Sick Luke, esce “X2”: il futuro dell’urban italiano (spiegato bene)
Creare una nuova wave? Il producer romano ci era già riuscito qualche anno fa. Questa volta, con il suo primo album ufficiale ricco di ospiti e combinazioni inedite, si è spinto oltre, permettendoci di dare uno sguardo anche a ciò che accadrà domani
Se in questi mesi (o addirittura, anni) vi siete chiesti quale potesse essere il futuro prossimo dell’urban italiano, la risposta ce la serve oggi su un piatto d’argento Sick Luke. Perché se negli ultimi tempi l’evoluzione del rap (e del pop) ha portato a riconoscere che la contaminazione è ormai la chiave di tutto – pensiamo a dischi di successo come Taxi Driver di Rkomi, forse l’esempio più eclatante dello scorso anno – con il suo X2, in uscita oggi per Carosello Records, il producer romano ci dà una conferma assoluta di questo trend.
Del mondo a cui appartiene Sick Luke c’è ancora molto. A partire da alcuni ospiti della tracklist, che in un certo senso sono un po’ come gli amici storici che non possono mancare alla sua grande festa. Da Tedua a Ghali, fino a Fabri Fibra, Mecna e Sfera Ebbasta, al primo sguardo ci si aspetta di ascoltare qualcosa con cui abbiamo già una certa familiarità. Il fatto è che molte delle coppie che il producer ha formato per questo suo primo album ufficiale confutano questa tesi del tutto.
Ciò che ascoltiamo lungo le 17 tracce di X2 è una sintesi di passato, presente ma soprattutto futuro, quello di cui parlavamo qualche riga sopra. Ed è un futuro che non ci spiazza, anzi: come una carezza, ci suggerisce che altre strade sono possibili, e che se abbiamo il coraggio di guardare oltre, lassù, oltre le nuvole, ci sta sempre il sereno (da Falene, feat. Franco126, Coez e Ketama126), anche musicalmente parlando.
Sick Luke: più che un manifesto, X2 è un dato di fatto
In pratica, X2 è la manifestazione di un qualcosa che oggettivamente esisteva già, ma che si è finalmente concretizzato dando un significato reale, in musica, a ciò che sta succedendo nella nostra contemporaneità. I confini – fra generi, categorie, settori – sono sempre più sottili ed è esattamente ciò che Sick Luke ci sta dicendo con le sue scelte. Perché non spingersi oltre, provando a sperimentare facendo quel piccolo step in più? E, soprattutto, perché non farlo senza più alcun timore di essere giudicati?
Il segnale che questo slancio è pienamente riuscito lo abbiamo avuto con anticipazioni come La strega del frutteto, il primo singolo estratto con le voci di chiello e Madame. Ma nell’album ci sono ancora molti esempi che pop, trap, rap e indie possono e devono convivere, oserei dire per sopravvivere.
E il punto è che questa intuizione ha funzionato. Svecchiare la trap? Fatto: ascoltate Dream Team e tornetete a flexare come mai fatto prima sul ritornello di Pyrex, ma con uno status mentale del tutto nuovo. Volete un brano che vi spacchi il cuore a metà? Provate con Il giorno più triste del mondo, dove Ariete sta maledettamente bene al fianco di Mecna e del suo stile che ormai abbiamo imparato ad amare (e che è sempre a suo agio sulle produzioni di Sick Luke, come visto nel joint album Neverland).
X2, un mosaico in musica
Di esempi ce ne sarebbero ancora un bel po’, perché in realtà ogni brano di questo X2 ha di per sé un qualcosa che stupisce. Sick Luke è riuscito a proporci un disco in cui non si distacca davvero da ciò che ci ha fatto affezionare a questo o quell’altro genere, a questo o quell’altro artista, ma il suo interpretare e combinare la caratteristica principale di ognuno di essi in maniera inedita ha dato al progetto una forza mai vista prima.
Ascoltandolo tutto d’un fiato arriviamo alla conclusione che alcune delle collaborazioni presenti – se non tutte – aspettassero soltanto che qualcuno le realizzasse. E ciò che ne è uscito è stato senza dubbio magico. Da Leon Faun con Drast, da tha Supreme con Sfera Ebbasta, fino alla combo tra Cosmo e Pop X. Per non parlare delle gemme nascoste nel disco, come le trombe suonate dal padre di Ketama nel brano con Gaia e Carl Brave, Mosaici, fino all’ultima perla di Sick Luke insieme al padre, Duke Montana, in chiusura. Tutto, dentro X2, è una sorpresa continua.
Un mosaico, proprio per riprendere uno dei titoli, composto di tanti tasselli, tante voci, tante personalità. Da quella dark farfastrellosa e visionaria che pervade ogni strumentale, a quella dei singoli artisti, che fra loro – seppur differenti – sono parte di un unico disegno.
X2 può essere infatti guardato in due modi: da lontano, proprio come va osservato un mosaico, per coglierne l’immagine complessiva. Oppure, lo possiamo guardare da vicino, ammirando i contrasti di ogni tassello, i colori, le forme. E rendendoci conto che ognuno di questi è perfettamente al suo posto e in armonia con gli altri. Insomma: Sick Luke ci ha dato la prospettiva giusta non solo per capire al meglio il suo nuovo progetto, ma per darci un metodo efficace per affrontare e comprendere tutta la musica che deve ancora venire.