Max Pezzali: un’autobiografia in cinque dischi fondamentali
Un disco per ogni decade di vita di Max
Il 14 novembre, pochi giorni prima dell’uscita del nuovo disco Le Canzoni alla Radio, il grande Max Pezzali ha festeggiato un compleanno importante: 50 anni tondi tondi. Ne abbiamo approfittato per chiedergli di ripercorrere la sua vita attraverso cinque dischi fondamentali, uno per ogni decade vissuta. Con risposte anche sorprendenti.
0-10 anni
“All’epoca c’era il mangiadischi e avevo comprato SOS degli Abba. Continuavo ad ascoltare questo 45 giri: per la prima volta cercavo di capire in una lingua che non conoscevo il testo della canzone perché perlomeno avevo un clue, cioè ‘SOS’, di cui sapevo il significato. Mi fece poi innamorare degli Abba, che è uno di quei dirty pleasures che tutti abbiamo: non si possono non amare gli Abba. Rappresentano la canzone pop melodica al suo massimo livello”.
10-20 anni
“Ce ne sarebbero tantissimi. Però per quello che è l’età dell’adolescenza e dei combattimenti interiori direi Unknown Pleasures dei Joy Division. Rappresentava tutto lo struggimento dei miei 14-15 anni e quel pessimismo cosmico ‘di maniera’ che a quell’età piace”.
20-30 anni
“Metterei genericamente dei tardi Beastie Boys perché rappresentano bene le cose che mi piacevano allora: il rap, l’idea di campionamento nella musica, il fatto di parlare in maniera intelligente e non solo di Lamborghini e donne formose”.
30-40 anni
“Un disco che ha cambiato il mio modo di concepire la musica è stato America Town di Five for Fighting. Lui è diventato famoso negli anni successivi per le canzoni inserite negli episodi di Grey’s Anatomy, con quel suo pop melodico, pianistico, di ‘buoni sentimenti’. Quel disco è straordinario: è praticamente un album di singoli”.
40-50 anni
“Negli ultimi dieci anni direi l’ultimo album di Drake, Views. Secondo me è una grande indicazione della musica del nostro tempo. È minimalista per certi versi però è fatto con una classe e con un livello di produzione e songwriting strepitoso”.