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“Skinny Love” compie 10 anni: Wrongonyou parla del capolavoro dei Bon Iver

Il 28 aprile 2008 usciva come singolo “Skinny Love” dei Bon Iver, capolavoro generazionale che avrebbe segnato il suono degli anni ’00. Wrongonyou, grande fan di Justin Vernon, spiega perché è un pezzo imprescindibile per la moderna pop music

Autore Billboard IT
  • Il28 Aprile 2018
“Skinny Love” compie 10 anni: Wrongonyou parla del capolavoro dei Bon Iver

Sono passati 10 anni dalla pubblicazione di Skinny Love dei Bon Iver. Sono passati 10 anni da quando lui ha suonato la prima volta al South by Southwest, dove qualche settimana fa sono stato invitato ad esibirmi anch’io. Vi dirò di più: io e Justin Vernon abbiamo praticamente 10 anni di differenza, quindi lui ha scritto quel capolavoro e ha calcato i palchi del SXSW quando aveva circa la mia età.

Trovarmi al suo stesso punto di partenza è un’emozione e un onore. Mi fa riflettere. Ho conosciuto i Bon Iver per caso su YouTube, dove ho trovato il suo set al Coachella. Subito sono rimasto colpito da come Justin cantasse solo in falsetto, nonostante sia un omone di due metri. Ti aspetteresti un vocione più grosso, no? Ma più di tutto mi colpì la non-struttura delle sua canzoni, soprattutto nel primo album, For Emma, Forever Ago, e nell’ultimo, 22, A Million. Skinny Love in particolare non ha la struttura canonica: ha batteria, chitarra e cori ma non ha né basso né tastiere, non è una canzone pop e nonostante questo è diventata una delle più conosciute al mondo, perlomeno in America. Lì la conoscono tutti. Si sente tutta la passione di Justin in questa canzone.

La storia che accompagna la genesi di For Emma, Forever Ago sa di fiaba d’altri tempi, di emozione pura: dopo una delusione d’amore Justin si è rifugiato nella rimessa di caccia del padre in North Carolina dove ha buttato fuori tutto ciò che aveva dentro. Lì ha inciso tutto il disco con un solo microfono, marca Shure, un registratore a quattro tracce, una seconda chitarra baritona e una vecchia batteria, un pezzo alla volta, senza clic, con i (pochissimi) rumori naturali. È stato uno sfogo effettivo: tutto quello che lo turbava è stato vomitato in musica. In tanti dopo hanno cercato di imitarlo, ma solo quella sua Skinny Love è una canzone pura: quella passione nella voce, quel cigolio dello sgabello, la chitarra che scricchia, lo schiarirsi la gola.

I Bon Iver non hanno eguali in quel tipo di songrwriting. Hanno determinato un pre- e un post-Bon Iver ma soprattutto hanno dato coraggio: più libertà d’espressione, meno mentalità mainstream a livello di produzione. Penso che con quella canzone e quell’album abbiano ridefinito il suono, che non deve essere per forza e sempre pieno di tastiere con la voce precisa, un nuovo mood e una nuova genuinità difficile da afferrare.

Dieci anni fa il SXSW è stato particolarmente sveglio ad invitarli. È un festival grandissimo: la gente gira, ascolta, e dove vuole si ferma. Io all’edizione 2018 ho suonato tre volte, in tre giornate piene di sole in una città che si era messa totalmente a servizio della musica. Ho visto persone sfilare vestite da panda, musicisti di strada approfittare della situazione, ho anche incontrato Steve Aoki che girava tranquillo per le vie. Sono contento perché durante la mia esibizione sul palco di The Velveeta Room ho riscosso molti complimenti dal pubblico. Si sa che non è facile per un italiano andare a cantare folk in lingua inglese nella patria di questo genere: insomma, come andare a rubare a casa dei ladri!

A proposito di live: nel 2016 suonavo a Bologna e a fine concerto si è avvicinata una ragazza asiatica. Si chiamava Elizabeth, parlava un po’ di italiano, era lì per dare ripetizioni di inglese. In realtà mi raccontò che era lei “quella Emma”, una delle grandi muse di Justin, da cui è nato For Emma, Forever Ago.

 

Articolo di Wrongonyou

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