Eugenio in Via Di Gioia: guarda in anteprima “Altrove” in versione unplugged
Oggi in anteprima per Billboard, il video della versione unplugged di “Altrove” degli Eugenio in Via Di Gioia feat. Charlie Urick
A fine settembre è uscito Altrove, il nuovo singolo degli Eugenio in Via Di Gioia che anticipa la pubblicazione del loro nuovo lavoro di studio, terzo della loro discografia e primo per Virgin Records (Universal Music). In anteprima per Billboard, vi presentiamo oggi il video della versione unplugged del brano, realizzata ai Docks Dora di Torino insieme al cantante americano Charlie Urick.
“Altrove è un urlo all’abbandono ovattato sotto la coperta pesante della lucidità – raccontano gli Eugenio in Via di Gioia a proposito del brano – Il mondo intorno a noi si autoconvince di assiomi, produce instancabile e, senza fermarsi a pensare, vive in balia del flusso costante degli eventi. Altrove è una presa di coscienza, un’evasione da questa realtà. Un’evasione dal dover per forza sottostare alle regole, una fuga dall’asservimento a questa società che porta con sé patologie e distorsioni come competitività, egocentrismo, egoismo, vanità, giustificandole nella quotidianità come giusto perseguimento del successo”. Per l’occasione abbiamo intercettato i ragazzi per uno scambio di battute sul brano e sulle loro attività recenti, che potete leggere qui sotto.
In questa versione acustica di Altrove suonate con Charlie Urick, un artista piuttosto distante da voi in tutti i sensi. Come vi siete conosciuti? E dove è stato girato quel video?
Questa collaborazione è nata per puro caso, grazie all’intuizione del nostro fonico. Charlie passava da Torino per una vacanza in Europa e il nostro fonico, amico di entrambi, ha organizzato un incontro in un baretto. Parlando di musica ci siamo trovati subito in sintonia. Così in un attimo eravamo ai Docks Dora, location perfetta per una jam session, ed è uscito fuori questo video.
In Tutti Su per Terra avete collaborato con Willie Peyote. Negli ultimi anni abbiamo assistito a un avvicinamento (o riavvicinamento?) di certo rap italiano a quell’alveo che potremmo definire indie pop, al quale la vostra musica fa riferimento. Secondo voi quali frutti può ancora dare artisticamente questa sorta di sodalizio?
Sicuramente la contaminazione porta a crescita artistica e perciò speriamo che continui evolvendosi, senza fossilizzarsi o arenarsi. Per quel che riguarda noi, saremmo curiosi di sperimentare altre collaborazioni nel prossimo disco. Per quel che riguarda la scena della nostra penisola speriamo che proprio grazie a maggiori ricerche sonore e di contaminazione nei prossimi anni riesca a farsi largo anche fuori dal mercato nazionale.
Quest’anno avete fatto molta attività live. Che tipo di rapporto avete con il vostro pubblico?
Sì, abbiamo fatto davvero tanti live tra raduni, concerti e “buskerate” e il nostro rapporto col pubblico va a gonfie vele. Da un anno a questa parte si è generata una sorta di tradizione nata in maniera del tutto naturale e spontanea. Quando suoniamo in giro per le regioni italiane le persone del luogo ci portano del cibo locale. A fine concerto lo condividiamo con tutti quelli che vogliono al banchetto del merchandising. È così che è nato #cibointour.
Voi vi dedicate a moltissime attività diverse, dagli spettacoli teatrali alle attività formative per i ragazzi del liceo. Tutti questi stimoli poi trovano un riflesso nel modo in cui fate musica?
Sì, diciamo che passare molte giornate coi ragazzi e mettersi continuamente alla prova con nuove tecniche di comunicazione fa nascere un sacco di spunti creativi e ci aiuta a fare ordine. Un po’ come se, raccontandoli, i nostri pensieri prendessero forma più rapidamente e nitidamente.
Il vostro è un progetto molto crossmediale, come si dice oggi. Insomma: non di sole note vive la musica?
Sì, noi cerchiamo di raccontare il nostro modo di vedere il mondo attraverso tutti i canali possibili. Esplorare tanti contesti utilizzando i più disparati mezzi e strumenti a disposizione ci permette di variare il registro e di arrivare trasversalmente a pubblici opposti. Si può dire che le nostre canzoni siano il punto di partenza di un progetto comunicativo più ampio che vorrebbe coinvolgere quanti più linguaggi artistici possibile: video, grafica, teatro…
A proposito di Altrove avete detto che “il cambiamento arriva solo se la presa di coscienza diventa collettiva”. Un tempo la musica veicolava messaggi capaci di cambiare la coscienza delle persone (o perlomeno di alcune): e oggi?
Oggi il rischio di risultare moralisti scoraggia i cantanti ad inserire nei brani il proprio punto di vista sul mondo che li circonda. Noi dal canto nostro cerchiamo di affrontare temi che smuovano qualcosa dentro e di generare dubbi e domande in chi ascolta. La mia impressione è che invece spesso la tendenza sia raccontare se stessi, con pregi e difetti, ma senza concentrarsi su messaggi o valori da veicolare. Chissà, forse la musica oggi vuole assumere un ruolo diverso, emozionare e non travolgere.
Guarda in anteprima il video di Altrove in versione unplugged
Eugenio in Via Di Gioia – Bio
Vincitori del premio della critica al Premio Buscaglione 2013, un anno dopo gli Eugenio in Via Di Gioia debuttano con l’album Lorenzo Federici. Nel 2017 il singolo Giovani Illuminati, tratto dal secondo album Tutti Su per Terra, accompagnato dal primo videoclip musicale in hyperlapse realizzato in Italia, entra stabilmente nella classifica Viral Top 50 Italia di Spotify, mentre il secondo singolo Chiodo Fisso in pochi mesi supera il milione di riproduzioni. Ad aprile 2018 esce Selezione Naturale feat. Willie Peyote.
Gli Eugenio in Via Di Gioia sono un progetto musicale ma anche molto altro: progettano percorsi formativi sulla creatività per le scuole superiori e partecipano a iniziative di divulgazione scientifica, si occupano di riprese video, montaggi, lavori in grafica, illustrazioni e animazione e hanno anche prodotto uno spettacolo musicale-teatrale dedicato ai 40 anni della legge Basaglia.