Suge Knight non testimonierà contro Keffe D per l’omicidio di Tupac
Intervistato da TMZ, il co-fondatore della Death Row Records ha dichiarato di essere rimasto sorpreso dall’arresto di Duane Davis
A pochi giorni dall’arresto di un sospettato per la morte di Tupac, Suge Knight, co-fondatore della Death Row Records ha commentato la vicenda, avvolgendola ancora di più nel mistero. Intervistato da TMZ, Knight ha dichiarato che – sebbene lui e Duane “Keffe D” Davis facessero parte di due fazioni rivali -, qualora fosse chiamato a farlo non testimonierebbe contro di lui per l’omicidio di Tupac Shakur (che all’epoca faceva parte della Death Row). Anzi, sostiene che i poliziotti abbiano sbagliato ad arrestarlo, aggiungendo che l’assassino di Tupac non è nemmeno Orlando Anderson, il defunto nipote di Keffe D.
Suge Knight si trovava nella BMW con Tupac la notte del 7 settembre 1996 a Las Vegas, quando il rapper fu raggiunto da dei colpi di arma da fuoco per poi morire sei giorni dopo. Ma ha giurato che a prescindere da ciò che accadrà nel caso della morte di Tupac, “non dirà mai una parola negativa su quell’uomo” (riferendosi a Davis, ndr). E soprattutto, che non augurerebbe la prigione nemmeno al suo peggior nemico. Al momento, infatti, Suge Knight si trova in carcere per scontare una condanna di 28 anni per omicidio volontario.
I problemi giudiziari di Suge Knight
Nel 2015 il produttore era stato arrestato dalla polizia di Los Angeles per aver investito intenzionalmente due uomini, Cle Sloan e Terry Carter. Uccidendo il secondo e scappando senza prestare soccorso. Secondo alcuni testimoni oculari, Suge Knight avrebbe seguito i due uomini dopo un litigio nato durante le riprese di Straight Outta Compton. L’anno successivo, Knight fu ritenuto colpevole di aver commissionato l’omicidio di Eminem del 2001. L’agguato avvenne ai Source Awards e fu sventato grazie alle guardie del corpo di Dr. Dre.
Inoltre, la figura ambigua di Suge Knight non fu immune da speculazioni circa un suo coinvolgimento nella morte di Tupac. Infatti, pur sedendo di fianco a lui, l’impresario rimase praticamente illeso dai colpi di pistola. Cosa che provocò un forte sospetto su una sua connivenza nell’omicidio. Secondo alcune teorie cospirative, Knight si sarebbe reso complice del decesso del rapper. Poiché quest’ultimo stava per lasciare la Death Row per fondare una propria etichetta.
Dunque, sebbene ora ci sia un nome per l’omicidio di Tupac, la morte di uno dei rapper più iconici del secolo non sembra ancora aver trovato una soluzione. La verità verrà mai definitivamente a galla?