Wrongonyou: «Sono un artista che si geolocalizza, in “Sono Io” c’è molta Roma»
Il cantautore romano partecipa a Sanremo 2021 fra le Nuove Proposte con Lezioni di Volo. Il 12 marzo uscirà l’album che contiene il brano
Il suo brano in gara fra le Nuove Proposte di Sanremo 2021, Lezioni di Volo, già lo conosciamo. Wrongonyou arriva al palco dell’Ariston con un’esperienza artistica per certi versi più consistente di quella di alcuni Campioni di questa edizione, ma lui non si sconsola: «Sanremo è un punto di partenza», dice nella conferenza stampa di presentazione del suo nuovo album Sono Io, in uscita il 12 marzo per Carosello Records. «È bello perché tutto il team è consapevole che non è una cosa “one shot”, ma uno dei tanti punti dove si è fermato il mio aeroplanino di carta. Siamo già pronti per il dopo-Sanremo, per il prossimo viaggio».
L’album è il suo terzo lavoro discografico e il secondo in lingua italiana. Wrongonyou, infatti, cominciò la sua carriera artistica con un cantato in inglese e uno stile folk affine a quello dei primi Bon Iver, per poi spostarsi verso un pop moderno in italiano con il secondo album Milano Parla Piano. «Prima mi basavo non tanto sui sentimenti o su me stesso quanto piuttosto su cose esterne, su immagini», commenta a proposito dell’evoluzione stilistica. «I testi in inglese erano più “da sognatore”. Paesaggi, sensazioni, luci, colori. In italiano quella cosa non funziona molto».
Sono Io: un disco “sincero”
Infatti da allora Marco (questo è il suo nome di battesimo) ha sempre usato la musica come mezzo per scoprire se stesso e presentarsi agli altri, vincendo le proprie insicurezze. Non ha caso ha scelto di intitolarlo semplicemente Sono Io, che è anche il titolo della prima canzone che ha scritto in italiano, mai pubblicata prima per timore di mettersi troppo a nudo.
«Ho preso confidenza con la lingua e ora come ora sono a mio agio nel mettermi allo scoperto», racconta. «Durante la quarantena sono successe cose che mi hanno fatto scattare in testa una cosa importante: il fatto di volere bene a se stessi. Ho deciso quindi di fare leva sull’insicurezza di mettersi a nudo. Volevo sentirmi libero di raccontarmi. Ho cercato di fare un disco soprattutto sincero».
Come tanti altri lavori discografici di questo periodo, è un disco anche figlio del lockdown: «Dalla quarantena mi aspettavo molta chiusura in me stesso, invece sono riuscito a riprendere la musica come la usavo agli inizi e trasformarla in arma di sfogo. Avendo passato il lockdown a casa, a Grottaferrata, c’è molta Roma in questo disco, invece che Milano. Io sono un artista che si geolocalizza. È un disco molto sincero: c’è molto Marco».
Le tracce dell’album
L’album contiene nove tracce: Sono Io, Lezioni di Volo, Vertigini, Nada, Bon Iver, Prima Che Mi Perda Ancora, Torniamo da Noi, Nonno Bruno, Amorproprio.
«Bon Iver è stato uno sfizio che mi sono tolto», racconta a proposito del brano dedicato alla band di Justin Vernon, uno dei suoi miti musicali. «Uno dei miei primi concerti fu al Circolo degli Artisti di Roma, dove aprivo il live di un gruppo. Il giornalista di una fanzine arrivò tardi e scrisse: “Mi sono perso Wrongonyou ma mi hanno detto che è bravo, er Bon Iver de’ noantri”. È una delle mie canzoni preferite del disco».
E per restare in tema di emozioni personali, uno dei momenti più toccanti del disco è il brano dedicato al ricordo del nonno di Marco: «Nonno Bruno è stato forse la persona più importante finora nella mia vita. Mi sembrava il minimo dedicargli una canzone. Era pronta da un paio d’anni ma non ero così pronto per farla uscire. Lui se n’è andato il giorno del mio compleanno. È una canzone che sento particolarmente, che era giusto chiudesse il percorso del disco».
In avvicinamento all’esperienza sanremese, Wrongonyou farà uscire una versione acustica di Lezioni di Volo impreziosita dall’arrangiamento degli archi di Valeriano Chiaravalle, che dirigerà l’orchestra all’Ariston. E pubblicherà anche la cover di un classico sanremese come Luce (Tramonti a Nord Est) di Elisa. «Quella canzone mi è rimasta impressa quando la sentii la prima volta a Sanremo», ricorda. «Avevamo intenzione di fare un omaggio sanremese. L’ho fatta in stile più Wrongonyou possibile. È un testo in italiano dove si riesce a infilare la natura in modo non banale, che era una parte integrante della prima parte del progetto Wrongonyou».