Rock

Le 10 canzoni migliori dei Belle and Sebastian

Ripercorriamo la carriera dello storico gruppo indie britannico attraverso una selezione di alcuni dei loro brani più memorabili

Autore Billboard IT
  • Il25 Gennaio 2025
Le 10 canzoni migliori dei Belle and Sebastian

Tra le figure più iconiche della scena indie pop, i Belle and Sebastian hanno tracciato una traiettoria musicale unica che li ha portati dall’essere una band di culto underground a un fenomeno internazionale amato per il loro sound distintivo e il loro approccio lirico e poetico. Nati nel cuore della Glasgow degli anni ’90, con le loro canzoni i Belle and Sebastian sono diventati sinonimo di raffinatezza musicale, introspezione e creatività. La loro carriera si estende per quasi tre decenni, unendo influenze del passato con una sensibilità contemporanea e restando sempre fedeli alla loro visione artistica.

Gli inizi a Glasgow

La genesi dei Belle and Sebastian risale al 1994, quando Stuart Murdoch, cantante e principale songwriter, incontrò il bassista Stuart David durante un corso di formazione per disoccupati. Murdoch, che aveva trascorso gli anni precedenti lottando contro una grave sindrome da affaticamento cronico, aveva trovato nella scrittura musicale un’ancora di salvezza e un modo per esprimere il suo universo interiore. Insieme decisero di registrare un album come progetto scolastico: quello che doveva essere un esperimento artigianale si trasformò in una delle più straordinarie opere prime della musica indie.

Il risultato, Tigermilk (1996), fu inizialmente pubblicato in un’edizione limitata di mille copie su vinile. Registrato in soli tre giorni, l’album mostrava una sorprendente maturità lirica e musicale, con canzoni come The State I Am In che combinavano una narrazione intima con melodie delicate e arrangiamenti semplici ma efficaci. Nonostante la scarsa distribuzione iniziale, Tigermilk catturò immediatamente l’attenzione della scena musicale scozzese, gettando le basi per il loro successo futuro.

If You’re Feeling Sinister

Pochi mesi dopo, i Belle and Sebastian pubblicarono il loro secondo album, If You’re Feeling Sinister (1996), considerato da molti il loro capolavoro. Rispetto a Tigermilk, l’album approfondisce l’estetica malinconica e introspettiva della band, con testi che esplorano temi di alienazione, religione e amore non corrisposto. Brani come Fox in the Snow e Like Dylan in the Movies sono diventati inni per una generazione di giovani che si rispecchiavano nelle loro storie di fragilità e speranza.

L’album ebbe un successo di critica straordinario e si guadagnò un posto nella lista dei migliori album degli anni ’90. La combinazione di testi profondi, melodie accattivanti e arrangiamenti eleganti consolidò il loro status di icone dell’indie pop. Nonostante la crescente attenzione, i Belle and Sebastian rimasero fedeli alla loro etica DIY, rifiutando di apparire troppo frequentemente in pubblico o nei media.

The Boy with the Arab Strap

Con il terzo album, The Boy with the Arab Strap (1998), la band ampliò ulteriormente la propria formazione e il proprio sound. Il titolo, ispirato a un amico della band e al nome di un dispositivo medico, rifletteva il loro caratteristico senso dell’umorismo e della stranezza. Questo album segnò anche un momento di transizione, con i membri della band che iniziarono a contribuire di più alla scrittura delle canzoni, portando una maggiore varietà stilistica.

Canzoni come Dirty Dream Number Two e la title track mostrano un approccio più ricco dal punto di vista degli arrangiamenti, incorporando fiati, archi e influenze dal soul e dal pop anni ’60. L’album raggiunse un pubblico più ampio rispetto ai precedenti, entrando nella classifica britannica e vincendo il prestigioso Brit Award come “Best Newcomer” nel 1999, nonostante il loro già consolidato status di veterani della scena indie.

Il rilancio con Dear Catastrophe Waitress

Negli anni Duemila i Belle and Sebastian affrontarono una nuova fase della loro carriera. Con l’uscita di Dear Catastrophe Waitress (2003), la band segnò una svolta stilistica, collaborando con il produttore Trevor Horn, famoso per il suo lavoro con molti artisti mainstream. L’album mantenne la liricità e la delicatezza tipiche del gruppo, ma incorporò elementi più brillanti e radiofonici, come dimostrano brani come Step Into My Office, Baby e I’m a Cuckoo.

Questa collaborazione diede nuova energia alla band, aprendo la strada a un maggiore successo commerciale senza sacrificare la loro integrità artistica. Dear Catastrophe Waitress fu un trionfo sia per la critica che per i fan, dimostrando che i Belle and Sebastian erano capaci di reinventarsi pur mantenendo il loro fascino distintivo.

Gli anni Duemila

Con album come The Life Pursuit (2006), Write About Love (2010) e Girls in Peacetime Want to Dance (2015), i Belle and Sebastian hanno continuato a espandere il loro sound, incorporando influenze dalla disco, dall’elettronica e dalla musica dance. Nonostante i cambiamenti stilistici, la band ha sempre mantenuto il focus sulle storie e sulle emozioni umane, un elemento centrale della loro identità.

Parallelamente, i membri della band hanno intrapreso progetti solisti e collaborazioni, contribuendo a mantenere viva la loro creatività. Stuart Murdoch, ad esempio, ha scritto e diretto il film musicale God Help the Girl (2014), che funge da estensione cinematografica della loro estetica musicale.

Dieci canzoni iconiche dei Belle and Sebastian

The Stars of Track and Field

Questa traccia è un perfetto esempio dello stile narrativo di Stuart Murdoch. Racconta la storia di un’atleta universitaria che cerca significato nella sua vita oltre le competizioni sportive. Le melodie eteree, accompagnate da un delicato arrangiamento di chitarra e tastiere, creano un’atmosfera sospesa tra malinconia e speranza.

Judy and the Dream of Horses

Un altro capolavoro del loro secondo album. Questa canzone mescola dolcezza e tristezza in un ritratto vivido di Judy, un personaggio simbolico che rappresenta la lotta per la libertà e l’immaginazione. Con un ritmo incalzante e un ritornello memorabile, è una delle canzoni più amate dei Belle and Sebastian.

Lazy Line Painter Jane

Questo duetto tra Stuart Murdoch e Monica Queen è un inno alle personalità eccentriche e agli outsider. In Lazy Line Painter Jane la voce potente di Queen si intreccia con l’arrangiamento grandioso, ricco di organo e percussioni, creando un brano che esplode di energia e carisma.

The Boy with the Arab Strap

La title track del loro terzo album è una delle canzoni più iconiche dei Belle and Sebastian. Con un ritmo rilassato e un arrangiamento ricco di fiati e tastiere, racconta le sfide della vita quotidiana attraverso un linguaggio poetico e immagini vivide. È un pezzo che incarna lo spirito indie pop dei Belle and Sebastian.

Piazza, New York Catcher

Questo brano acustico, dedicato al giocatore di baseball Mike Piazza, intreccia riferimenti culturali con una storia d’amore sottile e malinconica. La semplicità della chitarra acustica e della voce di Murdoch conferisce alla canzone una bellezza disarmante.

Step Into My Office, Baby

Un’irresistibile fusione di pop orchestrale e testi ironici, questa canzone parla di dinamiche di potere sul posto di lavoro con un approccio giocoso e spiritoso. Il suo sound accattivante, arricchito da fiati e archi, è una dimostrazione della versatilità della band.

I’m a Cuckoo

Con un ritmo influenzato dai Thin Lizzy e un testo che parla di cuori spezzati e viaggi, I’m a Cuckoo è una delle canzoni più accessibili e allegre dei Belle and Sebastian. Il ritornello contagioso e la chitarra energica la rendono un brano indimenticabile.

Another Sunny Day

Perfetto mix di malinconia e gioia, questa traccia descrive un’estate piena di amore, perdita e nostalgia. Il sound vivace, con chitarre cristalline e un ritmo coinvolgente, cattura l’essenza della band nel loro momento più luminoso.

Funny Little Frog

Questo brano allegro e romantico esplora il tema dell’amore idealizzato, con un arrangiamento che mescola pop anni ’60 e soul. È una delle canzoni più ottimistiche della band, un’esplosione di felicità che rimane tra i loro pezzi più memorabili.

Nobody’s Empire

Uno dei brani più personali di Stuart Murdoch. Nobody’s Empire racconta la sua battaglia contro la malattia cronica con una sincerità disarmante. L’arrangiamento maestoso, che combina piano, archi e percussioni, accompagna un testo che è al tempo stesso vulnerabile e ispiratore.

In conclusione

I Belle and Sebastian hanno dimostrato di essere maestri nel catturare le emozioni umane attraverso la musica. Queste dieci canzoni rappresentano il cuore pulsante della loro discografia, un viaggio attraverso storie toccanti, melodie indimenticabili e una visione artistica unica. Per chiunque voglia scoprire o riscoprire il loro talento, questa selezione è un punto di partenza essenziale.

I Belle and Sebastian continuano a registrare e a esibirsi, dimostrando una longevità rara nel panorama musicale. La loro dedizione all’artigianato musicale e la loro capacità di reinventarsi li rendono una delle band più rispettate e amate della scena indie.

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