Andrea Laszlo De Simone, sospeso nel tempo e amato dai francesi
Definito il nuovo Tenco, orgogliosamente anacronistico, Andrea Laszlo De Simone sta andando sempre più forte Oltralpe. Ecco perché
Oggetto Musicale Non Identificato: chiamiamolo così. Generalità da aristocratico. O da avventuriero. Aria stralunata in fotografia. Quale attività principale dichiara la cura di due figli in tenera età.
E si compiace del proprio anacronismo: «Qualche giorno fa ho abbandonato lo smartphone e mi sembra tutto bellissimo», scriveva giorni fa Andrea Laszlo De Simone su Facebook.
Quanto alla musica, ne produce in varie forme: suite epiche (Immensità, 2019) o semplici canzoni, come Vivo, pubblicata a Capodanno in rete su un canale tematico con filmati da webcam provenienti da vari luoghi del mondo. Di recente la si è ascoltata in rotazione sui network radiofonici nazionali, dove qualcuno ha definito precipitosamente l’artista “il nuovo Tenco”.
Anche se il languido sciabordio d’archi in cui veleggia ricorda gli arrangiamenti di Jean-Claude Vannier per Gainsbourg ai tempi di Melody Nelson. Sarà per questo che i francesi lo adorano: Les Inrockuptibles l’ha piazzato sul podio dei dischi dell’anno e Liberation ha spedito un inviato a Torino per intervistarlo, mentre Le Monde l’ha collocato al crocevia fra Battisti, Ravel e Radiohead.
Andrea si schermisce: «È ovvio che i complimenti mi lusinghino, ma per me il successo personale sta da qualche altra parte: non cerco chissà quale riconoscimento, mi piace fare la musica e non penso a quello che succede intorno», mi ha detto tempo fa. Vive dunque in uno strano altrove, adesso o forse domani, benché suoni tipo ieri: una specie di futuro anteriore.