Cuore, polmoni, fegato: tutti gli organi dell’album “Persona” di Marracash
È uscito “Persona”, il nuovo album di Marracash. 15 tracce e 9 featuring per un concept album che attraverso vari organi va a comporre l’identità di Fabio
É uscito oggi, giovedì 31 ottobre, Persona, il nuovo album di Marracash. Un disco sicuramente attesissimo che segna il ritorno del “king del rap” a quattro anni da Status, pubblicato nel 2015. Persona, perdonerete il gioco di parole, è un lavoro molto personale. Un concept album dove ogni brano rappresenta una parte del corpo. Per citarne alcuni: polmoni, denti, cervello e cuore. Un disco in cui non mancano i featuring, ben nove, che non sono collaborazioni studiate a tavolino o, come ci ha tenuto a sottolineare sui suoi social lo stesso rapper, «attestati di stima». Ogni collaborazione è nata spontaneamente, pensando a cosa un certo artista avrebbe potuto dare in più alla traccia.
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L’idea di un lavoro sul corpo umano frullava nella testa di Fabio da anni. Il rapper aspettava solo il momento giusto. «Il lavoro effettivo sull’album è durato tre mesi. Avevo voglia di fare un disco più personale nella forma e nel sound. Quello che ne è uscito è una sorta di Frankenstein, un simulacro di me stesso» ha spiegato durante la conferenza stampa. «Inizialmente avevo pensato di chiamare il disco Avatar, perché per quanto potesse essere personale, non sarei mai stato davvero io, ma una proiezione di me stesso. L’idea di chiamare il disco Persona è venuta parlando con Venerus».
Venerus, dopo aver sentito quale sarebbe stato il concept dell’album, gli ha consigliato di chiamarlo Persona, come il film di Ingmar Bergman. «Ho visto il film e ho capito che il tema era esattamente quello del mio album: il dualismo dell’essere umano. Il voler mostrare una parte di sé che non è quello che si è realmente. Ormai lo facciamo tutti, attraverso i social. Creiamo delle figure che, alla fine, non ci somigliano poi così tanto» ha raccontato Marracash.
Il rapper, dopo un periodo piuttosto turbolento, sentiva il bisogno di raccontarsi, senza filtri o maschere. E, soprattutto, senza paura di fallire: «Come ho scritto in una traccia dell’album Nascondere il fallimento è una forma di fallimento. Raccontarmi mi aiuta a capirmi. Più cresci più ti rendi conto che cadono le barriere e le influenze che gli altri hanno su di te. Mi sono distaccato dal mio ultimo lavoro, dai social, e sono riuscito a scrivere il disco con un approccio più libero».
Rispetto al suo quarto disco in studio, Status, l’ultimo lavoro di Marracash è più introspettivo e, come detto anche da lui, più libero. Persona è frutto di un percorso individuale, durante il quale l’artista ha scavato nelle profondità del suo essere e si è distaccato da tutto quello che ormai gli andava stretto. «Quando mi sono trovato a scrivere le tracce del disco non ho fatto calcoli. Avevo accumulato talmente tante cose da dire che quando ho iniziato a scrivere tutti i giorni poi non sono più riuscito a smettere. Non ho fatto altro. I pezzi venivano fuori naturalmente e in modo più istintivo rispetto a Status. Lì l’intento era quello di dimostrare quanto fossi bravo a scrivere. Quello era un disco barocco, mentre questo è più istintivo, comunicativo».
Tra tutte le tracce del disco, sicuramente una delle più interessanti da scomporre (e da cercare di capire) è Quelli Che Non Pensano. Il brano, realizzato in featuring con Coez, rappresenta il cervello e presenta un campione del celebre brano Quelli Che Benpensano di Frankie HI-NRG. «Volevo riprendere un pezzo classico del rap italiano. Abbiamo contattato Ice One e Frankie, l’idea è piaciuta e ci hanno subito mandato i campioni. Quelli Che Benpensano era una critica all’italiano medio, al borghese, a chi fa ma non dice. È quel genere di ipocrisia italiana di chi nasconde la testa sotto la sabbia. È un brano figlio di anni diversi. Oggi siamo tutti sulla stessa barca, il non pensare riguarda un po’ tutti», ha spiegato il rapper.
E ha poi continuato «Di tutto questo sono complici il web, le fake news e la democratizzazione delle opinioni. Tutto questo ha creato dei paradossi e dei comportamenti più stupidi di quelli che analizzava Frankie. Questo è un momento di pensiero leggero e dobbiamo farci i conti quotidianamente».
Come già detto, per il nuovo album di Marracash c’era una grande attesa. Probabilmente è ancora troppo presto per dire se le aspettative sono state o meno ricompensate. Sicuramente, per il rapper vivere con gli occhi puntati sul suo lavoro non è facile: «Io sono sempre iper critico verso quello che faccio. Ovviamente c’è un abisso tra quello che la gente pensa di te e quello che tu pensi di te stesso. Mi rendo conto che l’aspettativa è altissima. Tanti mi hanno scritto come se dovessi fare una qualche “purga” della musica e so che tutto questo hype lascerà sicuramente qualcuno deluso. Questa volta ho gareggiato molto con me stesso, avevo diverse cose da dimostarmi».
Persona è un album ricco di featuring. Da rapper come Guè Pequeno, Coez e Luchè, alle nuove leve, come tha Supreme, Massimo Pericolo e Madame, fino ad arrivare a Cosmo, forse il feat più inaspettato del disco. In questo ultimo lavoro, che non vuole essere un manuale di anatomia, ci sono due organi che, però, organi non sono: l’ego e l’anima. Due brani ricchi di simbolismi e con due artisti della nuova scena rap italiana. Un uomo, tha Supreme, e una donna, giovanissima, Madame.
«Mi piaceva l’idea di riempire il disco di simboli, di diverse chiavi di lettura. In questi due brani c’è una divisione tra maschio e femmina. Da una parte Madame, fresca e pura, a rappresentare il mio lato femminile, e dall’altra tha Supreme, più estroso, a rappresentare il mio ego, la mia parte maschile. Loro, tra l’altro, sono i due ospiti più giovani del mio disco».
Per quanto riguarda Cosmo, che ritroviamo nel brano Greta Thumberg, che rappresenta lo stomaco, Marracash ha raccontato: «All’inizio voleva essere una provocazione. Il messaggio che volevo dare era “estinguiamoci tutti, acceleriamo il processo”. Poi lavorandoci con Cosmo è cambiato il messaggio. È diventato un brano più positivo. Il ritornello mi piace molto ed è bello quello che comunichiamo. Mi ci ritrovo. Con questa traccia chiudo un periodo di crisi con qualcosa di positivo».
É difficile paragonare Marracash a un qualunque altro rapper italiano. Lui, però, si ritrova molto in Massimo Pericolo. Ci si ritrova tanto da averlo invitato a partecipare al suo disco, nellla traccia Appartengono, che rappresenta il sangue. «Alessandro ha un’anima aggressiva, ma allo stesso tempo molto empatica e dolce, sia nelle canzoni che a livello umano. Sa esprimersi e raccontarsi. Della nuova ondata di rap è tra quelli con una marcia in più, perché riesce a comunicare concetti complessi in maniera semplice». I due rapper non hanno in comune solo la capacità di essere diretti, ma anche il background da cui arrivano: «Entrambi abbiamo una repulsione per la mediocrità, che è quello da cui veniamo: il nulla della periferia. Il fatto di avere una storia normalissima, banale, è una cosa che mi ha terrorizzato e penso terrorizzi anche lui».
Inutile girarci intorno, Persona di Marracash è un disco che fa riprendere fiato a uno dei rapper più talentuosi d’Italia. Una profonda boccata d’aria composta da 15 tracce, attraverso cui l’artista si racconta e si confronta con se stesso. Fabio combatte i suoi mostri e si lascia alle spalle un periodo difficile, regalando al pubblico un album da ascoltare e riascoltare, cercando di estrapolare tutti i simboli e i significati, provando così a comporre, attraverso i vari organi, questa incredibile Persona.