Non solo Rkomi. 5 copertine del rap italiano ispirate dal cinema
Il 30 uscirà Taxi Driver, il nuovo disco del rapper. A partire dal lampante omaggio a Scorsese, vediamo altre celebri rap quotes al cinema
Manca sempre meno alla prossima fatica discografica di Rkomi, che il 30 aprile condividerà con pubblico e critica Taxi Driver. Non poteva esserci scelta di campo più decisa dopo Dove gli occhi non arrivano. Il laccio che lega il nuovo disco del rapper milanese al capolavoro del cinema statunitense firmato da Martin Scorsese delimita atmosfere e immaginari ben precisi, e permetterà a chi conosce il film in questione di orientarsi lungo il progetto. Per tutti gli altri, un assist al bacio per recuperare una delle più straordinarie performance di Robert De Niro.
Tra rap e cinema
Non è la prima volta che il rap si cimenta nel citazionismo cinematografico nelle copertine dei propri album. Da Gucci Mane che riprende I Soliti Sospetti per The Appeal: Georgia’s Most Wanted a Rich The Kid che omaggia Scarface in The World Is Yours, la lista di quotes tra gli statunitensi è lunga. Per questa volta ci limitiamo a proporvi le copertine di cinque importanti album del panorama italiano, dichiaratamente ispirate a film conosciuti e amati in tutto il mondo.
Persona, Ingmar Bergman
Partiamo con uno dei migliori progetti rap degli ultimi tre anni, Persona di Marracash, che già dal titolo ci rimanda direttamente ad uno dei lavori più discussi e sperimentali di Ingmar Bergman. Il Persona del regista svedese esce nel 1966, e bastano pochi minuti di visione per riallacciarlo direttamente all’album dell’intelligangsta. La copertina riprende infatti una delle scene iniziali del film. Reference che proseguono fin da Body Parts, attacco di un disco che Marra ha ritenuto sposarsi alla perfezione con la storia dell’infermiera Alma e dell’attrice Elisabeth.
Malèna, Giuseppe Tornatore
Per la copertina del suo miglior album, Guè Pequeno ha scelto uno scatto decisamente all’altezza. La selva di mani pronte ad accendere il sigaro alla G nazionale nella copertina di Vero rimandano inevitabilmente ad un’iconica scena di Malèna di Giuseppe Tornatore, dove Monica Bellucci riceve lo stesso trattamento.
Fargo, Ethan e Joel Coen
Non tutti sanno che dietro alla cover dell’album di Mecna Laska c’è l’influenza di Fargo, fra le pellicole più apprezzate dei fratelli Coen. «Se dovessi identificare la scelta con un paesaggio immaginario ti citerei uno dei miei film preferiti, Fargo, dei fratelli Coen: una landa bianca, immensa, ghiacciata. Non è un caso che per la scritta Laska mi sono vagamente ispirato al lettering delle grafiche della serie televisiva prodotta da FX, che poi altro non sarebbe che un nome ricamato su lana», ha commentato il rapper a Deerwaves.
Tokyo Fist, Shinya Tsukamoto
Questa la sanno anche i sassi. D’altro canto parliamo di una pietra miliare assoluta della scena tricolore. La copertina di Mi Fist dei Club Dogo, considerato da parecchi appassionati il disco migliore della storia del rap italiano, si rifà a Tokyo Fist del regista giapponese Shinya Tsukamoto, cult del 1995.
Il libro della giungla, Wolfgang Reitherman
Chiudiamo con Mowgli di Tedua, citazione a Il libro della giungla, arcinota raccolta di storie del 1894 firmata dallo scrittore inglese Rudyard Kipling, divenuta poi uno dei film più amati nella storia del cinema di animazione. La produzione Disney esce nel 1966, segnando indelebilmente l’infanzia di milioni di bambini. Compreso il rapper ligure.