Rock

David Bowie: il 2020 è stato un anno ricchissimo di uscite

Ripercorriamo assieme l’anno appena passato riscoprendo alcune chicche. Presto arriveranno nuove imperdibili ristampe

Autore Tommaso Toma
  • Il10 Gennaio 2021
David Bowie: il 2020 è stato un anno ricchissimo di uscite

Foto di Albert Watson

Ogni anno che passa ci accorgiamo dell’enorme eredità che ci ha lasciato il camaleontico e oramai mitologico David Bowie, che nell’arco del decennio ’70 pubblicò capolavori del rock ma che continuò a stupirci anche nei decenni successivi. L’anno appena passato ha visto la Warner Music impegnatissima nel far uscire dal suo reparto catalogo – tra speciali edizioni fisiche e streaming – sempre tanto materiale degno di attenzione, e per le nuove generazioni di assoluta scoperta.

E sarà così anche per il nuovo anno, iniziato alla grande. Infatti in occasione del compleanno di David Bowie avete letto anche sulle nostre pagine dell’uscita del doppio singolo 7″ (in sole 8.147 copie limitate, di cui mille su vinile crema) con due cover, Mother di John Lennon e la dylaniana Tryin’ to Get to Heaven. Stiamo parlando di David Bowie epoca fine anni ’80, per la precisione era l’anno successivo all’uscita di Never Let Me Down (nel 2018 è stato ripubblicato nella versione con la masterizzazione originale). Per risposta a un album decisamente sotto il suo standard qualitativo, Bowie organizzò il mastodontico Glass Spider Tour che partì il 30 maggio 1987 e che lo portò per la prima volta anche in Italia (ero presente e fu bellissimo).


E poi il 22 gennaio sarà la volta di Station to Station, per celebrare il 45° anniversario del decimo album in studio di David Bowie. Uscirà via Parlophone in una speciale edizione “Bricks & Mortar” in esclusiva per i negozi indipendenti, in vinile rosso e bianco che sarà distribuito in modo casuale. E tanto per rilassarci in questo weekend, ci rivediamo la meravigliosa cover di Wild Is the Wind.

Ma torniamo cronologicamente alle uscite dello scorso anno.


17 gennaio

I Can’t Read ’97

Prima uscita dell’EP Is It Any Wonder? che diventerà anche fisico il 20 marzo in CD e vinile. Un interessante EP che contiene canzoni registrate nel 1997 all’epoca dell’album/tour Earthling.

23 gennaio


Stay ’97

Secondo appetizer da Is It Any Wonder?.

7 febbraio

Is It Any Wonder? / Nuts


Terzo assaggio dall’EP.

14 febbraio

Alabama Song 7″

Su etichetta Parlophone il picture disc 7″ di Alabama Song in edizione limitata, in occasione del quarantesimo anniversario dalla sua pubblicazione. Ricordiamo che trattasi della versione inglese di una poesia scritta da Bertolt Brecht, tradotta dal tedesco nel 1925 da Elisabeth Hauptmann, e poi musicata da Kurt Weill e inserita nell’opera Ascesa e caduta della città di Mahagonny del 1930. Nel lato A del picture disc è incisa la versione registrata il 2 luglio 1978 ai Good Earth Studios di Soho di Tony Visconti. Mentre il B-side è una versione live registrata il 1 luglio 1978 (e in una performance diversa di quella contenuta nell’album live Welcome to The Blackout pubblicato nel 2018).


20 marzo

The Man Who Sold the World

Terza e ultima uscita (qui il lyric video ufficiale uscito nel 2018) che suggella l’uscita del fisico dell’EP It Is Any Wonder?, dove questa canzone, che come tanti sanno era stata riportata in auge dai Nirvana grazie alla versione unplugged, è precisamente presentata come il Live Eno Mix.

17 aprile / 19 giugno


Space Oddity (picture disc)

Sembra un segno del destino… Il 17 aprile doveva svolgersi il Record store Day, poi rinviato, e quindi ecco il motivo di questa doppia data di uscita. E il picture disc in questione non riproduce la cover la versione dell’album originale, ma quella ripubblicata nel 1972 con la foto che lo immortala nelle vesti di Ziggy Stardust e include anche una replica del poster contenuto nell’uscita originale del ’72. E per complicare ancor più le carte in tavola, ricordiamo che esiste in circolazione sempre datata 2020 è stata distribuita dallo store online dello stilista Paul Smith, qui il vinile colorato!

Comunque questo disco ha una storia molto complicata… Riassumiamo brevissimamente solo alcuni passaggi. Il primo album rock di David Bowie, l’edizione originale UK era uscita per la Philips nel 1969 e addirittura con un altro titolo in USA/Canada (Sotto Mercury), ovvero Man of Words / Man of Music (mentre in Italia uscì con il titolo semplicissimo di David Bowie). Ma dopo l’esplosione del fenomeno Ziggy Stardust l’album venne ripubblicato nel 1972 in USA dalla RCA e venne ricambiato il titolo: Space Oddity, e fu presentato con una nuova cover. Ricordiamo poi che nel 2019 in occasione del box set celebrativo per il cinquantesimo intitolato David Bowie – Conversation Piece, l’album fu totalmente remixato da Tony Visconti!

20 giugno


ChangesNowBowie

Uscito anche in edizione limitata in vinile, in occasione del Record Store Day 2020 prima parte. Questa raccolta è la testimonianza di ciò che trasmesso dalla BBC nel gennaio del 1997, ma inizialmente fu registrato nel 1996 a New York durante le prove per il concerto di David Bowie al Madison Square Garden.

3 luglio

Ouvrez le Chien (Live Dallas ’95)


Disponibile solo in streaming. Si tratta di un live che i fan conoscono bene nel formato bootleg. È stato registrato dal vivo allo Starplex Amphitheater di Dallas il 13 ottobre 1995, durante l’Outside Tour. La frase Ouvrez le chien era nel testo di All rhe Madmen dell’album The Man Who Sold the World ma senza la Z finale.

14 agosto

Something in the Air

Solo in streaming. È il terzo live annunciato dalla Parlophone / Warner dopo Liveandwell.com e il precedente Ouvrez le Chien. Something in the Air era stato anticipato lo scorso 7 agosto dal singolo digitale in audio e video Drive in Saturday.


18 settembre

Young Americans

Questa edizione è in vinile oro. Pubblicato in Inghilterra nel marzo del 1975 dopo Diamond Dogs e prima di Station to Station, giunse al numero 2 delle classifiche UK ed al numero 9 di quelle Usa. L’ottavo album. registrato con Andy Newman, Carlos Alomar, John Lennon, Earl Slick, a Philadelphia, è un lavoro a sé stante nella discografia bowiana, composto dopo la lunga tournee americana di David Live, dove David Bowie si avvicina alla musica nera americana ed è proprio in questo contesto che nasce l’idea del suo nuovo alter ego, il ”thin white Duke”, etereo e algido, elegantissimo, che lo vede alle prese con un raffinato soul reinventato in chiave glam. Tra i brani presenti in questo album, Fame, al numero 1 in Usa ed UK, scritta con John Lennon. Qui il video ufficiale però girato nel 1990.

6 novembre


Metrobolist

Per chi non lo sapesse stiamo parlando del terzo album di David Bowie, The Man Who Sold the World, che è stato remixato e ristampato in occasione del suo cinquantesimo anniversario con il titolo Metrobolist. Ma perché con questo nome? Ebbene, a quanto pare l’album originariamente si intitolava proprio “Metrobolist” ed è stato modificato all’ultimo minuto. Parlophone ci assicura che i master stereo originali erano in realtà etichettati “Metrobolist” (anche se il nome era stato cancellato).

13 novembre

Cosmic Dancer (con Morrissey)


In streaming, ma esiste anche un bel 7″. Questo bel duetto con il Moz fu registrato a Los Angeles all’Inglewood Forum, il 6 febbraio del 1991. Il B-side è una cover di That’s Entertainment dei The Jam. Curiosità: scattò la foto del vinile l’amica di Morrissey, Linder Sterling, che militò nei favolosi Ludus, una band di confine tra no wave, jazz e sperimentazione che fu illuminante per Morrissey nella sua post adolescenza.

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