Nicolò Carnesi racconta la riedizione del suo album di debutto, “Gli eroi non escono il sabato sera”
Il cantautore racconta il disco, uscito oggi, completamente rinnovato e con diversi ospiti, dai FASK a Brunori Sas
A 10 anni di distanza, Nicolò Carnesi pubblica la riedizione di Gli eroi non escono il sabato, il suo album d’esordio. Pubblicato oggi, il disco è completamente rinnovato nei suoni, interamente reinterpretato e cantato insieme a diversi ospiti. Nell’album, infatti, sono presenti: Fast Animals and Slow Kids, Lo Stato Sociale, Appino, Cimini. E ancora: Dente, Dimartino, La Rappresentante di Lista, Oratio, Gregorio Sanchez, Brunori Sas, Max Collini e Donato.
Ad anticipare l’uscita della riedizione di Gli eroi non escono il sabato diversi brani: Levati, con Dente, Kinder Cereali all’amianto, con i FASK, e Penelope, spara! con Dimartino.
Nicolò Carnesi ci ha raccontato, in esclusiva, le differenze tra l’album pubblicato 10 anni fa e la riedizione uscita oggi, venerdì 17 giugno.
Nicolò Carnesi racconta la riedizione di Gli eroi non escono il sabato
La Palermo di 10 anni la ricordo rappresentata da una scena musicale viva e coinvolgente. Si suonava nei locali facendo puntualmente mattina, ci si scambiavano idee ed esperienze, si sperimentava con le parole e i giri armonici. Eravamo giovanissimi artisti con la valigia zeppa di entusiasmo e creatività.
Eravamo agli albori delle piattaforme streaming, perciò ogni volta che usciva un nuovo disco, lo si toccava tra le mani, lo si viveva per le strade, lo si assaporava nei lettori CD o, ancor meglio, dal vivo nei locali. Un disco diventava un modo per stare insieme tra una bevuta, una strimpellata e 4 chiacchiere. Ho nostalgia di quel mondo, non era poi così male.
Da quelle esperienze nasceva il mio primo disco “Gli eroi non escono il sabato” e si avviava la mia carriera in giro per l’Italia.
Nonostante siano passati solo 10 anni, che non sono poi così tanti, la nostra contemporaneità si mostra molto diversa, i cambiamenti si sono susseguiti veloci ed esponenziali tanto che sembra quasi di vivere in un’altra epoca.
La pandemia, però, per un intervallo di tempo, ha rallentato di nuovo un po’ tutto. La stasi forzata ci ha concesso di ritrarci in noi stessi, magari per guardare, con nuovi occhi, il passato e le esperienze vissute. Avvicinandomi al decennale del disco, trovavo bizzarro ed ironico che quegli eroi che non uscivano il sabato, ora fossimo tutti noi, costretti nelle pareti di casa per mesi. Eroismo in pantofole, il mio preferito.
Ho cominciato a pensare di non trascurare quello che ha rappresentato un disco davvero importante per me, ma di riprendere quelle canzoni, con una visione del mondo appena post adolescenziale, per provare a reinterpretarle e capire se potessero respirare una nuova vita. Per realizzare il progetto ho chiamato amici e colleghi che, nel corso della mia carriera, hanno influito umanamente ed artisticamente su me. Almeno una parte di essi, in caso contrario non sarebbe bastato un solo disco!
Insieme, abbiamo inciso quello che è accaduto nel corso degli anni, in tutti quei concerti dove abbiamo suonato e cantato dinanzi allo stesso pubblico.
Ho scavato per ritrovare parte di quello che sono stato, cercando di guardare a quella versione di me da osservatore esterno e non coinvolto; quella parte si è unita con ciò che sono diventato. In questo percorso ho trovato nuove idee, nuovi spunti e modi di approcciarmi ai testi e agli arrangiamenti. Il risultato è che sto già scrivendo tante canzoni che confluiranno presto in un nuovo disco.
Come scrisse il filosofo Kierkegaard: “La vita può essere capita solo all’indietro ma va vissuta in avanti”.