Storia di un incontro perfetto: Ginevra e Ceri. L’intervista
Non lo farei mai è il primo singolo di Ginevra e Ceri: lei cantautrice dalle influenze più oscure e lui, produttore più solare e giocoso
Chi riesce a capire come stare bene da solo e insieme agli altri è fortunato. Trovare un equilibrio nella vita non è affatto semplice. Ceri, nel suo nuovo EP Insieme, prova però a spiegare come ci si sente una volta che, dopo aver capito il segreto per stare bene da soli, si riesce a stare “in pace” anche con gli altri.
Per farlo ha chiamato una serie di artisti, tra cui Ginevra, con cui ha collaborato per uno dei brani più interessanti del progetto, Non lo farei mai. Il singolo, uscito in concomitanza con l’EP, parla di amicizia e, in particolare, di tutto ciò che “non faresti mai” ad una persona a cui vuoi veramente bene.
Ginevra e Ceri si sono capiti fin da subito. Anche se sembrano arrivare da due mondi diversi, hanno molte cose in comune. Ginevra, nata nel 1993, ha all’attivo due EP: Ruins, uscito nel 2019 e totalmente in inglese, e il più recente Metropoli, pubblicato nel 2020, dove si è cimentata con l’italiano. Legata ad Asian Fake, Ginevra è riuscita a farsi strada nel mondo urban e a collaborare, prima di Ceri, con Mecna e Ghemon.
Se Ginevra è più schietta e dalle influenze più scure, Ceri è invece “l’altra faccia della medaglia”, quella più colorata e caleidoscopica. Il producer, nato nel 1990, ha pubblicato il suo primo EP, Soli, nel 2019, e in questi anni ha collaborato con diversi artisti, da Franco126 a Frah Quintale, da Coez a Mahmood.
Li abbiamo incontrati su Zoom per farci raccontare qualcosa di più sul loro primo singolo insieme e i sui loro progetti.
Vi siete subito trovati molto in sintonia. In un certo senso si parla anche di questo nell’EP. Questo brano è una sorta di dichiarazione d’amore universale, rivolta ad un amico o a chi si ama.
Ceri: Ho cercato di evitare di fare dei pezzi che parlassero di relazioni d’amore. Volevo ampliare il discorso. La relazione amorosa è una parte dell’insieme, ma per me era importante riuscire a toccare tutti gli altri punti. L’ho spiegato a Ginevra e lei ha subito capito cosa intendevo.
Ginevra: Sì, infatti si parla proprio di un’amicizia tra due persone, di una serie di cose che non farei mai a qualcuno a cui voglio veramente bene. Poi, anche l’amicizia è una forma d’amore. Insomma, il brano nasce per due amici.
Durante il lockdown io riuscivo ad ascoltare solo musica elettronica, anche mentre facevo attività che solitamente non vanno proprio a braccetto con questo genere. Quali sono i vostri ascolti e i vostri punti di riferimento?
Ginevra: Abbiamo degli ascolti in comune. Ad esempio Floating Points, ma anche Four Tet. Io ascolto molta musica inglese, anche perché le mie radici musicali arrivano da lì.
Ceri: Ginevra è un po’ più scura di me, io adoro le cose colorate. Four Tet, ad esempio, mi piace molto. Anche se devo dirvi che l’ho visto in Marocco e non mi è piaciuto molto (ride, ndr). Probabilmente non era il luogo giusto per una sua esibizione, non so.
A proposito di luogo giusto: con i club chiusi, quindi sognando ad occhi aperti, quale sarebbe la situazione giusta per ascoltare il vostro pezzo?
Ginevra: Me lo immagino in una situazione luminosa, al tramonto per esempio. Sarebbe davvero figo poterlo suonare ad un festival durante un momento del genere.
Ceri: Sicuramente in riva ad un lago. Poi, tutto l’EP è in cassa dritta, però volevo che venisse fuori qualcosa che puoi ascoltare sia durante una serata che a casa.
Ginevra autrice e il significato delle cover dei brani dell’EP di Ceri
Parlando dell’EP, mi racconti qualcosa della scelta grafica e dei vari simboli che hai scelto per i singoli?
Ceri: Da tempo volevo contattare questa illustratrice inglese, Ella Webb. Le ho scritto e mi sono sentito felice quando mi ha risposto, come se avessi chiesto un feat a Bon Iver e mi avesse detto di sì. Io sono un patito di mappe e i simboli, che lei chiama diagrammi, sono delle rappresentazioni delle sezioni della terra. Comunque la copertina è il continuo di Solo, il mio primo EP. Lì c’era un tizio solo su una montagna, mentre qui è come se avessimo zoomato all’indietro per vedere cosa c’è davvero.
Ginevra, tu sei anche autrice e hai scritto anche per Noemi. Com’è stato scrivere per un artista come lei, così diversa da te?
Ginevra: Con Veronica (Noemi, ndr) abbiamo fatto un percorso e si è creato un lavoro di gruppo autoriale molto bello, dove ho lavorato con colleghi e amici. Lei ci ha lasciato davvero molta libertà, essendo anche in un momento di cambiamento. Si è lasciata guidare dalla mia visione e per me noi è stato sicuramente molto istruttivo, anche perché è la mia prima esperienza come autrice. Ci ha dato davvero modo di raccontarla moltissimo, c’è molta più Veronica di Ginevra, ed è giusto così. Abbiamo lavorato con lei, dettando la nostra linea, ma senza sovrastarla.
Come conciliare tutti gli aspetti della “vita da artisti”
La figura del producer in questi ultimi due anni è cambiata. Dall’essere dietro le quinte siete diventati protagonisti. È arrivato il vostro momento? Qual è stata l’esigenza?
I producer sono sempre stati importanti, solo che adesso abbiamo più visibilità. Secondo me, a volte, questa visibilità non andrebbe ricercata. Il disco è di chi scrive. Se vuoi essere allo stesso livello di chi stai producendo, forse stai sbagliando approccio. Io, ad esempio, ho chiesto a Ginevra di partecipare all’EP e l’ho lasciata libera. Se Ginevra mi dovesse chiedere di produrle il disco, io non le direi mai cosa deve dire. Quindi, in realtà c’è solo un’esposizione mediatica, che è giusto, perché così le persone possono capire chi l’ha prodotto. L’importante è trovare un equilibrio. L’obiettivo non deve essere andare sopra l’artista che produci, devi fare un bel lavoro e basta.
Tornando a Ginevra, quali sono i tuoi progetti in questo momento?
Senza segreti: sto scrivendo molto e sto lavorando all’album. Però, mi sto prendendo il mio tempo, perché sto scrivendo anche per altri. Avendo provando l’esperienza dell’uscita di un disco in lockdown mi sono detta ‘magari aspettiamo un attimo prima di riprovare quest’esperienza’. Sicuramente ho in programma di fare dei live, per quanto possibile, quest’estate, proponendo sia il mio ultimo EP che cose nuove.
Voi due siete artisti a 360°. Come riuscite a conciliare tutti gli aspetti?
Ginevra: Io cerco di non fare mai tutto insieme. Quando lavoro per me stessa voglio essere super personale e schietta, a tratti anche scomoda. Invece dando le mie parole ad altri faccio più attenzione, cercando di entrare nel loro mondo. Comunque è abbastanza complesso coordinare tutto.
Ceri: Ho capito che lavorare al mio progetto solita mi serve a ricaricare le pile. Spesso ho iniziato i pezzi dell’EP dopo ave finito la sessione con qualcuno che stavo producendo. Le due cose comunque convivono, una alimenta l’altra.