Billboard Calls Crème of Talents: l’intervista a Mocci
L’artista modenese è fra i dieci finalisti del contest lanciato da Billboard Italia e La Crème Records. È giunto il momento di conoscerlo meglio
Matteo Mocci, in arte semplicemente Mocci, nasce a Modena nel 2005. La passione per la musica è presente fin dall’infanzia, con la curiosità e la voglia di realizzare il suo sogno un giorno e diventare un cantante e songwriter. Da qualche anno ha iniziato a sentire l’esigenza di avere qualcosa da raccontare attraverso la sua voce. Per questo ha iniziato a scrivere i testi delle sue canzoni.
Mocci è fra i dieci finalisti di Billboard Calls Crème of Talents, il contest lanciato da Billboard Italia e La Crème Records. Il brano che ha presentato si intitola Il Mare della Grecia. Per quanto riguarda la sua realizzazione, ha lavorato da autore, componendo testo, linea melodica del cantato ed eseguendolo vocalmente. La produzione, mix e master del brano sono invece stati curati da See Maw (Simone Sacchi). La registrazione è avvenuta presso lo studio Canova di Milano. Il Mare della Grecia sarà il suo primo singolo ad essere pubblicato.
L’intervista a Mocci
Raccontaci la tua formazione musicale.
La mia passione per la musica nasce da bambino e cresce con me plasmando il mio carattere e i miei valori. Scrivere è sempre stato una mia grande valvola di sfogo. Ho capito che non avrei più voluto tenerlo nascosto quando ne ho capito le potenzialità applicate alla musica. Cantare per me è sempre stato qualcosa di viscerale. Per me è diventato del tutto irrinunciabile quando ho iniziato a sentire la necessità di farlo con i miei pezzi.
Gettare giorno per giorno da solo le fondamenta per costruire questo auspicato percorso futuro all’interno del mondo della discografia mi ha fatto comprendere quanto la determinazione sia un requisito cruciale per fare valere le proprie idee e di come conoscere persone competenti che credano sinceramente nel tuo lavoro sia un aspetto chiave per ritagliarsi il proprio spazio in un contesto spesso complicato e schietto come l’industria musicale.
Cosa ti ha spinto a intraprendere un percorso artistico nella musica?
A spingermi a intraprendere un percorso artistico nel mondo della musica è stata la necessità di raccontarmi e la volontà di farlo in questo modo tramite la mia voce e le mie parole. Ciò che mi ha spinto a superare le mie insicurezze e decidermi a compiere questo passo è stata anche la volontà e la speranza di fare sentire chi ascolterà la mia musica un po’ capito e sicuramente meno solo, in modo da lasciare in qualche modo una traccia concreta nella vita di qualcuno.
Quali sono i tuoi miti musicali di sempre? In che modo ti senti influenzato da loro?
Fin da bambino uno dei miei passatempi preferiti era cercare nuovi artisti in giro per il mondo e provare a cogliere la loro personale idea di musica ascoltandone i pezzi e gli album, in modo da entrare in contatto con culture e generi diversi ed espormi a più influenze e stili possibili. Anche grazie a questo gioco sono riuscito a trovare la dimensione a me più congeniale nel pop e nell’indie.
Essendo io un cultore del cantautorato femminile, in Italia non posso non citare Annalisa, i cui pezzi hanno iniziato a far sorgere in me l’idea che la musica potesse essere per me uno strumento di comunicazione efficace. Parlando degli artisti che hanno influenzato indelebilmente il mio modo di fare musica direi sicuramente Mahmood, il cui approccio alla musica è senz’altro fra quelli che sento più affini al mio e le cui canzoni avranno sempre uno spazio speciale nella mia playlist. I Coma_Cose, infine, sono gli artisti grazie ai quali ho capito maggiormente la potenza dei testi e della scrittura in generale.
Quali sono tre dischi che porteresti su un’isola deserta?
L’amore di Madame, disco ricco di contenuti e caratterizzato dalla classe immensa di una delle artiste più talentose del nuovo panorama musicale italiano. Poi Hype Aura dei Coma_Cose, album disseminato di piccoli diamanti nascosti nei testi – ritrovarli tutti mi occuperebbe sicuramente almeno qualche settimana. Infine High Highs to Low Lows di Lolo Zouaï, disco della cantautrice franco-algerina che nei suoi pezzi fonde influenze R&B e Arab Pop.
Raccontaci il brano che hai presentato a Billboard Calls Crème of Talents.
Il Mare della Grecia è un brano delicato e sincero. Da quando ho scritto questo brano quasi un anno fa, l’ho sempre immaginato come un tuffo e ironicamente si è trasformato per me in un bellissimo salto nel vuoto. Il pezzo traduce in musica un istante, un abbraccio, un sorriso sfuggente, quel qualcosa che riesce a distrarre per un attimo la mente dal grigio della città e a traghettarla verso un orizzonte più sereno, per esempio davanti a un mare turchese cristallino.
Questo pezzo nasce grazie alla collaborazione con See_Maw, produttore e artista pazzesco con cui ho avuto la fortuna di lavorare. Il Mare della Grecia sigla per me un importantissimo inizio e non avrei potuto chiedere un contesto e un momento migliori di questi.
Che visione hai per il tuo progetto artistico nei prossimi anni?
La mia giovane età mi permette di vivere questo processo con una buona dose di leggerezza riguardo al possibile futuro del mio progetto discografico. Mi auguro di essere sempre fiero dei miei passi e di condividere la mia musica con altre persone di questo ambiente che mi ha insegnato tanto. Sogno un album e magari qualche feat. in compagnia di alcune delle mie personalità preferite della nuova scena italiana: Cara, Sethu, Caro Wow, Ginevra, cmqmartina…
Qual è il tuo più grande sogno come artista?
Senza alcun dubbio il più grande sogno che nascondo nel cassetto, come immagino quello di molti artisti italiani, è Sanremo. Sanremo è il festival con cui sono cresciuto fin da piccolo. Un palco intriso di storia e magia, calcato da artisti che hanno fatto la storia della musica italiana e brani che hanno contribuito a formare l’identità di questo paese. Il secondo sogno sarebbe un altro palco gigante come quello dell’Eurovision, un contesto dove è veramente possibile lasciarsi contaminare da una moltitudine di culture, stili e visioni completamente diverse della musica.