Jefeo: «Il confronto è sacro» – Intervista
Jefeo ha pubblicato il suo primo progetto discografico “Teenager” e ha appena terminato un lungo tour instore in giro per il nostro Paese. Lo abbiamo incontrato per fare il punto su questi mesi così pieni per lui. E ci siamo fatti raccontare alti e bassi del successo
Trapper, nato nella periferia milanese e testimone della sua generazione. Jefeo (all’anagrafe Fabio Migliano) si è fatto conoscere dal grande pubblico in questi ultimi mesi. Grazie alla sua partecipazione ad Amici, ha infatti portato avanti il suo sound. Prima della sua esperienza nel talent di Canale 5, però, Jefeo aveva già pubblicato due brani, Buon Caffè e Felici.
Lo scorso 10 maggio, Jefeo ha lanciato il suo primo progetto discografico, Teenager. Lo abbiamo incontrato per fare con lui il punto su questi mesi.
Racconti che sei un ragazzo di periferia partito da zero e che ha cercato ogni modo per emergere. Cosa ti ha sempre affascinato del “centro”? E cosa, una volta che ci sei arrivato, ti ha dato fastidio?
Quando hai successo hai tutti gli occhi su di te e sei ascoltato da tante persone, quindi puoi trasmettere il tuo messaggio e condividere con loro tutto quello che vuoi. Forse è per questo motivo che il successo da una parte «mi affascina». Ho detto «da una parte» perché, da un altro punto di vista, il successo può essere anche una rovina…È questo che mi dà fastidio e che a volte mi terrorizza.
Quanto conta la condivisione della propria passione con altre persone per una crescita e una maturazione artistica? Hai esempi di questo?
Penso che la condivisione dei propri pensieri sia da sempre una cosa fondamentale: il confronto è sacro. Mi risulta complicato fare un esempio solo perché ne ho tantissimi, non riuscirei a vivere senza confronto e scambio di opinioni.
Il tuo primo progetto è Teenager. Come lo presenteresti a chi non ti conosce ancora bene?
Per me è una raccolta di pensieri ed emozioni che un ragazzo di diciotto anni può vivere. Teenager è l’anteprima di quello che sarà il mio primo vero disco.
Hai terminato un lungo tour instore dove hai incontrato per la prima volta tutti i tuoi fan. Come è stato?
Come ho scritto sui social è stato magico. L’ansia, l’adrenalina e tutte le emozioni delle persone che erano lì per me erano le stesse che provavo io. Quindi, in un certo senso, è come se fossi stato in mezzo a loro. In fin dei conti i miei fan sono anche i miei coetanei e quindi mi sentivo parte integrante.
Hai raccontato che hai scelto il tuo nome d’arte dopo averlo sognato. L’ultimo sogno che ti ricordi? E cosa sogni per il tuo futuro nella musica?
Mi pare di aver sognato vecchie persone del passato, ma non ricordo bene. Per il mio futuro musicale spero solo in una strada in salita, non soltanto a livello di notorietà ma soprattutto a livello artistico. Ho tanti progetti in mente.