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RECord: Federico Zampaglione racconta 20 anni di “La Descrizione di un Attimo”

L’album dei Tiromancino lasciò tutti spiazzati: troppo melodico per l’indie e inusuale per il pop. “La Descrizione di un Attimo” nelle parole del suo autore

Autore Billboard IT
  • Il25 Febbraio 2020
RECord: Federico Zampaglione racconta 20 anni di “La Descrizione di un Attimo”

Federico Zampaglione racconta i 20 anni di "La Descrizione di un Attimo"

RECord è un nuovo format grazie al quale Billboard Italia incontra i protagonisti della musica che si raccontano in prima persona.

Nell’anno in cui La Descrizione di un Attimo dei Tiromancino spegne 20 candeline abbiamo deciso di andare a ripercorrerne la nascita con uno dei principali autori, Federico Zampaglione.


Nel 2000 La Descrizione di un Attimo cambiò le carte in tavola. Non era underground (oggi avremmo detto indie) come altri a cui eravamo abituati ma non seguiva nemmeno le regole del pop. Era  un lavoro che aveva spiazzato e allo stesso tempo incantato tutti. 

«Era un esperimento rischioso, solo con la pazienza siamo riusciti a trasformarlo in un grande successo», ha raccontato il cantante che recentemente ha collaborato con il rapper Tormento per il pezzo Per Quel Che Ne So e a giugno ha pubblicato il brano Vento del Sud. «Avevamo tanto in comune con gruppi come Almamegretta, Afterhours, Bluvertigo ma quando uscì quell’album ci sentimmo un po’ isolati. Non eravamo più tanto simili a loro. Ma nemmeno il pop riusciva ad accoglierci perché eravamo troppo strani».


Federico Zampaglione aveva lavorato a stretto contatto con suo fratello Francesco e, ovviamente, con Riccardo Sinigallia, musicista e produttore artistico dell’album, con cui condivideva dubbi e incertezze: «Per la title-track c’era venuto un blocco creativo. Aveva un inizio un po’ country, piuttosto originale per l’Italia in quel periodo, e non sapevamo come andare avanti. In mio soccorso è arrivato il padre della mia fidanzata dell’epoca. Eravamo in montagna assieme e lui ascoltava solo i Buena Vista Social Club, be’ sono stati proprio loro a farmi venire l’idea per la melodia del ritornello!»



La strada si fece più semplice anche grazie al fatto che Due Destini venne inserito nella colonna sonora di Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek: «Venne subito accolta con entusiasmo e ci aiutò parecchio».

E poi Zampaglione commenta: «Ci vuole sempre un po’ di follia nelle creazioni, se c’è troppo calcolo qualcosa non va!».

Guarda la nostra videointervista.




 

 

 

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