Clementino: «Sono l’ultimo scugnizzo in circolazione»
Clementino ha pubblicato la sua hit killer perfetta per l’estate, insieme a Nina Zilli, ma non chiamatela reggaeton. L’intervista
Clementino non è uno che sa stare fermo. Con l’arrivo dell’estate, poi, ha deciso di tirare fuori quello che probabilmente sarà uno dei tormentoni che ci farà compagnia a lungo: Señorita.
Il brano, realizzato in collaborazione con Nina Zilli, è una “hit killer”, termine che Clementino ha “rubato” a Jovanotti mentre si trovavano insieme a New York. E, soprattutto, non provate a chiamarlo reggaeton, perché il rapper partenopeo ha messo i puntini sulle i, definendola “reggae tropicale”.
Lo abbiamo raggiunto telefonicamente e, mentre si trovava su una bellissima terrazza scaldata dal sole di Napoli, Clementino ci ha raccontato del suo nuovo brano, ma anche dei suoi progetti futuri e della sua voglia di tornare a fare musica dal vivo, con un prima data in una location piuttosto esclusiva.
È la tua prima collaborazione con Nina Zilli, ci tenevi molto a lavorare con lei, ma immagino stessi aspettando il pezzo giusto.
Nina la conosco dai periodi delle jam in Salento. Sono sempre stato un grande appassionato di reggae e mi ricordo di lei, già bravissima. Poi, quando l’ho vista a Italia’s Got Talent, ho capito che siamo identici, sempre sorridente e disponibile, e soprattutto legata alla musica di qualità. Così, quando abbiamo iniziato a pensare a qualcuno per il ritornello di Señorita mi è subito venuta in mente lei e abbiamo fatto bingo, siamo davvero una bella coppia. Addirittura Sandra Milo ci ha scritto su Instagram: “Accoppiata vincente”. Alla fine abbiamo tirato fuori questa canzone, una vera e propria hit killer.
“Hit killer” è proprio il termine con cui hai definito il brano.
Questo termine l’ho rubato a Jovanotti (ride). Ero a New York per un concerto a Manhattan, vicino a Little Italy, e lui mi ha ospitato a casa sua. Abbiamo chiacchierato e mi ha detto: “Devi fare le hit killer in estate”. Da quel momento gliel’ho rubato e mi piace tanto, perché racchiude proprio il senso di Señorita: un brano che ti bombarda per tutta l’estate. Tutti dicono: “Clementino è uno capace di fare le hit killer, ma anche di rappare come un assassino” (ride).
Quali sono gli ingredienti di questa hit killer?
In questo caso ho utilizzato un testo scritto da altri cantanti. Mi era già successo, con Sotto le Stelle, che ha il ritornello scritto da Ermal Meta. Qui invece ho un brano scritto interamente da Rocco Hunt e Federica Abbate. Rocco, ad esempio, ci ha messo come ingredienti il fatto di arrivare davvero a tutti, ai giovani come ai genitori. Io invece ci metto la faccia e la voce, con la mia “s sibilante” che hanno tutti i rapper davvero brani. Io ho quella che a Napoli chiamano “faccia e’ corna”, che vuol dire “faccia da scugnizzo”. Tra l’altro, il grande Federico Salvatore ieri mi ha definito “l’ultimo scugnizzo”, cioè quello che ti fa divertire ed è sempre positivo. Riesco ad essere sia allegro che malinconico, come nel bridge finale di Señorita, quando dico “Andiamo giù come sabbie mobili”. Io sono come Pulcinella, allegro fuori ma con tanti problemi dentro, anche se adesso posso dire di stare bene.
A proposito del lavoro che avete fatto con Rocco Hunt e Federica Abbate, è stato strano per te cantare le parole di qualcun altro?
Io e Rocco siamo fratelli da sempre, l’ho visto crescere. Lui ha sempre studiato ed è uno che ha sempre creato hit, una dietro l’altra. Quindi ho pensato: “Vediamo cosa succede se ci mettiamo il testo scritto da Rocchino e l’interpretazione di Clementino”. Il risultato per me è eccellente.
Rocco Hunt e Fred De Palma sono tra gli artisti che portano alta la bandiera del reggaeton in Italia. È arrivata la svolta anche per te?
Io non definirei Señorita un brano reggaeton, ma reggae tropicale. Io comunque sono vengo dalle gare di freestyle, ma allo stesso tempo nel 2016 ho vinto il premio De André. Ho sempre avuto un legame forte con Snoop Dogg, ma anche con Pino Daniele. Non mi appartiene il concetto di “cambiamento”, perché ho sempre cambiato e non sono mai stato fermo su un unico genere.
A cosa stai lavorando adesso?
Al mio nuovo album, ma ho un difetto: sono veramente tanto disordinato (ride ancora). Però quest’anno, non scherzo, avrò scritto almeno 60 canzoni. Ora si tratta di prendere le migliori, trovare i featuring giusti e metterli nel disco.
Quindi nonostante tutto per te è stato un anno davvero molto produttivo.
Io sono l’unico rapper che ha lavorato anche durante il Covid (ride, ndr.). Ogni artista vuole la sua “quarantena personale”, per staccare il telefono. Per me è stata una manna dal cielo, vedendo il lato positivo della cosa, perché ho potuto fare The Voice. Se fossi stato in tour non l’avrei mai potuto fare. Lì hanno scoperto la mia vena da intrattenitore, fatta da anni di villaggi turistici e dalla mia laurea in “tecnica di recitazione”. Mi si è aperto il mondo televisivo, e lì posso fare davvero tutto e ho avuto tante opportunità e ho lavorato tanto. Adesso spero solo di tornare nel mio habit naturale e poter ricominciare a cantare dal vivo.
Hai già qualche data programmata?
L’8 luglio suonerò al Belvedere San Leucio, una location super esclusiva. Qui prima di me si sono esibiti Pino Daniele, Fiorella Mannoia, Elisa, mi sa che io sono il primo rapper. Poi si vedrà, speriamo nelle riaperture.