Hip Hop

Giaime pubblica l’EP “Mula”: «È arrivato il momento di spaccare»

Nel progetto discografico di Giaime tanti i feat: Lazza, Emis Killa, Vegas Jones, Pyrex. Nell’ intervista gli inizi, il quartiere e il rapporto con la moda

Autore Benedetta Minoliti
  • Il17 Febbraio 2020
Giaime pubblica l’EP “Mula”: «È arrivato il momento di spaccare»

Città Studi a Milano, soprattutto negli ultimi 20 anni, è diventato uno tra i quartieri più vivi del capoluogo meneghino. Qui, tra Piazza Leonardo e Piazza Guardi, Giaime ha mosso i primi passi nel mondo del rap insieme al suo collettivo Zero2.

Dai primi brani caricati su YouTube, come Sulla Linea del Limite e Minorenni coi Trampoli, il rapper di strada ne ha fatta. Dal suo album d’esordio Blue Magic, pubblicato nel 2013, all’Ep Prima Scelta, è tornato più in forma che mai e ha pubblicato, venerdì 14 febbraio, il suo nuovo EP Mula (Jive Records / Sony Music).

Anticipato da Niente, in collaborazione con Pyrex, il suo nuovo progetto discografico è composto da 5 tracce, di cui 4 in featuring con diversi artisti del panorama rap italiano, come Lazza, Emis Killa e Vegas Jones.

Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo rivolto qualche domande su Mula, sui suoi inizi, sulla città e il suo quartiere.

L’EP è composto da cinque brani: sentivi l’esigenza, dopo tutta una serie di singoli, di pubblicare un prodotto “fatto e finito”? Hai scartato qualche canzone?

Siamo arrivati a decidere che sarebbe stato un EP, però c’erano tanti brani da inserire in più, secondo me, che appartengono allo stesso momento ma anche allo stesso mood. È stato un peccato doverli scartare, ma meglio così probabilmente. Queste tracce sono valide e le terremo per il futuro. Spesso lo facciamo. Le ripeschiamo, non ci facciamo grandi problemi. Per me un pezzo non è mai da buttare se è di qualità.

Perché Mula?

Il titolo è il mio cognome, prima di tutto. Poi, dal momento in cui Lil Wayne ha coniato il termine “mula” per indicare i soldi, ho pensato che potevo prendere il mio cognome e farlo passare per una cosa figa. Poi ovviamente non l’ho chiamato così per i soldi, ma per la metafora di arrivare ad un livello più alto.



Ci sono molti featuring ma parliamo soprattutto di Lazza. Siete molto amici, è una persona che ti tiene legato ai tuoi inizi. A proposito di questo: c’è qualcosa che ti manca di quando hai cominciato? E invece qualcosa che non ti ha mai abbandonato dagli esordi a oggi?

La cosa che forse mi può mancare è la spontaneità con cui ti approcci allo scrivere. Non rimpiango i miei inizi, anche perché grazie al mio percorso sono più completo da tutti i punti di vista. Non mi manca realmente niente, però ogni tanto ci ripenso alla spensieratezza con cui facevi le cose prima. Eravamo allo sbaraglio, se riguardi le cose che facevamo all’inizio si vede che non c’è l’esperienza che abbiamo oggi.

Ripeschiamo un tuo brano degli esordi, Sulla Linea del Limite con Mastarais. Il video è girato in alcuni luoghi iconici per i giovani della tua generazioni che abitano in Città Studi. Che rapporto hai con il quartiere e con Milano?

Quando mi sono trasferito sono subito andato a vivere lì. Stando sempre in piazza, al bar, la zona la vivi in tutti i modi. Non vado più in piazza a perdere tempo, ma le amicizie sono rimaste quelle. Quando scendo di casa vado a prendere il caffè sempre nello stesso bar da anni. Mi piace questo concetto di famiglia allargata, perché il mio quartiere è il più figo (ride, ndr.)

Ragione è il brano che chiude l’EP ed è un po’ diverso dagli altri. È più romantico e introspettivo. Qual è la sua storia?

Non ricordo perfettamente il giorno in cui l’abbiamo fatto, ma quando Andry The Hitmaker ha accennato il giro che senti all’inizio mi ha ricordato subito Post Malone, qualcosa di quel mondo lì. Sono molto influenzato da sonorità come la sua. Ho pensato, sentendo il giro, “questo mondo è figo” e l’ho voluto esplorare. Sono entrato in studio e il ritornello mi è uscito subito, già con le parole. È un insieme sia di esperienze mie che di storie di altri.

Ti piace inserire nei tuoi brani anche le storie degli altri…

Si, non scrivo sempre e solo quello che vivo io in prima persona. Se qualcuno mi racconta un fatto che ritengo interessante ci scrivo una rima sopra. Ne parlo in prima persona, ma non è per forza esperienza mia, ma la voglio raccontare.



Hai già ricevuto dei feedback sull’EP?

Si, e sono tutti positivi. Adesso mi andrò a vedere qualcosa di più. La partenza è di fuoco. Chi mi seguiva e mi segue voleva qualcosa di un po’ più corposo. So che non gli ho dato un disco, ma come ho detto durante la puntata di Real Talk “volevano l’album, ma gli ho dato l’EP, perché la qualità costa. Devi pagare se vuoi tutto, no?”.

Nelle cover dei tuoi singoli e anche in quella dell’EP c’è un’estetica molto curata. Che rapporto hai con la moda?

Se tu guardi i miei video di prima ti rendi conto che non mi seguivano degli stylist. Non me ne mai importato più di tanto, perché ingenuamente ho sempre detto “se uno fa delle belle canzoni non è importante il resto”, ma non è del tutto così. L’idea che tu dai, se poi va riflettere la musica che tu fai, è un binomio perfetto. Se tu vendi il gelato più buono del mondo, ma la confezione è brutta, meno persone lo compreranno e potranno assaggiarlo. Per me questo è importante. Poi chiaramente crescendo, e potendomi permettere qualche sfizio in più, ci faccio più attenzione, ma davvero non è una cosa che mi è mai appartenuta più di tanto.

Nell’EP ci sono artisti che sono nel mondo del rap, ma questo è un periodo in cui c’è tantissima contaminazione. Tu cosa ne pensi? Ti ci vedi a collaborare con cantanti di altri mondi o sentiresti di “snaturarti”?

Mi ci vedo assolutamente. Credo si senta che non faccio un rap categorico. La musica mi piace tutta. Sono curioso e poi è sempre positivo collaborare con le persone. Se sono migliorato ultimamente è anche grazie alle collaborazioni, perché ho visto altri lavorare, ho sentito altri pareri. Io collaborerei anche con Gigi d’Alessio, è da sempre un mio sogno nel cassetto.

Per festeggiare l’uscita dell’EP, e San Valentino, hai invitato a cena cinque coppie e hanno potuto ascoltare il progetto in anteprima. Com’è andata?

È stato bello, a tratti imbarazzante per me. È stato un momento di aggregazione e i ragazzi non erano a disagio tra di loro. Hanno cenato una coppia di fianco all’altra. Ho cantato tre pezzi, abbiamo parlato un sacco e poi gli abbiamo regalato anche dei gadget di Pornhub. Ci tengo tantissimo a parlare di sessualità in modo positivo ed educativo. Se le cose vengono dette nella maniera giusta vengono sempre recepite. Non bisogna guardare alla sessualità come un taboo, queste cose devono essere condivise. È stato un regalo provocatorio.

E loro come hanno reagito?

Hanno riso tutti. Però, visto che gli abbiamo regalato anche una tessera premium per Pornhub, spero ne facciano buon uso (ride, ndr.). Poi Pornhub è un brand figo, non è solo un sito porno, quindi mi piaceva accostarmi a loro per un evento così intimo, dedicato alle coppie.

Cosa porterai sul palco l’8 aprile al Gate di Milano? E perché proprio Gate?

Ci ho passato tantissimo tempo della mia vita. Ti racconto una chicca: noi rimanevamo sempre fino a chiusura e ci mettevamo con il fonico a fare i pezzi che non erano usciti, davanti agli cinque o sei che erano rimasti fino alle cinque del mattino. È stato scelto per una questione affettiva, per la capienza e perché è un nome. Su quel palco ci sono passati Ernia, Tedua, Capo Plaza, e hanno spaccato. Adesso vorrei che fosse il mio turno di spaccare su quel palco.



 

 

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