Il viaggio nel suono di Coccoluto. E stasera l’Ariston lo ricorderà
Il DJ era un profondo conoscitore delle culture giovanili, che decifrava come pochi altri. Lo ricorda il critico musicale Pierfrancesco Pacoda
Anche Sanremo renderà omaggio a Claudio Coccoluto nella serata d’apertura. Lo ha confermato poco fa il conduttore e direttore artistico della 71esima edizione del Festival Amadeus, che non ha esitato ad unirsi all’applauso di tutta la sala stampa. Il DJ di Gaeta, stroncato a 59 anni da un tumore nella sua casa di Cassino dove si trovava con la famiglia, era amatissimo dai colleghi (e amici) del mondo della musica e dello spettacolo. In tantissimi lo hanno ricordato nelle scorse ore, da Ilario Alicante a Jake La Furia, passando per Lele Sacchi. Anche il critico musicale Pierfrancesco Pacoda ha voluto tracciare un ritratto che ne racchiudesse non soltanto i momenti salienti della carriera da disc jockey, ma anche la sempre fine lettura del club universe che è stato in grado di garantire per anni. Ve lo riportiamo di seguito.
Coccoluto secondo Pierfrancesco Pacoda
L’immagine che resta impressa, per sempre, nella memoria, è quella della folla in adorazione che balla sino all’alba al Pacha di Ibiza una notte d’estate dei primi anni 2000. È la festa di inaugurazione della nuova stagione del superclub, e i dischi li sceglie Claudio Coccoluto. Il DJ è una superstar. Qualche anno prima, con Belo Horizonti, rilettura lieve e raffinatissima del classico latin jazz di Airto Moreira Celebration Suite, ha conquistato, con una pubblicazione indipendente, le classifiche inglesi. Ha avuto una residenza strepitosa al Ministry of Sound di Londra, tutti lo vogliono. A Ibiza è già una celebrità. E quella notte dimostra a cosa è dovuta la sua fama.
Cocculuto costruisce un vero “viaggio nel suono”, per usare una espressione a lui molto cara, un flusso ininterrotto che sembra una “lezione” sul potere immaginifico (e salvifico) della musica. Attraversando le epoche e i linguaggi, dal rock degli amati Talking Heads, al soul, dai “tappeti” per ambienti, al jazz, dal funk alla “golden age” della colonne sonore nazionali, con una leggerezza, una maniera impalpabile di passare da una canzone all’altra che mette insieme didattica e cuore, linguaggio del corpo e riflessioni. DJ, produttore, capace di analisi profonde sulla dimensione complessa delle cosiddette “culture giovanili” (che lui conosceva meglio di ogni altro), per Claudio Coccoluto la definizione migliore è quella di un moderno intellettuale.