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LDA: «Non mi aspettavo di entrare ad Amici. Ho conservato tutte le lettere di Anna Pettinelli»

Dall’esperienza nella scuola di Amici alle critiche ricevute da Anna Pettinelli, Luca D’Alessio si racconta in occasione dell’uscita del suo omonimo album di debutto

Autore Benedetta Minoliti
  • Il11 Maggio 2022
LDA: «Non mi aspettavo di entrare ad Amici. Ho conservato tutte le lettere di Anna Pettinelli»

LDA, foto di Cosimo Buccolieri

Tra pochi giorni, più precisamente domenica 15 maggio, si terrà la finale di Amici 21. LDA, vero nome Luca D’Alessio, tra i super favoriti di questa edizione, è uscito a pochissime puntate dalla finalissima del talent show di Maria De Filippi. Per lui, che ha già conquistato un disco di platino con Quello che fa male e sta macinando streaming su streaming, non è assolutamente una sconfitta non essere arrivato in fondo al programma.

LDA non solo ha pubblicato il suo ultimo singolo, Bandana, già apprezzatissimo dal pubblico, ma è pronto a rilasciare, venerdì 13 maggio, il suo primo omonimo album per Columbia Records Italy/Sony Music Italy. Un progetto composto da sette tracce che racconta tutta la storia di Luca, fino ad oggi.

Ecco cosa ci ha raccontato LDA durante la nostra intervista su Zoom, dall’esperienza nel talent show più famoso d’Italia al suo primo album, fino alle critiche ricevute da Anna Pettinelli.

Vorrei che ripercorressi la tua esperienza ad Amici. A mio parere il tuo è stato uno dei percorsi più interessanti.

Penso che il mio sia stato un percorso molto lineare, perché sono entrato che ero un bambino e ne sono uscito quasi uomo (ride, ndr.). Ti devo dire che non mi aspettavo di entrare, mentre cantavo stavo già pensando: “Ecco, è finita, adesso me ne vado e chissà che faccio”. Invece Rudy ha rialzato la leva quasi a fine canzone, con Anna Pettinelli che già iniziava a dire la sua. Ho fatto tantissime cover, e non lo nego: ero una schiappa.

E poi cosa è successo?

Ho capito che dovevo essere me stesso, portando nelle mie barre la mia storia. Arrivati al Serale, dopo un pomeridiano in cui mi sentivo bene, ad un certo punto mi sono spento. Un po’ per la lontananza dalla famiglia, ma anche per la pressione e lo stress. Poi, dopo 5-6 mesi che lavori e scrivi tutti i giorni e normale non avere più idee o ripetersi. Passami il termine, quasi “non vivendo”, perché ad Amici vedevo sempre le stesse cose. Pensa, quando sono uscito mi sono emozionato per il traffico.

Non riuscivi più a scrivere?

Sì, ero proprio in difficoltà, ma da quando sono uscito ho già scritto quattro brani.

Mi sembra di capire che lo stare in casetta, in una sorta di bolla, sia limitante per voi. Dopo un po’ le cose da dire finiscono, mancano gli argomenti.

L’artista se non vive scrive solo di ricordi. Il problema è che dopo un po’ ti uccido, piano piano. Tutti abbiamo bisogno di vivere una sorta di “altalena di emozioni”, che ci fa bene e ci fa apprezzare anche le piccole cose, dalla mamma che porta a scuola il figlio alle coppie che cenano insieme. Un cantautore deve raccontare storie fruibili a tutti, su cui si può ragionare, e in Italia siamo molto bravi a farlo.

E com’è stato uscire prima della finale?

Brutto, perché pensavo “Oh, sono lì dal primo giorno, ci voglio arrivare in finale” (ride, ndr), ma anche bello, perché ho rivisto i miei genitori e ho conosciuto i miei fan, che mi adorano. Ho rivisto tutte le persone che amo e sono tornato a fare musica veramente come volevo.

LDA, però alla fine sei un po’ il vincitore “morale” di Amici. Sei l’unico che ha fatto disco di platino e Bandana, il tuo ultimo singolo, sta andando benissimo.

Io per questo devo dire grazie tutta la mia fanbase. Non mi aspettavo così tanto amore ed è stupendo. Non so davvero chi devo ringraziare, perché le canzoni stanno andando anche meglio di quanto mi aspettassi. La cosa più importante è che vogliono bene prima a Luca e poi a LDA, e per me questo è fondamentale.

LDA, dall’album omonimo alla voglia di collaborare con Aka 7even

Le sette tracce del tuo album erano già edite. Come mai hai deciso di racchiuderle nel tuo primo omonimo progetto? Ci sono anche brani usciti molto prima della tua esperienza ad Amici.

Mi piace descrivere il disco in quattro parole: sfumature di una storia. Parlo del prima, del mentre e del dopo. Ci sono tante sfumature, come in una storia d’amore, ma anche le piccole cose, i pregi e i difetti.

Perché non hai aspettato, pubblicando un progetto più corposo con brani inediti?

Alla tenera età di 19 si è frenetici (ride, ndr.), quindi magari si fanno delle cose dettate dall’entusiasmo, penso sia normale. Principalmente per questo e poi perché qualche traccia magari la conservo per una deluxe, un altro disco o altri progetti.

O magari una collaborazione, magari con Aka 7even?

Chi lo sa (ride, ndr). Io spero di sì, lui spera di sì, siamo molto amici e ci troviamo moltissimo musicalmente. Quindi, spero proprio di sì, e non solo con lui…

Cosa rappresenta per te Bandana, il tuo ultimo singolo?

È un brano spensierato, quando vedo una bandana penso subito all’estate, perché è colorata e la puoi mettere davvero in qualunque modo. È un oggetto umile, tutti se la possono permettere e mette di buon umore. Il brano parla di una storia d’amore estiva fatta di alti e bassi, sempre perché a me piace “l’altalena di emozioni” di cui parlavamo prima. Va bene essere felici, ma bisogna essere anche realisti, no?

Tornando a parlare di Amici, Anna Pettinelli ha fatto davvero molto spesso riferimento, criticandoti, a tuo padre, Gigi D’Alessio. Tu come hai vissuto questa cosa?

Non ti nego che all’inizio l’ho vissuta veramente male, non riuscivo a capire perché Anna dicesse certe cose. Mi trovavo in difficoltà, avevo paura di dire certe cose e risultare arrogante e antipatico. Me ne ha dette di tutti i colori, dal Gigi D’Alessio 3.0 ai “testi con la naftalina”, me li ricordo tutti. Le sue lettere le ho conservate tutte, mi danno tanta forza. Io sono convito che lei non abbia nulla nei miei confronti, semplicemente non le piaccio. Comunque, mi ha fatto fare le ossa, quindi la devo ringraziare.

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