esperienza ventennale di FPM (Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale). DcP è strutturata in tre principali divisioni: Tech, Lab e Track. Si avvale di un pool di esperti e analisti e di una infrastruttura IT che garantiscono strumenti multilivello per la tutela strategica degli asset digitali.
Ne parliamo con Marco Signorelli, Director of Strategy & Operations, che ci racconta le strategie dell’azienda.
DcP e la protezione del copyright
Qual è la vostra mission come azienda?
Siamo una realtà nata dall’esperienza della tutela dei contenuti musicali: un’esperienza ormai ventennale nata da quella che un tempo veniva definita più volgarmente “anti-pirateria”. Lo studio, l’analisi, la tecnologia, le azioni di contrasto al fenomeno pirata sin dalle sue prime forme attraverso la rete, le azioni giudiziarie seguite in prima linea e la strategia di intervento affinata nel tempo compongono i tasselli di un complesso mosaico che dà forma e sostanza ai servizi di DcP per la tutela dei contenuti.
La principale mission consiste nell’accompagnare i nostri clienti nel percorso di protezione dei contenuti attraverso la conoscenza multidisciplinare e la capacità di mettere insieme più professionalità, sviluppando soluzioni ad hoc.
Quali sono i principali servizi offerti in ambito musicale?
Ad esempio forniamo servizi specifici per il monitoraggio delle pre-release e la gestione delle attività di contrasto. L’obiettivo principale è quello di eliminare il prima possibile un leak o comunque di renderlo meno visibile all’utente finale. Per questo combiniamo l’attività di “notice-and-takedown” a un’attività di delisting dai motori di ricerca generici come Google. Siamo anche membri del Trusted Copyright Removal Program (TCRP).
La tutela in ambito musicale, oggi, non è più relegata alla sola protezione del “sound recording”. È rivolta più in generale ai diritti di proprietà intellettuale che gravitano intorno al progetto. Ad esempio, la tutela dei marchi ci ha portato a costruire un sofisticato sistema di sorveglianza delle registrazioni dei nomi a dominio, un programma scalabile di monitoraggio dei marketplace e, più recentemente, un monitoraggio dei mercati NFT con relativa analisi dei metadati. Negli anni i social media sono diventati sempre più un utile strumento per gli artisti. Le forme di pirateria si sono evolute e così anche le truffe che spesso possono celare crimini diversi da quelli autoriali. Il presidio di questi mercati è diventato fondamentale. Tra i nostri servizi offriamo specifici programmi di monitoraggio per rilevare fenomeni di impersonation, ovvero di utenze che si “spacciano” per l’artista, e la conseguente segnalazione.
Tra le soluzioni sviluppate in-house abbiamo anche un complesso sistema che permette di automatizzare l’acquisizione di evidenze da internet. La formazione della prova informatica, in linea con le best practice di riferimento, rappresenta un ulteriore pilastro dei servizi offerti.
La pirateria musicale come la conoscevamo una volta è stata sostanzialmente sconfitta. Quali sono le sfide di oggi e di domani in tema di protezione del copyright?
La sfida principale sta nella capacità di cogliere i cambiamenti e saper abbracciare le opportunità date dalle nuove tecnologie. La sfida è la trasformazione digitale. Una sfida continua su cui l’industria musicale per prima si è trovata fronteggiare e, oggi, ha molto da insegnare. Possiamo dire che ha aperto la strada ad altre industrie che creano contenuti.
Una buona strategia di tutela dei contenuti vede da una parte un capillare presidio dell’offerta illegale e il suo contrasto nelle varie forme percorribili, dall’altra parte deve essere commisurata l’offerta legale e la promozione attraverso adeguati canali di comunicazione.
In tema di copyright, la sfida oggi è la creazione di uno spazio digitale sicuro in cui siano protetti i diritti di tutti gli utenti. Ci siamo arrivati di recente con le leggi sui servizi digitali (DSA). Dovremo essere capaci di osservarne il recepimento dai vari stati membri e di conseguenza l’adeguamento da parte dei vari servizi digitali. Ovvero una vasta categoria di servizi online, dai semplici siti web ai servizi di infrastrutture internet e alle piattaforme online.
La sfida di domani, invece, è la tutela del copyright con l’avvento di sistemi di intelligenza artificiale in grado di produrre contenuti nuovi basandosi sull’apprendimento dato da contenuti tutelati. Come possiamo dimostrare che il contenuto è stato prodotto dall’intelligenza artificiale? Come possiamo interrogare i modelli di intelligenza artificiale generativa per rivelare il materiale sfruttato per il training?
Si sta già lavorando sia a livello normativo che tecnologico. Fatto sta che il domani è già arrivato, considerando l’evoluzione di GPT e l’appena annunciata versione 4 di OpenAI.
La tecnologia blockchain è un mezzo utile alla tutela del copyright: quali scenari vedete per il futuro?
L’utilizzo della blockchain per la rendicontazione dell’effettivo sfruttamento di opere protette dal copyright e la possibile agevolazione nella ripartizione dei compensi applicata dagli smart contract può rappresentare un possibile scenario di applicazione.
In tema di contenzioso, l’utilizzo della blockchain potrebbe risolvere le principali problematiche che insorgono nell’ipotesi di giudizi con domande come “chi” ha creato l’opera e “quando”, e la garanzia dell’effettivo “contenuto”. Se proviamo a ipotizzare l’uso di questa tecnologia per il deposito di documenti, può tornare utile per consentire la precostituzione di una prova sicura e incontestabile.