Vegas Jones: «Mi sono fermato e non mi è piaciuto, ora sono di nuovo nel mio “PRIMETIME”»
Il nuovo EP del rapper milanese rappresenta molto per lui: una rinascita dopo un cambio di team, una risposta alla domanda sul continuare a fare musica o meno e la voglia di fare rap con la fame degli inizi

Vegas Jones
“Per questo EP ho tolto tutti i filtri e ho ritrovato la mia voce”: così Vegas Jones con un post su Instagram ha presentato PRIMETIME, il suo nuovo progetto uscito venerdì 11 aprile. Sette tracce senza autotune, praticamente senza ritornelli e con solo tre feat (Izi, Kuremino e Flaco G) in cui Matteo è tornato a fare quello che gli piace di più: puro rap con la fame degli inizi. Con la voglia di dimostrare e la competizione endemica al rap e oggi più necessaria che mai. Ma per recuperare tutto questo, Vegas Jones ha dovuto attraversare un periodo di riflessione (e di fermo, che «non mi è piaciuto per niente», dopo cinque anni, dal 2015 al 2020, «in cui ho spinto tanto e stavo dietro a tutto senza mollare neanche un giorno, nemmeno a Natale o Capodanno».
Il suo ultimo progetto, JONES, risale infatti al 2023 ed è ciò che ha fatto capire a Vegas che «il destino era in mano mia», e di conseguenza fare delle scelte – come ad esempio cambiare tutto il suo team per trovare delle nuove persone che «remassero dalla mia stessa parte, altrimenti non si ottiene nulla» – e farsi delle domande: «dal 2021 ho allentato la presa, e mi sono concentrato su altro perché alcune dinamiche mi avevano stancato. Mi sono chiesto tante cose: se fosse giusto proseguire a fare musica, se fosse giusto – scoprendo il mondo, conoscendo altre persone – fare altro, se fosse ancora così bello andare in studio».
L’intervista a Vegas Jones
E che risposte ti sei dato?
Non mi sono dato una risposta fino a dicembre del 2024. Da JONES ho capito che il destino era in mano mia e questo mi ha portato a fare delle scelte. Ho smesso di lavorare con le persone con cui lavoravo prima e mi sono circondato di gente che avesse i miei stessi obiettivi. In una squadra se non si rema tutti dalla stessa parte non si ottiene nulla. Sono tornato con la mentalità che avevo nei miei primi cinque anni, quella stessa che mi accompagnerà fino a quando appenderò il microfono al chiodo.
C’è qualcosa con cui senti di aver fatto pace?
Semplicemente con me stesso, e sono molto felice di averla fatta perché ho capito che fare musica è la cosa che mi piace di più, quella che quando non la faccio mi manca. Il titolo di questo EP deriva proprio da questo: PRIMETIME è il frutto di tutte le riflessioni, gli errori, le scelte, le cose che mi sono successe intorno e come le ho affrontate.
Cosa intendi quando dici “non ero me stesso da un po’, sentivo l’astinenza”? Senti di aver preso a volte delle direzioni che non ti appartenevano?
Diciamo che negli ultimi anni è come se non mi ricordassi più come si faceva e ora sono in un momento in cui mi sento molto più vicino a quando avevo iniziato per attitudine. Ovviamente ho l’esperienza in più che è un’arma incredibile perché il non averla mi ha portato ad avere un fermo, mi sono sentito un po’ appannato.
C’è stato un evento in particolare che ti ha fatto mettere a fuoco quello che mi hai appena raccontato?
In Albania questa estate. Non posso dire cosa è successo ma sono tornato da lì e mi sono detto “Okay, devo cambiare vita”. Mi sentivo diverso quando sono tornato, ma questa era una cosa che già mi sentivo prima di partire.
Cioè?
Sapevo che il giorno in cui sarei andato in Albania per la prima volta sarebbe successo qualcosa di folle, e infatti è successo. Non so perché, ma è come se avessi un legame particolare con quel Paese. È stata l’epifania per eccellenza.
E da lì a quando hai iniziato a lavorare su nuova musica quanto tempo è passato?
Un po’, prima ho dovuto risolvere alcune cose pratiche, in primis cambiare le persone da cui ero circondato da ormai 4 o 5 anni. Da lì è cambiato tutto. Io sono una persona che ha sempre mille idee e che si vuole caricare sempre tutte le responsabilità. Non sto bene se non succede niente nelle giornate, preferisco che ci siano problemi da risolvere piuttosto che nulla. Ho trovato quindi le persone giuste che volevano spingere quanto spingo io e sanno che questo viaggio non finisce con la pubblicazione dell’EP.
Questo ti ha aiutato a lasciare andare un po’ il peso di prenderti tutte le responsabilità?
In parte, perché sapevo già come muovermi. Però trovare le persone giuste mi ha aiutato a focalizzarmi sul mio percorso e sul fare quello che voglio. Se non lo faccio, allora non sono Vegas al 100% e non affibbiatemi nemmeno le uscite che faccio: se devo fare questo lavoro con qualcuno che mi dice cosa devo fare, allora vado a fare il dipendente e almeno faccio una vita tranquilla e non mi danno tutte le sere perché le cose non vanno come dico io. Se non ho il controllo di quello che succede le cose vanno alla deriva e possono andare in direzioni che non mi piacciono, cosa che è già successa in passato. Ora è come se avessi preso in mano la mia vita.
Senti di dover ancora dimostrare?
Per anni mi hanno detto che non devo dimostrare a nessuno di saper rappare, ma non è vero. Io devo dimostrare a me stesso fin quando muoio. Se smetto di farlo mi fermo, e non mi voglio fermare. L’ho già fatto e non mi è piaciuto per niente. In questo mi hanno dato una grossa mano anche i ragazzi più giovani.
Flaco G e Kuremino?
Sì. Loro mi hanno proprio detto “zio, ti devi svegliare perché sei bravo, ma là fuori c’è altra gente brava e quindi devi continuare a competere”. Anche grazie a questo sono arrivato ad avere un progetto di cui sono totalmente soddisfatto perché so che a livello di freschezza può competere con un ragazzino che inizia oggi a rappare. Il mio obiettivo è non smettere mai di migliorarmi.
E invece per quanto riguarda le produzioni?
Sono tornato sulla traccia con Boston, cosa che non succedeva dal 2019 ed è stato importantissimo per me perché avere i beat giusti fa già metà del lavoro. Poi in America abbiamo conosciuto Honorable, siamo stati anche nello studio di Dr. Dre a sentire la traccia. Una cosa incredibile. Se ci penso ancora non mi sembra vero.