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Fuori “Poké Melodrama” di Angelina Mango: «Coerente nella mia incoerenza»

Dopo la vittoria di Sanremo 2024 e la partecipazione all’Eurovision, ecco l’album d’esordio dell’artista de “La Noia”. L’abbiamo incontrata a Milano

Autore Federico Durante
  • Il31 Maggio 2024
Fuori “Poké Melodrama” di Angelina Mango: «Coerente nella mia incoerenza»

Angelina Mango (foto di Andrea Bianchera)

Si dica quello che si vuole di lei, ma di certo non le manca il dono della chiarezza. Poké Melodrama, l’album d’esordio di Angelina Mango fuori da oggi (31 maggio), è esattamente quello che dichiara di essere: una raccolta di canzoni dall’alto tasso di emotività e dal sound quanto mai variegato, dall’urban alle ballatone, dal bel canto all’hip hop passando per l’ormai celebre cumbia in salsa italiana de La Noia.

L’eterogeneità di Poké Melodrama di Angelina Mango

«Avevo paura che il disco potesse essere troppo eterogeneo», ci racconta quando la incontriamo a Milano la settimana prima dell’uscita del disco. «Ma poi ho capito che stavo guardando tutto dal punto di vista sbagliato: questa eterogeneità poteva diventare la caratteristica principale. Quando entro in studio non ho un obiettivo, lascio che la musica vada ovunque. Ho pensato che l’unico modo per essere coerente con me stessa fosse essere incoerente nelle scelte del disco».

E ancora: «Sono molto emozionata per questa uscita, soprattutto dopo un anno in cui sono successe cose così grandi. Sentivo l’esigenza di presentarmi, di fare un discorso più completo su di me. Da fuori si è visto tutto, ma dentro sono successe tante cose e voluto dirle nel disco. L’aspetto principale è che ho non voluto risparmiarmi in nulla, un po’ come quando sei sul palco: in questo album dico tutto, anche senza filtri. Non ho lasciato niente a casa, o al caso. È un poké con ingredienti scelti minuziosamente».

L’anima urban di Poké Melodrama

Diciamolo pure chiaramente: nel complesso, Poké Melodrama è un ottimo album d’esordio. Angelina passa da un sound all’altro con disinvoltura e credibilità. Del resto ha le spalle coperte da una schiera di eccellenti producer: Shune, Andry The Hitmaker, okgiorgio, Strage, Zef, Dardust, fra gli altri. Gli ospiti del disco sono ben selezionati: oltre al prevedibile ma gradito Marco Mengoni (entrambi sono seguiti dalla manager Marta Donà), troviamo Bresh, Dani Faiv e VillaBanks.

Già da questi nomi risulta evidente la volontà di dare seguito a una sua certa inclinazione per il mondo urban / hip hop, che si manifesta anche nelle parti praticamente rappate che spesso si concede nelle canzoni. «Sono una grande ascoltatrice di tutto il mondo urban», ci confessa. «Anzi, forse nei miei ascolti c’è più quello che non il mondo pop o il cantautorato. Mi stimola molto a scrivere: quello che arriva da artisti come Tedua o Madame mi aiuta a vedere meglio le cose. Questo si riflette quando faccio la mia musica che, pur essendo pop, viene sempre un po’ spostata dalle mie influenze esterne. Quando scrivo sono sempre in bilico fra un genere e l’altro».

In Poké Melodrama Angelina Mango dà il meglio di sé nei brani più melodici ed emozionali: per esempio l’opening track Gioielli di Famiglia, Uguale a Me con Marco Mengoni, Edmund e Lucy. Ma riesce ad essere anche godibilissima quando il sentimentalismo cede il passo alla sfacciataggine urban, come nel caso del travolgente singolo Melodrama (forse il vero pezzo forte del disco), delle pose latineggianti di Crush e dei sassolini tolti dalle scarpe in Cup of Tea.

«È una canzone di denuncia, cosa che non avrei mai pensato di fare», dice a proposito di quest’ultima. «È una denuncia sottile contro tutti i tuttologi, quelli che pensano di poterti dire come agire nelle varie situazioni. Io sono una ragazza giovane: capita spesso che arrivi la persona che ti dice cosa fare. Sono momenti in cui la gente sminuisce quello che tu stai provando, o la tua ansia del momento. Cup of Tea è uno sfogo che mi serviva. Io mi sento molto vera, spesso vedo che tutto è molto “patinato”, molto giusto, mentre ci sono io in mezzo che sto scoppiando».

Se Uguale a Me con Mengoni è un gioiello di bel canto, non sempre tuttavia la chimica con gli artisti in featuring risulta ben assortita. Diamoci una Tregua feat. Bresh è un pezzo melodico e dal gusto acustico minimale (voce e chitarra acustica), ma il contributo dell’artista ligure non è memorabile. Se Angelina fosse stata da sola il pezzo non ne avrebbe sofferto. Da dimenticare Invece Sì feat. Dani Faiv, brano in teoria centrale per quello spirito urban di cui parlavamo e che invece no, non lascia il segno.

Angelina Mango - Poké Melodrama - recensione - intervista - foto di Andrea Bianchera - 2
Foto di Andrea Bianchera

La famiglia

Come ci si può aspettare, uno dei fil rouge di Poké Melodrama di Angelina Mango è il tema della famiglia. Nel disco ci sono molti riferimenti a una dimensione famigliare, con diverse sfaccettature: Gioielli di Famiglia, Smile, Edmund e Lucy, Fila Indiana, brani in cui racconta tanto la sua storia personale quanto un concetto di famiglia più universale.

Qual è il tipo di famiglia che descrive nelle canzoni? «Ha tante sfaccettature. È stretta da un legame molto forte, quasi simbiotico. È una famiglia dalla quale mi sono anche staccata, perché crescendo è giusto crearsi una propria vita».

E ancora: «Poi c’è anche la concezione di famiglia un po’ più formale, da cui mi allontano, perché credo che “famiglia” siano le persone che realmente di amano e ti tengono con i piedi per terra, e a volte non coincidono con i legami di sangue. Io sono molto fortunata perché ho una madre e un fratello che amo alla follia. Però mi sono anche creata una famiglia oltre a loro. Sono molto grata di questo, e infatti parlo di loro in tutto il disco».

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