Le 10 canzoni più belle degli Human League
Ripercorriamo la carriera dello storico gruppo synth-pop britannico attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili
Gli Human League sono una delle band più influenti della scena musicale britannica, particolarmente noti per il loro ruolo pionieristico nell’evoluzione della musica elettronica e pop degli anni ’80. Con il loro mix di synth-pop, new wave e musica elettronica, con le loro canzoni gli Human League hanno contribuito a definire il suono di un decennio e a lasciare un’impronta indelebile nella cultura popolare. La loro carriera ha attraversato diverse fasi, dalla sperimentazione avanguardistica alla popolarità internazionale, e la loro evoluzione musicale è un affascinante esempio di innovazione e adattamento alle tendenze del tempo.
Le origini della band
Gli Human League nascono nel 1977 a Sheffield, in Inghilterra, in un periodo in cui la scena musicale britannica era in fermento, con la nascita della musica punk e l’emergere di nuovi suoni elettronici. Fondati da Phil Oakey (voce) insieme a Martyn Ware e Ian Marsh, inizialmente la band era concepita come un progetto musicale sperimentale, fortemente influenzato dalla scena krautrock e dalle sonorità elettroniche provenienti dalla Germania. Il loro nome, Human League, deriva da una vecchia rivista di fantascienza ed è un chiaro riferimento al futuro e alla tecnologia, temi che sarebbero diventati ricorrenti nella loro musica.
Nel 1978 il trio di base cominciò a lavorare su un suono fortemente sintetico, utilizzando sintetizzatori e drum machine, e nel 1979 pubblicò l’album d’esordio Reproduction, che non ottenne un successo commerciale significativo. Tuttavia il disco mostrò subito la natura sperimentale della band, con una musica che mescolava ambientazioni futuristiche, sonorità elettroniche e testi introspettivi.
La svolta con Travelogue
Il secondo album, Travelogue (1980), continuò sulla stessa linea sperimentale ma mostrò un miglioramento nella composizione musicale. Ancora in gran parte strumentale, il disco si caratterizzava per l’uso innovativo di sintetizzatori e l’introduzione di una melodia più strutturata, ma non riuscì ancora a riscuotere un ampio successo commerciale. Nonostante la musica avanzata, gli Human League faticavano a trovare un pubblico di massa e furono costretti a sperimentare nuove direzioni.
Con l’inizio degli anni ’80, la band subì un cambiamento cruciale nella formazione. Martyn Ware e Ian Marsh lasciarono il gruppo a causa di divergenze artistiche, e il ruolo centrale di Phil Oakey divenne ancora più evidente. Oakey ristrutturò il gruppo, cercando una nuova direzione musicale e arricchendo la band con due nuovi membri femminili, Joanne Catherall e Susan Ann Sulley, che divennero le coriste e aggiunsero una nuova dimensione alla loro musica.
Il successo internazionale con Dare
Il vero successo degli Human League arrivò nel 1981 con la pubblicazione di Dare, il loro terzo album. Questo disco segnò un punto di svolta radicale nella loro carriera, trasformandoli in superstar internazionali. Dare è un album che mescola elettronica, pop, new wave e una certa eleganza nella produzione, e contiene alcune delle canzoni più emblematiche della loro carriera. Il singolo Don’t You Want Me divenne uno dei brani pop più iconici degli anni ’80, scalando le classifiche di tutto il mondo e raggiungendo la vetta delle classifiche britanniche e americane.
Il brano Don’t You Want Me è uno dei momenti più celebri della band, con una struttura melodica orecchiabile, un ritmo coinvolgente e un testo che racconta una storia di relazioni complicate e rotture amorose. Il suo successo rappresenta una delle vette della musica synth-pop degli anni ’80 e ha solidificato la posizione degli Human League come icone del genere.
Dare conteneva anche altri singoli di successo, come Love Action (I Believe in Love) e Open Your Heart, che consolidarono ulteriormente la fama della band. Il disco segnò anche un cambio di rotta verso un sound più radio-friendly, pur mantenendo la loro caratteristica sperimentazione elettronica. Questo album non solo portò gli Human League a un livello di successo commerciale che non avevano mai raggiunto prima, ma li consacrò anche come uno dei gruppi di punta della scena musicale degli anni ’80.
Gli anni ’80
Dopo il trionfo di Dare, gli Human League continuarono a pubblicare album di successo come Hysteria (1984) e Crash (1986), ma il loro impatto iniziò a declinare verso la fine degli anni ’80. Hysteria, pur contenendo brani popolari come The Lebanon e Fascination, non riuscì a ripetere il clamoroso successo di Dare, ma consolidò comunque la band come una delle formazioni più influenti della new wave.
Crash (1986) segnò un altro importante passo nella carriera del gruppo, ma con l’introduzione di un sound più orientato al pop commerciale e alle produzioni di stile americano. Sebbene l’album abbia ottenuto discreti successi, come Human, gli Human League cominciarono a subire la pressione di adattarsi ai nuovi stili musicali che stavano dominando la scena musicale mondiale.
Il periodo di pausa e il ritorno
Negli anni ’90 gli Human League entrarono in un periodo di relativa tranquillità. Sebbene la band non fosse del tutto inattiva, la loro popolarità era notevolmente calata. Tuttavia il gruppo continuò a fare tour e a pubblicare nuovi album, tra cui Octopus (1995), ma non riuscirono a replicare il successo degli anni precedenti.
Nel 2001 gli Human League tornarono sulla scena musicale con Secrets, un album che riprendeva il loro classico suono synth-pop, ma con una produzione più moderna e influenzata dalle tendenze musicali del momento. Sebbene l’album non fosse un grande successo commerciale, segnò un ritorno della band e un tentativo di riconnettersi con le radici musicali.
Dieci canzoni iconiche degli Human League
Don’t You Want Me
Don’t You Want Me è senza dubbio la canzone più famosa degli Human League e un’icona della musica degli anni ’80. Con una melodia coinvolgente e un testo che racconta una storia di una relazione finita e di una donna che rivendica il suo potere su un uomo, la canzone è una delle più memorabili della band. La combinazione delle voci di Phil Oakey e Susan Ann Sulley, insieme a una produzione elettronica sofisticata, ha reso Don’t You Want Me una hit mondiale. Con il suo ritmo catchy e il testo drammatico, la canzone ha definito il suono degli Human League e il loro approccio al synth-pop.
Love Action (I Believe in Love)
Questa traccia rappresenta un perfetto esempio del loro sound elettronico e pop. Love Action (I Believe in Love) è una canzone che combina il ritmo incalzante dei sintetizzatori con un testo che celebra l’amore in tutte le sue forme. Il brano ha un’energia contagiosa che lo rende uno dei pezzi più ballabili della band. La sua melodia orecchiabile e il mix di elettronica e disco hanno reso questa traccia un successo nelle discoteche e un classico del loro repertorio.
Open Your Heart
Un altro grande successo tratto dall’album Dare. Open Your Heart è un brano che affonda le radici nella musica dance, ma mantiene una sensibilità pop unica. La canzone, con il suo groove sintetico e il cantato appassionato di Phil Oakey, trasmette un messaggio di vulnerabilità e desiderio. La sua produzione brillante e il ritmo inconfondibile la rendono un altro esempio perfetto della capacità della band di unire l’elettronica con la popolarità, creando una traccia che continua a far ballare e a emozionare anche oggi.
Human
Human è una delle canzoni più emotive e sofisticate degli Human League, con un tono più serio rispetto alle loro tracce precedenti. Con una melodia più lenta e un’atmosfera più intima, il brano esplora i temi della fragilità umana e delle difficoltà in una relazione. La voce di Phil Oakey, unita alla produzione minimalista ma potente, crea un impatto emotivo che ha fatto di Human una delle canzoni più acclamate della band. È un brano che ha saputo fondere il pop con il soul elettronico, ottenendo un successo che ha attraversato generazioni.
The Lebanon
The Lebanon è una canzone che rappresenta l’evoluzione del gruppo verso suoni più maturi e complessi. Tratta temi politici e sociali, parlando della guerra civile libanese e dei conflitti internazionali. Con il suo potente ritmo di batteria elettronica e i sintetizzatori drammatici, The Lebanon è una delle tracce più intense e riflessive della band. Il brano dimostra come gli Human League fossero in grado di affrontare temi seri, mantenendo allo stesso tempo una qualità musicale irresistibile.
Fascination
Uno dei successi più travolgenti degli Human League: Fascination è un brano che cattura l’energia frenetica degli anni ’80. Con il suo ritmo pulsante, i sintetizzatori brillanti e il coro accattivante, la canzone parla di attrazione e desiderio in modo diretto e potente. Il singolo è diventato uno dei più grandi successi della band, ottenendo un posto di rilievo nelle discoteche e nelle classifiche internazionali. La sua melodia irresistibile la rende ancora una delle canzoni più popolari del repertorio degli Human League.
Being Boiled
Un primo passo fondamentale nella carriera degli Human League: Being Boiled è una canzone che evidenziava il loro approccio sperimentale e avanguardistico. Il brano è stato uno dei primi a mescolare i suoni elettronici con il funk e la new wave, anticipando il futuro del loro sound. Con il suo ritmo ipnotico e i sintetizzatori spigolosi, Being Boiled è una delle tracce più singolari della band, che ha definito il loro stile innovativo e visionario. Sebbene non abbia raggiunto il grande successo commerciale, la canzone ha avuto una forte influenza sulla scena musicale dell’epoca.
Empire State Human
Un altro esempio delle radici elettroniche della band. Empire State Human è una canzone che si ispira ai temi futuristi e alla cultura popolare, ed è una delle tracce più importanti del loro primo periodo. Con un sound che mescola il sintetizzatore a un beat ballabile, la canzone parla di modernità, di aspirazioni e di sogni legati a New York. Empire State Human è una traccia che cattura l’essenza della band nei suoi primi anni, caratterizzata da un atteggiamento audace e da una produzione innovativa.
I’m Your Man
I’m Your Man è una canzone che mescola synth-pop e melodie catchy con un tocco di eleganza e sensualità. Il brano racconta una storia di dedizione e amore, ed è accompagnato da una produzione più ricca e raffinata rispetto ad altri pezzi della band. La canzone, pur non avendo raggiunto il successo di altri singoli, ha comunque acquisito un seguito di culto grazie alla sua bellezza melodica e alla sua profondità emotiva. La voce di Phil Oakey, ancora una volta impeccabile, si fonde perfettamente con l’elettronica, creando un’atmosfera romantica e intensa.
Together in Electric Dreams
Sebbene tecnicamente sia un brano realizzato come parte della colonna sonora del film Electric Dreams, Together in Electric Dreams è diventata una delle canzoni più amate e riconoscibili degli Human League. La canzone unisce il caratteristico sound elettronico della band con una melodia dolce e orecchiabile, parlando di connessioni moderne e relazioni nell’era tecnologica. Il suo messaggio positivo, unito a una produzione brillante, ha reso questa traccia un classico senza tempo, apprezzato anche da chi non conosceva la band.
In conclusione
Le dieci canzoni selezionate rappresentano la ricca e variegata carriera degli Human League, che ha attraversato numerosi stili e fasi. Dalle loro radici più sperimentali negli anni ’70 alle hit indimenticabili degli anni ’80, gli Human League sono riusciti a coniugare innovazione e accessibilità, creando un sound che ha influenzato e ancora oggi ispira molti artisti. Ogni canzone riflette una parte fondamentale della loro carriera e della loro capacità di adattarsi, evolversi e intrattenere.
Gli Human League sono una delle band più importanti nella storia della musica elettronica e pop. La loro capacità di rinnovarsi nel corso degli anni e di mescolare sonorità innovative con il pop mainstream ha fatto loro guadagnare un posto d’onore nel pantheon della musica degli anni ’80. Con un impatto che va ben oltre la loro epoca d’oro, gli Human League continuano ad essere una fonte di ispirazione per nuovi artisti e un tesoro di nostalgia per chi ha vissuto quella stagione musicale irripetibile.