Oscar Anton: «Il remix di Bob Sinclar di “bye bye” è la sola cosa bella che ricorderò del 2020»
La canzone del cantautore francese è diventata una presenza ricorrente sulle radio italiane. Un successo straordinario, considerando che è totalmente autoprodotta
Quella di Oscar Anton è una bella storia di successo discografico tutto indipendente. Prima ha stregato i network radiofonici italiani, poi (anche attraverso una grande quantità di ricerche su Shazam) è diventato protagonista delle playlist in streaming. Risultato ancor più notevole se si considera che la sua bye bye – come tutte le sue altre canzoni – è completamente autoprodotta, dal songwriting fino alla parte visual. Il potenziale del brano è stato notato subito anche da un producer che di hit se ne intende: monsieur Bob Sinclar, che ne ha fatto un remix. Ora per il cantautore francese la sfida più grande è capitalizzare il successo per pianificare al meglio le sue prossime mosse. Con un sogno all’orizzonte: finire nella Billboard Hot 100.
Quali sensazioni hanno ispirato l’atmosfera malinconica di bye bye?
Ho scritto bye bye lo scorso agosto. Ero molto stanco perché ero a metà del mio progetto di pubblicazione di un “pack” (ovvero un mini EP) ogni mese per un anno. Così ho deciso di prendermi una settimana di stacco con i miei amici, nel sud della Francia. Quando sono tornato, mi sono seduto in camera mia con la chitarra, senza neanche l’intenzione di scrivere qualcosa. Gli accordi, la melodia e le parole “bye bye” sono venuti di getto.
L’anno passato è stato pazzesco, ho lavorato senza sosta ogni giorno nella mia camera da letto (fatta eccezione per quella settimana di vacanza) per pubblicare musica nuova ogni mese. Mi sforzavo costantemente di creare, ma suppongo che in realtà non dovessi tanto pensare quanto piuttosto fare semplicemente ciò che amo. Dopodiché la mia sorellina mi ha letteralmente costretto a pubblicare la canzone. Io ero dubbioso, ma non mi ha dato scelta!
Qual è stata la tua reazione al crescente successo del brano? È stato inaspettato?
È pazzesco, è successo così velocemente in Italia… Venendo dalla Francia, sono abituato ad aspettare mesi prima di avere un passaggio radiofonico (sempre che ciò accada). Sapere che la mia canzone è suonata dalle radio italiane è figo, mi fa stare bene. Ma, sai, per adesso continuo semplicemente a fare musica: ho ancora molto lavoro davanti.
Bye bye è stata anche remixata da un vero maestro, molto amato qui in Italia: Bob Sinclar. Com’è nata questa opportunità?
Sì! È da quand’ero piccolo che ascolto la sua musica. Eravamo in cerca di un remix e abbiamo pensato: “Perché non mandarla a Bob? Probabilmente non risponderà mai, ma proviamo, chissà”. E invece ci ha risposto quella sera stessa dicendo: “Adoro il pezzo, stupendo, provo a fare qualcosa”. Il giorno successivo avevamo il remix pronto. Assurdo, no? Penso che il tempismo abbia giocato a nostro favore: per via della quarantena, era in studio a Parigi a produrre. Altrimenti sarebbe stato in giro per il mondo. È la sola cosa bella che ricorderò del 2020.
Come dicevi prima, la canzone è stata originariamente pubblicata come parte dei “pack” mensili che hai pubblicato nel corso dell’anno scorso. Come lavoravi per mantenere il flusso di musica costante? È una formula che intendi continuare?
Beh, lavoravo ogni giorno, anche di notte. Siccome facevo tutto io – songwriting, registrazione, produzione, mixaggio, copertine e visuals e così via – era un sacco di lavoro. All’inizio dell’anno avevo alcune canzoni già programmate ma verso l’estate mi sono trovato a scrivere canzoni che poi pubblicavo nel corso dello stesso mese. Non potevo sprecare un giorno. È stata una grande sfida ma ho anche imparato tanto, sia sulla musica che su me stesso a livello mentale.
Adesso ho voglia di sfidarmi in modo diverso. Sono stato praticamente da solo per un anno, per cui qual è il contrario di questo? Featuring, collaborazioni? Ora come ora non lo so di preciso, ma è certo che io adoro pubblicare musica spesso. Per cui manterrò lo stesso processo creativo.
Visto che tu fai tutto, dal songwriting ai videoclip, si direbbe che sei un fiero sostenitore dell’approccio indipendente e “do-it-yourself”. Come hai sviluppato tutte quelle diverse competenze?
Volevo solo essere il più indipendente possibile. Non mi piace trovarmi in una situazione in cui devo aspettare qualcun altro, specialmente quando si tratta della mia musica. Lavorare con gli altri è importante perché ti permette di imparare molto, ma capire le basi di tutto ti dà più controllo, secondo me. Per cui in sostanza mi sono chiesto: “Cosa dovrei sapere per pubblicare una canzone domani mattina?”. La risposta è stata: produzione musicale, video making, graphic design e una decina di altre cose!
Mi sembra che tu abbia molto a cuore il rapporto con la tua famiglia. Qual è il supporto che ricevi da loro?
Sono molto fortunato ad avere una famiglia che mi supporta così. Sin da quando ho deciso che mi sarei dedicato alla musica, i miei genitori (e mia sorella) mi hanno spinto in quella direzione. Mi dicevano sempre: “Non lasciare l’università fino a quando non avrai altra scelta. Quando è il momento giusto, lo saprai”. Ho deciso di interrompere i miei studi a metà della mia laurea magistrale, ma sapevano che era meglio così. Vengono a quasi tutti i miei concerti e tengono d’occhio i miei ascolti mensili su Spotify, molto più di quanto non faccia io!
So che sei un fan di grandi compositori contemporanei come Ludovico Einaudi e Yann Tiersen. Qual è un aspetto dei loro lavori che ami in particolare?
Senz’altro le melodie. Se riesco a visualizzare qualcosa nella mia testa mentre ascolto un brano, significa che è un buon pezzo per me. Le loro melodie raccontano storie bellissime e, in qualche modo, molto personali. Non ho bisogno che ci sia un testo: sono colpito dalla musica, e Ludovico e Yann sono ottimi esempi in tal senso.
Qual è il tuo prossimo capitolo? C’è un album all’orizzonte?
Al momento non ne sono sicuro. Mi piace l’idea di provare cose diverse, di uscire dalla mia comfort zone. C’è talmente tanto da scoprire e imparare… Magari pubblicherò degli EP o altri “pack” prima dell’album. E poi se pubblico il mio album d’esordio voglio che sia fatto in grande stile, tipo che finisca nella Billboard Hot 100! Per cui penso di dover prima convincere un bel po’ di persone.