Come è il nuovo video di Alice Merton “Vertigo”
Il videoclip ufficiale del nuovo singolo di Alice Merton è costruito su immagini riconoscibili e familiari, ma non perde nulla in vitalità
Stasera potrete godervi il nuovo corto di Alice Merton, che lancerà il videoclip del brano Vertigo sul proprio canale YouTube ufficiale alle 21. La cantante di No Roots e il suo team hanno confezionato un lavoro d’impatto, perfettamente in linea con quello che ci ha raccontato Alice:
«Vorrei che la mia musica facesse sentire più cose, che le persone si emozionino o che gli venga evocato un qualche ricordo. Voglio che la gente salti su e giù o senta qualcosa di profondo e reale. Se non succede, o non riesco a farlo, allora non sto facendo un buon lavoro», ha commentato l’artista. Ed è proprio sull’evocazione di un ricordo che fa leva il video di Vertigo, dove immagini e reference si rincorrono nella memoria dello spettatore.
Il video di Alice Merton diretto da Rohde
Il clip dal marcato taglio post-apocalittico diretto da Anuk Rohde ha il grande pregio di aver saputo ottimizzare riferimenti noti alla maggior parte di coloro che lo vedranno. Fin dalle prime battute si incontrano scorci e colori familiari. Inevitabile il rimando ai set distopici di successi commerciali come Blade Runner 2049 e Mad Max, con cui la cultura pop ha contribuito a formare angoli dei nostri immaginari.
Il video si apre con Alice sola al centro di quello che potrebbe essere uno dei tanti laboratori bui e futuristici che abbiamo imparato a conoscere tra pellicole e cartoon, sovrastati da un minaccioso groviglio di cavi. Lo sguardo rivolto verso l’alto, una goccia di petrolio le cade in viso, e da quel momento parte la discesa tra le vertigini interiori. Le stesse delle quali Alice è in balia nei vari passaggi del corto, dove incontra gli inquietanti attori sociali della distopia – alcuni anche piuttosto creepy –, fino all’ultima coraggiosa corsa verso l’unica figura “pulita” che compare nel clip, e al cambio finale di set che conduce all’esterno. Dove però la luce è tutt’altro che rassicurante, anche se il movimento non si arresta.
Tutto qui? Un pastiche di elementi già visti? Non proprio, perché il mondo di Vertigo riesce comunque ad affondare il colpo dopo averci fatto abbassare la guardia di fronte al noto.
Merito di particolari che potenziano e reinterpretano le citazioni più riconoscibili. Si passa spesso per primi piani incattiviti dai toni scuri, dallo sporco lasciato dal petrolio, dai fumi che bucano lo schermo, da fiammate insostenibili . Anche il triplice gioco di sguardi più volte proposto, tra Alice Merton, il resto dei personaggi e gli spettatori stessi è coinvolgente. Aiuta non poco il ritmo tambureggiante del pezzo che tiene vivi con una scarica costante d’energia, in pieno stile Black Skinhead, e di continui e vorticosi cambi di punti di vista.