Boomdabash: tra il vecchio e il nuovo, strizzando l’occhio al mainstream
“Barracuda” è il quinto album della discografia dei salentini Boomdabash. Numerosi i featuring in questo nuovo lavoro in studio – Intervista
Iniziando quest’intervista con Biggie Bash dei Boomdabash, gruppo salentino formatosi nel 2002 e composto anche da Blazon (DJ e produttore), Payà (cantante insieme a Biggie) e Ketra (il beatmaker che collabora anche con Takagi insieme al quale ha prodotto l’ultimo album del gruppo), non posso non partire da un’intervista dello scorso giugno, in cui alla domanda “Con chi vi piacerebbe collaborare?” la risposta fu: “Loredana Bertè”. A distanza di un anno da quella domanda è uscito il singolo Non Ti Dico No, secondo estratto dell’album Barracuda in uscita il 15 giugno.
Eravate già in contatto con Loredana o avete fatto di tutto pur di averla in questo nuovo album?
Non avevamo mai avuto modo di conoscere “professionalmente” Loredana ma tutti noi avevamo in testa da tempo di proporle un featuring. Lei è un mostro sacro della musica e la cosa che ancora di più ci è piaciuta è stato il feedback positivo da parte sua – prima alla nostra proposta, e sul lavoro ultimato.
Tra tutti i featuring realizzati in questo ultimo album, quale secondo voi è il cantante più internazionale?
Sicuramente quello con Sergio Sylvestre, prima di tutto perché la produzione si sposta molto nel settore americano “mainstream”. Abbiamo utilizzato beat, loop e rap di quella tipologia, e con lui la cosa è risultata molto semplice proprio perché il suo know how arriva da lì. Il risultato di questo featuring è un’internazionalità che senza il suo contributo vocale non avremmo potuto avere. Personalmente ti dico che è uno dei miei pezzi preferiti di questo album.
A proposito di Radio Revolution affermaste che era un po’ un album di rottura, in cui dovevate alzare il livello di tutto: produzione, suoni, lavoro sui testi. Che tipo di approccio avete usato in Barracuda per cercare di migliorare ancora? E siete soddisfatti del risultato finale?
Siamo soddisfattissimi, e mi sento di dire a nome anche degli altri che questo ultimo lavoro è sicuramente il più bello dei cinque album realizzati in 15 anni di carriera. Il motivo è perché siamo riusciti ad alzare il livello sotto tutti i punti di vista. Per prima cosa abbiamo voluto esagerare con i featuring, che sono metà dell’album, e questa per noi è una grande novità essendo un gruppo che fino ad oggi non aveva avuto troppe collaborazioni. A livello di produzione musicale siamo riusciti a coniugare i “vecchi” Boomdabash, legati alle nostre origini, con i “nuovi” che strizzano l’occhio al mainstream, diventando anche un po’ più pop. Penso che questo ci abbia portato ad avere un disco con il giusto mix.
Sono tanti i potenziali singoli. Tra questi uno in particolare mi ha colpito perché un artista con cui avete collaborato nell’album precedente (J-Ax) l’ha utilizzato per due singoli di grande successo. Il mio riferimento è a Maria e come nel suo caso il testo è aperto a interpretazioni. Ma chi è Maria?
Hai ascoltato bene il disco: Maria è uno di quei pezzi che potenzialmente potrebbero essere singoli. Tratta un argomento di cui ancora oggi non si può parlare tanto liberamente ma abbiamo voluto farlo proprio perché fosse più semplice. In questo caso Maria è come se fosse una figura femminile e la particolarità del brano è il fatto che chi l’ascolta può pensare che stiamo parlando di una cosa, mentre invece l’argomento trattato è tutt’altro.
Parliamo di Party, che è un po’ l’atmosfera che vi circonda anche durante i live. Una frase che mi ha fatto sorridere è quella in cui dite: “Quando arriviamo noi chiude il Tomorrowland”. Che rapporto avete con la musica elettronica? E siete mai stati al Tomorrowland?
Non ci siamo mai stati ma sicuramente la nostra intenzione è di andarci, prima o poi. Amiamo molto la musica elettronica e i festival di quel genere ci piacerebbe vederli tutti. Noi abbiamo un approccio molto aperto a tutti i generi musicali, anche perché quello che ascolti poi lo vai a mettere nelle produzioni che fai. Personalmente, quando posso, amo andare alle serate dove si suona musica EDM e techno. Ultimamente mi è capitato di vedere una serata con Ilario Alicante e Sven Väth.
In questi anni avete girato per tante città in cui le infuenze musicali sono svariate e si mischiano tra loro. Quali sono state le città che vi hanno affascinato di più sotto il punto di vista musicale e che sono state anche fonte di ispirazione?
Per il genere che facciamo noi e per quello che è il nostro approccio alla musica, gli Stati Uniti e in particolare Los Angeles ci hanno dato tanto. È una città molto latina, c’è tanto reggae e ricordo anche un episodio capitato a Venice Beach, dove ci sono moltissimi artisti di strada che vendono i loro CD autoprodotti. Molti di questi erano tendenti al reagge o al latin, ne abbiamo comprati alcuni e ti garantisco che il lavoro della produzione è molto alto.
Quali sono le differenze che avete riscontrato nel lavorare da “indipendenti” o con una “major”?
All’inizio, quando eravamo più ragazzotti, sentivamo spesso la leggenda in cui, quando un gruppo indipendente passava a una major, tutto sarebbe stato più complicato a causa di imposizioni e cose del genere. Da parte nostra smentisco categoricamente ciò. Con Universal lavoriamo molto bene. Ci danno molti spunti e pianifichiamo insieme quelle che possono essere le strategie. L’unica cosa che è cambiata è che mentre prima la “macchina” Boomdabash era composta da circa dieci persone, ora sono molte di più, ognuna della quali svolge un ruolo preciso che agevola e migliora il prodotto. Oggi per il mercato musicale italiano credo che il passaggio a una major per migliorare sia indispensabile.
Da luglio si torna sul palco. I live sono sempre stati una parte molto importante della vostra crescita, forse anche per il rapporto stretto con la vostra fanbase. Quali sono le novità di questo tour? Ci saranno ospiti presenti nell’album che vi affiancheranno durante le date?
Potrà esserci qualche data in cui alcuni di loro saranno nostri ospiti, ma al momento non so ancora dirti in quale e chi. Ti posso però dire che cercheremo di fissare una data durante il tour invernale che possa averli tutti presenti, una sorta di Boomdabash & Friends.
Ascolta qui Barracuda dei Boomdabash
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Intervista pubblicata sul mensile di giugno di Billboard Italia