Elettronica

Disclosure, voglia di libertà creativa nel loro (inaspettato) nuovo album

Si intitola “Alchemy” ed è il primo lavoro dei fratelli Guy e Howard Lawrence pubblicato senza il supporto di una major

Autore Tommaso Toma
  • Il14 Luglio 2023
Disclosure, voglia di libertà creativa nel loro (inaspettato) nuovo album

Disclosure (foto di Rafal “Rafski” Wojnowski)

La prima novità è la sorpresa di questa uscita dei Disclosure, nessuno se l’aspettava. La seconda è che Alchemy è il primo lavoro dei fratelli Guy e Howard Lawrence pubblicato senza il supporto di una major. Arriva infatti tramite AWAL (nel loro roster ci sono anche Little Simz, JPEGMAFIA, Jungle, Deadmau5) e la loro “creatura”, la Apollo Records, ed è uscito ex abrupto.

«Questo disco è una celebrazione del fatto che ci sentiamo liberi in questo momento. Ascoltandolo si capisce che la verve e l’ispirazione non mancano neanche in questo lavoro», ha detto Guy Lawrence. E sottolinea: «non abbiamo firmato per una grande etichetta discografica. Non faremo un tour per promuovere questo disco. Possiamo fare quello che vogliamo ed essere super creativi».

Ascolta Alchemy dei Disclosure

Fasi diverse della vita

Intanto sono passati già dieci anni da Latch. Quel meraviglioso singolo lanciò loro e la carriera di Sam Smith, che cantava nel brano. Dopodiché il duo ha realizzato solo due album: nello stesso 2013 Settle e Caracal nel 2015. Tutti e due lavori stupendi e amatissimi.

Alchemy è stato scritto quando i due fratelli erano in fasi diverse della loro vita. Guy recentemente si è sposato e si è stabilito a Laurel Canyon. Howard era nelle condizioni opposte, con il cuore infranto ed esausto dopo un tour di 150 date.

Adesso i Disclosure, per trovare la vena giusta, hanno deciso di non affidarsi a super guest e di usare il meno possibile dei sample. Ci sono interessanti novità in questa nuova fatica. Sono frutto di nuove sperimentazioni, elaborazioni, per l’appunto alchimie (a ritroso con la memoria ricordo un album dei Dire Straits con lo stesso titolo).

Un album profondamente “made in UK”

I Disclosure sembrano rispondere per le rime a uno dei dischi più frizzanti della scena elettronica/dance dell’anno. Ovvero quel Good Lies degli Overmono che ha messo tutta la critica d’accordo.

Svetta su tutte Higher Than Before, una cosmic drum’n’bass che avvicina la band ai fasti del genere negli anni ’90 quando gente come Everything But The Girl la contaminava con un’irresistibile sensibilità pop.

Poi sono notevoli la fresca e ibizenca Sun Showers e Were in Love, che è martellante, molto deep ma assolutamente in linea con la tradizione del duo.

Comunque pare che ci sia stato il desiderio di essere più “pop” per questo lavoro. Paradossalmente, liberati da un contratto con una major, i Disclosure si mettono a scrivere tracce dance molto accessibili come l’opening track Looking for Love, un garage 2 step forse un poco banalotto.

Con Simply Won’t Do sono un po’ in stile Basement Jaxx. Go the Distance è troppo semplice, anche se perfetta per ballare.

Alla fine è un peccato che il duo abbia lasciato troppo spazio alle facili soluzioni in fase di realizzazione. Perché brani come Were in Love e Higher Than Before fanno capire che la loro classe dopo dieci anni c’è ancora.

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