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Non il solito track by track: Cigno racconta “Nada! Nada! Nada” fra parole e immagini (forti)

L’album è fra i più conturbanti usciti quest’anno. E gli strali di Diego Cignitti non risparmiano nessuno: politica, Chiesa, polizia, mercato del lavoro

Autore Billboard IT
  • Il18 Aprile 2023
Non il solito track by track: Cigno racconta “Nada! Nada! Nada” fra parole e immagini (forti)

Cigno (foto di Ludovico Sulpizii)

Rispetto a un panorama musicale mainstream in cui tutte le proposte artistiche paiono progettate per rassicurare o intrattenere, un artista come Cigno va in direzione ostinata e contraria e ci obbliga a mettere il dito direttamente nella presa della corrente delle ipocrisie e delle ingiustizie della nostra società.

Nada! Nada! Nada! è il suo nuovo album, uscito il 17 marzo. Un disco “difficile”, quasi alla maniera prog, che proprio per questo risulta di impatto irresistibile. Le suggestioni sonore spaziano dall’elettronica al punk ai suoni della world music, ma è nei testi di queste canzoni destrutturate che si consuma il fuoco artistico di Cigno. Politica, Chiesa, polizia, mercato del lavoro: gli strali di Cigno non risparmiano nessuno.

Abbiamo chiesto a Cigno di raccontarci l’album non solo a parole ma anche con una serie di fotografie che condensano il significato di ciascun brano. Il risultato è un originalissimo track by track in esclusiva per Billboard Italia che – ve lo garantiamo – vi porterà a fare i conti con la vostra stessa convinzione di integrità.

Le foto sono state scattate da Ludovico Sulpizii in analogico con fotocamera Contax 159mm.

Ascolta Nada! Nada! Nada! di Cigno

Il track by track di Cigno

1. Timore di Dio

Mare Adriatico

Il mare affoga i poveri, e anche la nostra indifferenza affoga i poveri. Il razzismo di oggi è contro i poveri, parliamoci chiaro, siamo nell’età dell’oro del capitalismo.

Se incontrassimo un africano in aeroporto con una ventiquattrore e un vestito elegante, non penso darebbe fastidio la sua presenza. Ma quando un africano è povero, e non ha altra scelta che imbarcarsi su barche di fortuna per raggiungere la nostra penisola, proprio in quel momento l’odio si scaglia contro di loro, in quanto più deboli.

Come uccidessero insetti fastidiosi nella loro camera, in quel momento gli italiani clerical-fascisti li vorrebbero morti in mare, schiacciati da una pedata, piuttosto che in casa propria. Abbiate paura del dio capitalismo.

2. Il condannato viene scortato fino al luogo di esecuzione

Metropolitana

Ogni mattina in metro migliaia di condannati raggiungono il loro posto di lavoro, dove regaleranno a un padrone le migliori ore della giornata. Il posto di lavoro è il patibolo dove ogni giorno annienti te stesso.

Così come i condannati medievali, allo stesso modo non hai scampo di sfuggire a questo sistema opprimente e deleterio. Non mettere i fiori nella cella in cui sei prigioniero. Ti stanno rubando la vita.

3. Carnaio

Mattatoio Procarni, Genazzano (RM)

Esseri umani, animali e piante: tutto è trattato come merce, come un numero.

Anche tu sei trattato come un numero. Sei un mero account social che fornisce informazioni a negozi che propinano necessità indotte. Sei obbligato ad assistere a pubblicità subdole fatte apposta per te. Sei un mero funzionario di apparato, che guarda ogni giorno uno schermo grande 20 cm ben che vada. La tua volontà è soppressa, e sei oppresso nel tuo posto nel mondo: preconfezionato, stava lì ad aspettarti prima che nascessi.

Un carnaio di uomini ammassati è questa società, e tu in silenzio acconsenti a questa continua carneficina.

4. Y en el monte!

Ninfeo del Bramante, Roma

Trova l’assoluto ora. Ora et labora (ma solo quando hai voglia). Trova te stesso su una montagna, o trova una montagna dentro te stesso. Scalala, affronta il freddo oppure rimani solo a guardarla.

La religione cattolica da discount ha ucciso la divinità che ti abita. Vai lontano dalle città, vai a cercare ciò che ti appartiene da sempre. La ricerca spirituale, l’esicasmo che puoi ripetere dentro di te è la verità. Prega. Ora.

5. Anthéchrist

Ex sede del PCI, Roma

Il tramonto del comunismo, asservito e fagocitato dalla società dei consumi.

Quanto può sembrare sciocco questo cartello oggi, nella sede storica del PCI. Quanto può essere decontestualizzato questo concetto. O meglio, quanto possiamo noi sembrare ridicoli confrontando l’oggi con le vecchie vestigia di ieri.

Eppure le ceneri di Gramsci scaldano ancora, emettono ancora un po’ di calore. E si sa, con qualche scintilla ci si può ancora scaldare. Ma non dobbiamo accontentarci. Odio chi non ci prova più, odio chi non parteggia.

6. Pax

Via della Conciliazione, Roma

Umilmente ma senza rispetto, rivolgiamo tutto il nostro disprezzo verso gli atti di pedofilia che tuttora si perpetuano, o che hanno caratterizzato epoche nefaste non troppo lontane da noi.

Non possono continuare a nascondere questi atti sotto un tappeto. Ricchi, potenti, vestiti di abiti sfarzosi, non hanno il mio rispetto, non sono più credibili. Liberatevi delle ricchezze materiali, e della povertà dei vostri atti immondi.

7. Ogochukwu

Piazza Vittorio, Roma

Cristo non sta in chiesa, ma per strada. L’ipocrisia dei nostri tempi è l’attivismo sterile. Chi si sporca le mani per strada, non mettendoci la faccia? Come si fa a stare tranquilli in casa quando non siamo tutti salvi in questo mondo.

Non sarà mai giusta una società in cui qualcuno dorme per strada con 5 gradi sottozero. E non raccontiamoci favole per pulirci la coscienza. Alika Ogochukwu è stato ucciso da mani bianche razziste, mentre chiedeva qualche moneta fuori da un negozio. Nel silenzio colpevole dei passanti, è stato soffocato.

8. A frate Dolcino vengono amputati naso e pene

Campo de’ Fiori, Roma

La statua di Giordano Bruno è stata eretta dalla popolazione romana in direzione di San Pietro, in segno di monito verso i potenti.

Per i dissidenti e gli uomini contro, anarchici come frate Dolcino, questa piazza e questa statua saranno sempre simbolo di lotta continua. Per chi con le proprie idee avanguardistiche ha bruciato i tempi scavalcando epoche ed è stato bruciato al rogo.

La fiamma è ancora accesa e brucia ogni giorno.

9. Censure e torture, Stefano Cucchi tra le fiamme

Stazione dei Carabinieri

La repressione delle istanze dei manifestanti, la violenza gratuita contro chi è in stato di fermo o di arresto, l’odio e il razzismo verso chi lede all’ordine costituito. Punire e uccidere gli uomini contro, le categorie più deboli.

Ciò non serve a nulla. Oltre al fatto che è contro i diritti che ogni uomo dovrebbe avere, è inutile perché ciò che muove gli uomini sono le idee. E le idee non si vedono, non si prendono, non si manipolano. Le idee rimangono.

10. Lamentazioni mediterranee

Lido di Ostia

A tutti i rinnegati dalla società, a tutti i derelitti, i reietti, a chi soffre continuamente violenze da parte di un potere ipocrita. Agli emarginati, agli esclusi, agli ultimi: questa preghiera porgiamo.

Pier Paolo Pasolini vive ancora, nel dolore di noi tutti, nel mal di vivere in questa società che potrebbe essere forse più giusta, se mai perfetta. Ovunque proteggi.

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