Con “Amuri Luci” Carmen Consoli azzanna il presente: «Partirei ora per Gaza»
La cantautrice torna domani, 3 ottobre, con il primo capitolo di una trilogia dedicata alle sue anime. Un disco in siciliano, insieme politico e poetico

Carmen Consoli
La superficie delle cose, la loro apparenza è ingannevole. Per questo bisogna scoprire, indagare e comprendere. Trovandovi difronte a un disco interamente in siciliano, con addirittura due pezzi in latino e greco antico, viene naturale attribuirgli un valore alto, ma fine a se stesso. Del tutto distaccato dalla realtà. Invece, Amuri Luci, primo capitolo di una trilogia ambiziosissima di Carmen Consoli, è un album attuale e profondamente politico. Merito del dialetto, che spinge la cantautrice ad aprire la sua voce e indignarsi, demerito di un mondo che provoca rabbia e disperazione soprattutto per l’indifferenza. «Mi tira fuori quel blues che nasce dai canti popolari che venivano eseguiti per esprimere il disagio. La voce doveva cantare senza microfono e urlare per farsi sentire. Il mio è un urlare il disappunto. Oggi ci sono diversi motivi per farlo» spiega l’artista.
C’è una canzone che racchiude tutto questo ed è Parro cu tia (Parlo con te in italiano), uno dei due brani che prende in prestito i versi del poeta Ignazio Buttitta. «Con quelle parole si cerca di spronare l’uomo qualunque indifferente» spiega Carmen animandosi di colpo. «Io faccio parte della comunità e voglio essere utile con quello che faccio, impegnando il mio tempo. Io oggi prenderei una nave e salperei da Aci Trezza verso Gaza».
Nel brano c’è anche la partecipazione di Jovanotti che rappa in italiano e a un tratto sembra rivolgersi anche al suo riflesso. Qualcosa che assume ancora più significato dopo le critiche ricevute per la sua mancata presa di posizione netta durante un discorso in suo live. «Lorenzo mi ha fatto un grande regalo con un brano che esorta a riprendere se stessi per fare la differenza. Per me lui l’ha fatta anche solo accettando la collaborazione» spiega la cantante.
In Amuri Luci, due sostantivi che non si escludono ma si integrano a creare significati, (amore per la luce o la luce dell’amore), Carmen Consoli sfrutta la propria terra, lingua e tradizione per azzannare il presente. «Il dio denaro è il principale nemico e tutti i suoi eserciti armati. Mi sono emozionata ieri sera davanti alla tv nel vedere tanta partecipazione. Mio figlio è andato in manifestazione con la kefia, la “stessa” che già indossavo io negli anni Novanta» racconta. «È bello vedere gli universitari partecipare ai cortei perché la conoscenza è l’unica arma che ha l’uomo contro la semplificazione. Oggi si dice tutto e il contrario di tutto contemporaneamente. Come la facilità con cui attribuiscono ad Hamas il finanziamento della Flotilla. Se partissi con la mia nave, forse lo direbbero anche di me».
La lingua come codice genetico
La trilogia delle tre anime che inizia con questo primo capitolo, in uscita domani 3 ottobre, si fonda su due aspetti: il primo è la lingua. «Sono un’appassionata di lingue, conosco anche il veneto grazie a mia madre. L’Italia è fantastica perché ne è piena. Non vedo la lingua straniera come un ostacolo nella ricerca delle storie e della verità. Per questo lo farò anche nei prossimi due capitoli, con l’inglese, il francese e sempre attraverso il latino» spiega. «La lingua è un codice genetico fondamentale per capire cosa vogliamo e cosa siamo. Senza storia siamo neoprimitivi».
E tornando al discorso del dio denaro, ironizza aggiungendo: «Tanto in radio non ci vado nemmeno in italiano. Non riuscirei a fare qualcosa in cui non credo per finirci. Vivo con spettacoli dal vivo, il disco per me è un piacere». Non è un caso che i due pezzi che racchiudono l’identità dell’intero progetto siano quelli in latino e greco antico, Bonsai #3 e Galatea, ispirati e tratti rispettivamente da Ovidio e Teocrito. Il mito di Polifemo e Galatea è il sentiero artistico che indica la direzione.
In questo primo capitolo il mostro acquisisce un animo nobile grazie all’amore. «Nel secondo capitolo, che avrà un’anima più rock e vedrà anche la partecipazione degli Uzeda, affronterò la tragedia. Polifemo uccide il pastore Aci di cui è innamorata Galatea». Infine, la terza parte, alla quale sta ancora lavorando, sarà dedicata alla metamorfosi. Nel mito, infatti, gli dèi trasformano per compassione Aci in un fiume rosso come il suo sangue. Un fiume che tocca molti paesini siciliani, tra cui il celebre Aci Trezza.
La musica
L’altro aspetto fondamentale è quello strumentale. Carmen Consoli è partita da una chitarra di una sua trisavola di fine Ottocento e ha li ha lavorati alla vecchia maniera. «Con i miei musicisti ci siamo ritrovati nella mia casa in campagna, ingrassando perché cucinava mia madre, e abbiamo arrangiato tutto come si faceva una volta. Al 70% è tutto in presa diretta. Le orchestre e gli strumenti più particolari sono stati registrati a parte nel mio salone e inseriti dopo» spiega Carmen.
Non è un attacco però all’intelligenza artificiale che, usata nei contesti giusti come la medicina o la ricerca, può velocizzare le cose. «Non può sostituire la scrittura e ciò che viene dal cuore per cui non mi preoccupa. Le canzoni scritte a tavolino esistevano anche negli anni Novanta con gli autori “mesterianti” che attuavano sempre le solite regole: seconda strofa dimezzata, ponte, ritornello e richiamo. L’AI ha tolto il lavoro a loro, non agli autori».
Da questo punto di vista i pezzi più interessanti sono proprio Amuri Luci, brano nato come un omaggio a Peppino Impastato e divenuto un pezzo dedicato a suo fratello, ma soprattutto La terra di Hamdis, poeta poeta musulmano costretto a lasciare la Sicilia dopo l’arrivo dei Normanni. «La storia non ci ha insegnato tanto e oggi riviviamo immigrazioni forzate» aggiunge la cantautrice che qui canta insieme a Mahmood che si cimenta per la prima volta con il siciliano.
In tutto il disco si percepisce una connessione emotiva con il sentire profondo dei personaggi che lo animano. Le donne, quelle emancipate e contro il sistema patriarcale, sono protagoniste. Nina da Messina, prima poetessa a scrivere in volgare (Qual siete voi con il tenore Leonardo Sgroi), Graziosa Casella, scrittrice del primo Novecento (Nimici di l’arma mia) e quella Madre tedesca alla quale scrisse Ignazio Buttitta dopo aver ammazzato un giovane soldato tedesco in guerra. Tutto questo però non è uno sfoggio di cultura fine a se stesso. La Sicilia, anche quella verace e ironica di 3 Oru 3 oru, Comu veni veni e Unni t’ha fattu ‘a stati, è il punto di partenza per parlare del mondo e della contemporaneità. Un altro segnale, quest’anno sono molte (vedi per esempio LA NIÑA e Gaia Banfi), che la musica “locale” e legata al territorio è una delle distrazioni dal piattume del mainstream.
Il tour nei teatri
Carmen Consoli porterà in tour Amuri Luci con un live bipartito. Una prima sezione dedicata al nuovo progetto e una seconda «che avrà un’altra anima». Di seguito le date della tournée.
- 22 Ottobre – Torino – Teatro Colosseo
- 23 Ottobre – Torino – Teatro Colosseo
- 24 Ottobre – Genova – Verdi Teatro
- 25 Ottobre – Lugano – Lac
- 28 Ottobre – Trento – Auditorium Santa Chiara
- 29 Ottobre – Bologna – Teatro Duse
- 30 Ottobre – Bologna – Teatro Duse
- 3 Novembre – Firenze – Teatro Verdi
- 4 Novembre – Firenze – Teatro Verdi
- 6 Novembre – Milano – Teatro Arcimboldi
- 7 Novembre Milano – Teatro Arcimboldi
- 11 Novembre – Parma – Teatro Regio
- 12 Novembre – Padova – Gran Teatro Geox
- 13 Novembre – Udine – Teatro Nuovo G. Da Udine
- 16 Novembre – Palermo – Teatro Politeama Garibaldi
- 17 Novembre – Palermo – Teatro Politeama Garibaldi
- 19 Novembre – Catania – Teatro Metropolitan
- 20 Novembre – Catania – Teatro Metropolitan
- 27 Novembre – Forlì – Teatro Diego Fabbri
- 28 Novembre – Ascoli Piceno – Teatro Ventidio Basso
- 29 Novembre – Pescara – Teatro Massimo
- 1 Dicembre – Napoli – Teatro Augusteo
- 5 Dicembre – Cosenza – Teatro Rendano
- 6 Dicembre – Bari – Teatro Team
- 18 Dicembre – Cagliari – Teatro Massimo
- 19 Dicembre – Cagliari – Teatro Massimo
- 28 Dicembre – Roma – Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone
- 29 Dicembre – Roma – Auditorium Parco Della Musica Ennio Morricone