Drake: tutti i suoi album, dal peggiore al migliore
In occasione del suo compleanno, la storia del rapper di Toronto ripercorsa attraverso la sua musica: una carriera di oltre quindici anni segnata da enormi successi globali
Raccontare Drake è uno dei compiti più complessi che mi sia mai trovato ad affrontare. Siamo al cospetto di un trendsetter come pochi altri all’interno dell’industria musicale. Un uomo che nel corso di tantissimi anni di carriera ha letteralmente proposto (sempre) quello che più gli piaceva, a prescindere da ciò che intorno stesse succedendo in termini di musica e sonorità. Il processo è stato quello di ascoltare (e riascoltare) ogni singolo brano, ogni singolo album per poter dare con cognizione una precisa collocazione all’interno dell’articolo e della carriera dell’artista.
Alcuni lettori saranno d’accordo, altri molto meno, è comprensibile. A prescindere dai gusti personali, che spesso entrano in gioco in questo tipo di articoli, deve essere chiara quale è stata la direttrice dell’elaborato: si è cercato di considerare quelli che sono gli aspetti di oggettiva evoluzione, considerando hit e flop di un artista importantissimo, e che hanno rappresentato un cambio di paradigma, sia nella musica di Drake che in generale.
16. Room for Improvement (2006)
Il mixtape di debutto è il punto di partenza (epico) del rapper canadese. Immagina un giovane Drake, appena agli inizi della sua carriera, che si getta a capofitto in un cocktail musicale esplosivo di rap e R&B. La sua voce naviga tra strofe taglianti rap e ritornelli di grande impatto, dimostrando il suo talento eclettico in una miscela esplosiva. Sebbene Room for Improvement potrebbe non avere la stessa fama degli album successivi, è una perla rara all’interno della discografia del rapper di Toronto.
15. Comeback Season (2007)
Una cronaca dell’ambizione, dell’amore e delle strade di Toronto. Le produzioni musicali variegate e le collaborazioni di alto livello rendono questo mixtape un viaggio emozionante attraverso i labirinti dell’hip hop. Questo mixtape è stato il biglietto d’ingresso nel mondo della musica e ha piantato il seme per un’ascesa inarrestabile, trasformando l’artista in una delle icone più influenti nella scena hip hop contemporanea.
14. Her Loss (2022)
La connessione tra 21 Savage e Drake è innegabile: il tutto si riassume in pura energia. Non si può però ignorare che alcuni testi – e stereotipi – nell’album appaiono eccessivi, suggerendo come toni più moderati avrebbero potuto rendere il disco un grande classico. La varietà di stili nelle produzioni aggiunge un tocco inaspettato, ma nulla di tutto ciò è sufficiente a definire il progetto come un album vincente o assolutamente memorabile.
13. So Far Gone (2009)
Semplicemente una pietra miliare dell’hip hop e dell’R&B moderni. Questo mixtape lo vede esplorare tematiche come l’amore o la scalata al successo nelle vesti di narratore (magistrale) di passioni e tormenti. Brani come Best I Ever Had e Successful hanno catturato l’attenzione globale, dimostrando uno stile originale in grado di unire perfettamente tutta la forza dell’R&B e l’energia del rap. Questo lavoro è un viaggio nell’anima di Drake che ha ridefinito i confini dell’hip hop e gli ha garantito un posto permanente nell’Olimpo della musica.
12. Thank Me Later (2010)
Il primo album ufficiale di “champagnepapi” ha segnato un momento cruciale nella musica. In un panorama dominato da sonorità più aggressive, TML va in controtendenza esplorando temi in modo più maturo rispetto al passato. Il progetto fonde ancora rap e R&B, ma alle volte sembra mancare coesione stilistica. Thank Me Later è stato un album importante per Drake: ha segnato di fatto il suo ingresso nel panorama mainstream.
11. Dark Lane Demo Tapes (2020)
Nel maggio 2020 il rapper di Toronto ha fatto tremare il mondo della musica con questo mixtape: una preziosa raccolta di leak, demo e brani inediti. Spaziando tra pop e rap dal gusto classico, ha dimostrato tutte le sue camaleontiche abilità canore. Titoli come Toosie Slide e Chicago Freestyle catalizzarono l’attenzione dei fan. Il mixtape è stato un viaggio avvincente nell’atelier musicale di Drake, preparando il terreno per il successivo Certified Lover Boy.
10. Certified Lover Boy (2021)
L’album del settembre 2021 ha fatto scatenare il mondo della musica. È come se Drake fosse in una grande discoteca: propone rap, R&B e pop tutto in un’unica combo esplosiva. A limitarne la bontà è la classica dialettica a cui il rapper ci ha abituato. Sebbene ciò sia vero, lo stile in cui viene proposto è assolutamente inedito. Alcuni potrebbero dire che ha solo rinvangato vecchie storie, ma (tanti) altri vedono in questo disco una voglia di sperimentare come mai prima di quel momento.
9. Honestly, Nevermind (2022)
L’album del 2022 abbraccia un nuovo approccio. Le liriche svolgono un ruolo marginale nell’economia generale, risultando a tratti superflue. È la voce la vera protagonista del disco: ogni elemento sembra fondersi perfettamente. Il progetto è anche una dedica al designer e creativo Virgil Abloh, come racconta lo stesso Drake nella descrizione ufficiale sulle piattaforme di streaming. Con questo album decide di fare all-in: si abbandona ai lati più frivoli della sua musica e dà libero sfogo alla sua creatività.
8. Care Package (2019)
Nel “Pacchetto di Assistenza” viene proposta una raccolta di brani precedentemente pubblicati solo su piattaforme streaming in modo piuttosto casuale. Brani da menzionare sono Can I, Girls Love Beyoncé, Draft Day, ma è impossibile non pensare possa essere stata una semplice mossa commerciale per riciclare materiale preesistente. Anche se ha ricevuto una buona accoglienza, Care Package non è altro che un esercizio di stile – e di autopromozione.
7. Scorpion (2018)
Un’esplosione di ritmo ed abilità. Tuttavia, anche qui, alcuni testi sulle (ormai) stantie tematiche del successo e delle relazioni risultano pesanti: mancano di innovazione. La parte R&B dell’album rivela un Drake più riflessivo, con canzoni come In My Feelings. Il focus su questioni personali, come la conferma della sua paternità, aggiunge un tocco di dramma alla narrazione. Nonostante il grande successo e le posizioni al vertice delle classifiche, il computo di 25 brani rende l’album prolisso – e carente – lasciando dubbi sulla direzione futura della sua musica.
6. More Life (2017)
Un’esplosione di creatività. Questa “playlist” – appellativo presentato in cover – propone un sound unico, mescolando rap, R&B, dancehall e afrobeats. Il sound unico è reso possibile anche grazie a collaborazioni di livello con artisti come Giggs, Skepta e Young Thug. L’album riflette sulle radici dell’autore e sul desiderio di scoprire nuove influenze musicali. More Life mostra appieno Drake per quello che è: un artista dall’incredibile talento che ha voglia di osare, sempre.
5. What a Time to Be Alive (2015)
La collaborazione tra Drake e Future ci ha messo di fronte un album che aveva tutto il potenziale per essere un masterpiece del genere. Purtroppo non è stato così. Il racconto sul mondo del lusso, sull’essere celebrità e delle sfide personali, creano un ritratto avvincente, ma che non brilla. Grazie a singoli accattivanti come Jumpman e Big Rings, il joint album ha rapidamente scalato le classifiche. Purtroppo, sebbene la chimica fra i due, Drake si rifugia nella sua zona di comfort, penalizzando anche il ruolo di Future all’interno del prodotto.
4. Views (2016)
Il quarto album è uno dei lavori più personali del rapper di Toronto. Un omaggio alla sua città natale, in cui esplora il successo, l’amore e le relazioni con una sincerità disarmante. Sul lato prettamente musicale, Views è influenzato da una grande varietà di stili in grado di fotografare la vera essenza di Drake. Hotline Bling, One Dance e Controlla hanno consolidato la posizione di Drake nell’hip hop e nell’R&B contemporanei, continuando la sua serie di successi musicali.
3. If You’re Reading This It’s Too Late (2015)
Inizialmente presentato come un album, viene proposto come mixtape nel febbraio del 2015. Nelle liriche affronta temi come il successo e le relazioni personali, proponendo una variegata produzione musicale. Riflette sulla sua crescita come artista e sulla sua percezione del mondo che lo circonda. Il mixtape ha ricevuto critiche positive e ha debuttato al numero uno della Billboard 200. È senza dubbio uno dei picchi più alti della sua intera produzione.
2. Take Care (2011)
Semplicemente l’album che ha trasformato Drake in una leggenda dell’hip hop e dell’R&B. Questo viaggio emotivo esplora temi profondi come l’amore, il successo, la solitudine e l’identità personale, attraverso un’analisi introspettiva e una forte presa di coscienza. Il mood generale dell’intero album è sempre affascinante e le varie collaborazioni – tra cui Rihanna e Kendrick Lamar – contribuiscono a dare luogo a un’esperienza senza eguali. Take Care è un capolavoro che ha ridefinito il suono della musica contemporanea, consolidando la posizione di Drake come uno degli artisti più influenti della sua generazione.
1. Nothing Was the Same (2013)
NWTS rappresenta l’apice della carriera di Drake. Tutto il lavoro portato avanti nel corso degli anni – e che sembrava concludersi con Take Care – raggiunge la sua massima espressione con questo disco. Drake dà il meglio di sé. Il tappeto sonoro sembra essere dipinto sulla sua persona come un abito sartoriale: innovativo, mai banale, conservativo ma anche sperimentale. Nonostante le critiche, l’album ha avuto un impatto notevole sull’intero mercato, scrivendo il nome di Drake nelle pagine di storia dell’industria musicale. E di questo è consapevole lo stesso autore, come riportato da COMPLEX: “La musica che sto facendo è più diretta, più chiara, sono riuscito a esprimere i miei pensieri molto meglio in questo album. Take Care è un grande album ma l’ho ascoltato e ho capito dove potevo fare meglio e penso di aver fatto meglio proprio con questo disco”.
Bonus: For All the Dogs
Tutti aspettavate di trovare l’ultimo album di Drake all’interno di questa classifica. È comprensibile. È stata una scelta piuttosto ponderata. Si è optato per escludere FATD da questa tier list per una ragione semplice: chi scrive è una persona che, contrariamente da quanto molti hanno valutato, vede nell’ultimo progetto del rapper canadese un disco dal grande potenziale. E che non può essere valutato (e compreso) a solo una settimana dalla pubblicazione.
No, non è il miglior album di Drake, ma sicuramente uno dei suoi progetti più a fuoco da qui agli ultimi cinque anni. A distanza di tempo troviamo il progetto come autentico, in cui il suo autore non tenta di emulare se stesso, piuttosto gioca sui suoi punti di forza, e lo fa con stile.
Drake ha mantenuto la promessa: For All the Dogs è “per tutti i cani”, per tutti quelli che davvero lo hanno seguito e che hanno compreso quale fosse il suo obiettivo: fare musica solo ed esclusivamente secondo una visione personale, in grado (anche) di spaccare il mercato.
Articolo di Gianluca Faliero