Mina, lasciati festeggiare per i tuoi splendidi 80 anni
Mina celebra oggi, mercoledì 25 marzo, il suo compleanno. Abbiamo scelto, con una fatica immensa, soltanto 5 brani per dirle una cosa: grazie
Cosa scrivere di Mina che non sia già stato scritto? La Tigre di Cremona oggi, mercoledì 25 marzo, festeggia 80 anni. E tutta Italia si sente di doverla ringraziare.
Sì, perché quello che può fare un’artista di quel calibro nei confronti di un popolo intero può essere tanto. Tantissimo. Per questo motivo abbiamo pensato di celebrare questo importante anniversario ripercorrendo solo 5 delle sue numerose canzoni (immaginate anche voi che selezionarne così poche ci abbia richiesto un notevole – e forse a prescindere ingiustificabile – sforzo di selezione).
Parlare di Mina (definita «la più grande cantante bianca del mondo» da Louis Armstrong) richiede una riflessione sulla forza che certe canzoni possono avere nel delinarsi di una società, così come la storia di Mina insegna. Ma pure un pensiero sul mito che si è andato a creare intorno alla sua figura. Dal momento della sua ultima apparizione pubblica il 23 agosto 1978 alla Bussola di Lido di Camaiore, la signora Mazzini ha continuato a farci compagnia. Dalla sua residenza in Svizzera, certo. Ma sempre portando avanti la sua vocazione di artista. E, quindi, di narratrice della propria storia e della storia di tutti noi.
I suoi oltre 60 anni di carriera ci fanno pensare al peso dell’esposizione, alla necessità di concentrarci sull’essenziale, all’assenza intesa come presenza. La musica dell’iconica Mina continua a stupirci, come abbiamo avuto modo di raccontare in occasione dell’uscita del suo ultimo progetto insieme all’amico Ivano Fossati. E tutti noi siamo sempre più affamati delle sue canzoni.
È vero: non conosciamo bene i lineamenti del viso di Mina. Ma conosciamo benissimo l’integra forza delle sue corde vocali. E pure la grandezza del suo cuore.
Auguri Mina.
E Se Domani (1964)
Prima abbiamo fatto riferimento alla capacità delle canzoni di raccontare anche la società. E Se Domani – presentata a Sanremo 1964 da Fausto Cigliano e Gene Pitney e successivamente rifatta da Mina – parla di un amore che riempie di interrogativi. “E se domani io non potessi rivedere te?”, si chiede Mina. Ma allo stesso tempo questa canzone ben racconta paradossalmente l’incertezza sociale dell’Italia di quel periodo. Solo pochi giorni dopo l’uscita del disco si sarebbe dimesso il governo Moro, con tutto ciò che ne seguì.
Insomma: quel punto di domanda di Mina si fa portavoce dell’incertezza vissuta da molti italiani (e non solo), in quegli anni così travagliati e allo stesso tempo decisivi. Mina la incise anche in spagnolo, giapponese e turco.
Una nota di attualità: nella terza serata di Sanremo di quest’anno – dedicata ai grandi classici del Festival – Raphael Gualazzi e Simona Molinari ne hanno presentata una piacevole interpretazione.
Mi Sei Scoppiato Dentro il Cuore (1966)
Una canzone d’amore che riesce a commuovere anche i più restii all’emozione. È il 79esimo singolo di Mina, uscito ufficialmente nel dicembre del 1966. La musica è del maestro Bruno Canfora, mentre il testo è della celebre regista Lina Wertmüller.
Molti altri artisti hanno deciso di reinterpretare questo brano: la prova che certe emozioni non hanno età. E che, forse, la capacità di raccontarle con così tanta chiarezza e dolcezza non è di tutti.
Anche in questo caso la vocazione di Mina di interprete è incredibile. Ascoltando la canzone (presentata per la prima volta dal vivo a Studio Uno nel giugno 1966) ci viene difficile pensare che Mina non abbia vissuto un momento così profondo come quello raccontato con così tanta grazia.
Il tema centrale di Mi Sei Scoppiato Dentro il Cuore è la forza dell’innamoramento. Capace di cambiare le nostre fibre, da un momento all’altro.
Se Telefonando (1966)
Il testo è di Ghigo De Chiara e Maurizio Costanzo. La musica e gli arrangiamenti sono di Ennio Morricone. Se Telefonando è una canzone immensa della Tigre di Cremona. L’ha presentata per la prima volta nella sedicesima puntata di Studio Uno nel maggio 1966.
Esistono due testi del brano: per paura di una censura, Costanzo raccontò di aver modificato la frase «Poi nel buio la tua mano d’improvviso sulla mia» con «Poi nel buio le tue mani d’improvviso sulle mie». Mina registrò in ogni caso entrambe le versioni. Indovinate quale entrò nella storia della musica italiana…
Parole Parole (1972)
Parole, Parole, anno 1972, è più di un brano iconico. Scelto anche oggi dai DJ nelle serate più cool e dai millenial per raccontare le loro storie d’amore e di incomunicabilità. Perché di “parole, parole soltanto parole” sono piene talmente tante relazioni che almeno una sarà capitato a tutti di viverla. Il brano era stato scritto dal celebre autore Leo Chiosso e dal giornalista Giancarlo Del Re, mentre la musica e l’arrangiamento erano stati curati da Gianni Ferio. Era la sigla finale della trasmissione Teatro 10 dove i conduttori erano proprio Mina e Alberto Lupo che la interpretavano.
Lupo era perfetto nella parte del seduttore che tentava di riconquistare la sua donna, visibilmente ormai stanca: famoso attore belloccio, teatrale e televisivo, dello sceneggiato La Cittadella, per lui era stata studiata apposta una parte recitata. Una forma che vedeva il cantato di Mina e il recitato di Lupo che divenne studiata e copiata in tutto il mondo da altre coppie dello spettacolo.
Mina ripete “Parole” per ben 16 volte nel brano. Un verso che rimane particolarmente impresso nella memoria è quello in cui Mina esclama: “Caramelle non ne voglio più…“. Basta, lei è stanca, non cederà alle lusinghe di questo finto-innamorato. E non continuiamo a non stancarci di questi versi e di queste “parole”.
Grande, Grande, Grande (1972)
È una delle canzoni più amate di Mina. Quando uscì come singolo (1972), arrivò alla #2, subito dietro Imagine di John Lennon. Inutile dire che con Grande, Grande, Grande (scritta da Albert Testa e Tony Renis) Mina conquistò subito dopo il primo posto della classifica.
Ne furono realizzate molte altre versioni, anche in diverse lingue (notevoli quelle di Céline Dion, Luciano Pavarotti e Shirley Bassey). Mina la cantò anche in spagnolo e inglese.