Eugenio in Via Di Gioia: «”Amore e Rivoluzione” è un disco per tutte le generazioni»
La band torinese ha presentato il nuovo album in uscita il 20 maggio ai Filodrammatici di Milano
Amore e Rivoluzione, il nuovo album degli Eugenio in Via Di Gioia, uscirà venerdì, 20 maggio, a distanza di più di tre anni da Natura Viva. Di cose ne sono successe da allora, e conoscendo i ragazzi di Torino, era scontato aspettarsi tanta “carne al fuoco”.
La band al completo ha presentato l’album ai Filodrammatici di Milano in una conferenza aperta anche ai fan, in pieno stile degli Eugenio. E proprio Eugenio Cesaro, leader del gruppo, arrivando un attimo in ritardo rispetto ai compagni, si dice un pochino arrabbiato. Sì perché, mentre aspettavamo l’inizio della conferenza «hanno messo i pezzi in riproduzione casuale. Invece l’ordine delle tracce di Amore e Rivoluzione è importante. Abbiamo lavorato a lungo per far sì che sembri il più possibile omogeneo».
Amore e Rivoluzione, il ritorno della band in sala prove
«Questo disco ha avuto una lunga gestazione, ci sono canzoni che risalgono addirittura a prima di Tsunami (brano con cui hanno partecipato a Sanremo giovani 2020, ndr), come Provincia assassina» hanno spiegato gli Eugenio in Via Di Gioia. «Ci siamo resi conto che le canzoni, se lasciate maturare, raggiungono una consapevolezza diversa. Le puoi guardare con un po’ di distanza e capire cosa mancava o andava aggiunto».
«Amore e Rivoluzione è un disco transgenerazionale, volevamo fare qualcosa che connettesse tutte le generazioni che ci acoltano». Nel nuovo progetto della band torinese ci sono anche varie collaborazioni, che spaziano in termini di età e stile. Da Vittorio Cosma, produttore dell’album, e Elio, a Francesca Michielin e il giovane producer Duffy, fino al Coro dell’Antoniano. «Ad un certo punto stavamo per fare addirittura un featuring con Cochi e Renato, per prendere anche la fascia sugli 80 anni. Poi purtroppo non è entrato».
Ad un certo punto è arrivato sul palco anche Vittorio Cosma, musicista e produttore dal successo internazionale, e che i ragazzi hanno conosciuto proprio durante quel Sanremo.
«Cosma ci ha detto: “Voi siete una band, dovete suonare”. Ci ha chiuso in una sala prove e chiesto di comporre un brano insieme. Così è nata per esempio Quarta rivoluzione industriale, in cui proviamo a fare qualcosa alla Talking Heads. In generale, dopo la pandemia, ci mancava l’armonia che si crea suonando nella stessa stanza».
Gli Eugenio in Via Di Gioia si sono poi soffermati sui brani, approfondendo alcune tracce del loro nuovo album. Plot Twist, per esempio, «racconta l’eccesso di cose da fare e immagazzinare che porta al bisogno di semplificare, di scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato».
In Libero invece è centrale il tema della solitudine. «Stare da soli non è facile, ma può essere anche positivo, come stare con gli altri a volte può essere negativo. Perché in quell’isolamento, cercando di convivere con se stessi, si può trovare il senso, per quanto individuale e non assoluto, della vita».
Una collezione di brani nei quali, per citare lo stesso Cosma, «la parte testuale è forse quella più razionale, mentre la musica è quasi cinematografica, è un viaggio».
La collaborazione degli Eugenio in Via di Gioia con la rivista studentesca Scomodo
Gli Eugenio in Via di Gioia hanno anche presentato il progetto in collaborazione con la rivista studentesca Scomodo. Con loro Amore e Rivoluzione è diventato anche una serie di racconti ispirati dai brani dell’album. 11 storyteller hanno scritto altrettanti racconti, con uno stile narrativo giornalistico “sperimentale”, partendo da quattro tematiche principali: salute mentale, ambiente, precarietà e nuove generazioni.
L’ultimo dei testi, Umano, che poi è il primo nel libro, è invece un lavoro corale, composto da 50 autori under 30. Questa volta però senza tematica, solo le lyrics del brano, uno dei due singoli a precedere l’uscita di Amore e rivoluzione. Le illustrazioni di tutto il volume sono state affidate a diversi artisti.
«Daniele, il nostro manager, è venuto da noi parlandoci di Scomodo, composto da giovani di Roma tra i 18 e i 30 anni. Loro hanno scritto un racconto ciascuno partendo dal testo di un brano, senza aver sentito neanche la musica». E proprio uno dei giovani autori, Giulia Pacilli, ha letto a teatro il suo racconto “Scomoda”. Partita dal testo di Giornalaio e con la tematica delle nuove generazioni, la ragazza ha affrontato il tema della rappresentazione della figura della donna.