“Blurred Lines” usciva nel 2013: tre motivi per cui potrebbe essere il brano più controverso del decennio
Dieci anni fa Robin Thicke, T.I. e Pharrell Williams davano vita a una delle canzoni simbolo degli anni dieci. Ma dietro il ritornello cacthy e sbarazzino c’è molto di più, tra battaglie legali e accuse di molestie da parte delle protagoniste del video
Era il 2013 quando il mondo intero era martellato da un ritornello catchy e sbarazzino che faceva “I’m gonna take a good girl, I know you want it, I know you want it, I know you want it”. Ora, siamo abbastanza sicuri che anche voi l’abbiate letta cantando, perché dieci anni fa Blurred Lines segnava un punto cruciale nella storia della musica pop contemporanea. Merito (o colpa?) di Robin Thicke, T.I. e la mano di quel Re Mida che è Pharrell Williams, che ogni cosa che tocca diventa hit. Un successo planetario, che consacra Thicke come nuova stella bianca dell’RnB (dopo, ovviamente, Justin Timblerlake, mai veramente spodestato dal trono di re bianco del genere) e consolida la sua collaborazione con Pharrell iniziata nel 2005, con la firma nella Star Trak Records, label del genio di Virginia Beach.
Ma dietro l’immagine di una canzone apparentemente innocua e iper radiofonica, Blurred Lines è letteralmente ciò che Pitchfork ha definito “una capsula del tempo velenosa”. E non solo perché ha, secondo Jayson Greene, “predetto tutto ciò che di negativo c’è nell’ultimo decennio di cultura pop”, ma anche perché ha destato non poche polemiche negli anni successivi, tra battaglie legali e accuse di molestie avanzate dalle protagoniste del video. Che vi sfidiamo a riguardare nel 2023 senza che un brivido di cringe (come direbbe la Gen Z) vi attraversi la schiena (un po’ come è successo a Pharrell, che nel 2019 ha dichiarato di essere profondamente imbarazzato per quella canzone). Ecco dunque tre motivi che hanno reso Blurred Lines “il brano più controverso del decennio” (secondo il The Guardian).
1. Il caricamento su YouTube non censurato del video di Blurred Lines
A distanza di una settimana dall’uscita del brano, il team che stava dietro a Blurred Lines ha caricato su YouTube una versione non censurata del video, in cui Robin Thicke, T. I. e Pharrell Williams rapinavano tre modelle (Emily Ratajkowski, Jessi M’Bengue e Elle Evans) in topless. Dopo aver macinato milioni di visualizzazioni in pochissimi giorni, il video fu rimosso dalla piattaforma a causa della violazione dei termini di servizio, in particolare nudità in un contesto sessuale. Questo autosabotaggio consapevole contribuì notevolmente a far schizzare alle stelle i numeri del brano. Tuttavia, il video non censurato tornò disponibile su YouTube nel 2019, e ad oggi conta più di 77 milioni di visualizzazioni.
2. La battaglia legale con la famiglia di Marvin Gaye
Quella tra Robin Thicke, Pharrell Williams e la famiglia di Marvin Gaye è stata una battaglia legale iniziata nel 2015 e conclusa nel 2018, in cui ad avere la peggio sono stati proprio i due protagonisti di Blurred Lines. Il motivo? La corte d’appello federale della California ha sentenziato che il brano è un plagio di Got To Give It Up, hit del 1977 del re del soul. Thicke e Williams hanno dunque dovuto pagare un risarcimento di 5 milioni di dollari alla famiglia di Marvin Gaye, oltre che versare il 50% delle royalties.
3. Le accuse di molestie sessuali e l’incitamento alla “rape culture”
Sicuramente l’aspetto più delicato della vicenda. Subito dopo la pubblicazione della canzone, su Daily Beast uscì un articolo in cui la scrittrice Tricia Romano notava come la frase “I know you want it” – applicata a delle immagini in cui uomini abbigliati di tutto punto si strusciavano su donne non altrettanto vestite – fosse un nemmeno troppo velato incentivo al sesso non consensuale e un incitamento alla rape culture. Accuse gravissime, che ovviamente cambiarono totalmente la percezione pubblica di Blurred Lines. Tali idee furono rafforzate nel 2021 dalle dichiarazioni di Emily Ratajkowski, che sul Sunday Times accusava Robin Thicke di averle palpato il seno senza il suo consenso durante le riprese del video.
A supportare Ratajkowski fu la stessa regista del videoclip, Diane Martel, la quale affermò di aver immediatamente interrotto la registrazione. Thicke tentò maldestramente di difendere il proprio brano, ma non bastò a non fargli conquistare la brutta nomea di “artista più sessista dell’anno”. Nel 2019, a sorpresa, arrivò anche il “pentimento” di Pharrell. che in un’intervista rilasciata a GQ si diceva profondamente imbarazzato per Blurred Lines. «Non importa che non abbia detto io quelle cose, importa solo che hanno ferito delle donne. La mia mente si è aperta a ciò che era stato detto nella canzone e a come poteva aver fatto sentire qualcuno. Oggi non scriverei più quel brano».