Le 10 canzoni più belle dei Genesis
Ripercorriamo la carriera dello storico gruppo prog inglese attraverso una selezione di alcuni dei loro brani leggendari
I Genesis sono uno dei gruppi rock più influenti e longevi della storia della musica, con una carriera che si è sviluppata nel corso di oltre quattro decenni. Il loro viaggio musicale li ha portati a esplorare una moltitudine di stili, partendo dal rock progressivo degli anni ’70 per approdare, negli anni ’80 e ’90, a sonorità più accessibili e pop, conquistando così il grande pubblico. In questo articolo esploreremo i momenti chiave della carriera dei Genesis e alcune delle loro canzoni più iconiche.
Le origini
I Genesis nascono nel 1967 grazie a un gruppo di studenti della prestigiosa Charterhouse School nel Surrey, in Inghilterra. I membri fondatori furono Peter Gabriel (voce), Tony Banks (tastiere), Mike Rutherford (basso e chitarra), Anthony Phillips (chitarra) e Chris Stewart (batteria). Il loro primo album, From Genesis to Revelation (1969), fu un modesto esperimento di pop psichedelico che non ebbe successo commerciale. Tuttavia il gruppo iniziava già a delineare quello che sarebbe diventato il loro marchio di fabbrica: l’abilità di mescolare complesse strutture musicali con narrazioni liriche elaborate.
L’epoca di Peter Gabriel
Dopo un cambio nella formazione, con l’entrata del batterista Phil Collins nel 1970 e la sostituzione di Phillips con Steve Hackett alla chitarra, i Genesis trovarono la loro identità nel rock progressivo. Questo periodo è considerato uno dei più iconici nella loro carriera, soprattutto per il contributo di Gabriel, noto per i suoi testi surreali e le sue performance teatrali. L’album Nursery Cryme (1971) segnò un punto di svolta, ma fu con Foxtrot (1972) che il gruppo consolidò la sua reputazione.
Il vero capolavoro di questa fase è Selling England by the Pound (1973), un album che contiene alcuni dei brani più amati dai fan, come Firth of Fifth e The Cinema Show. L’ultimo disco con Gabriel fu The Lamb Lies Down on Broadway (1974), un concept album ambizioso e complesso che racconta la storia di Rael, un personaggio in bilico tra realtà e fantasia. Dopo il tour del 1975, Peter Gabriel lasciò la band per intraprendere una carriera solista.
La transizione
Dopo l’uscita di Gabriel, molti pensavano che i Genesis fossero destinati a sciogliersi: sorprendentemente la band non solo sopravvisse, ma prosperò. Phil Collins, che fino a quel momento era stato il batterista, assunse il ruolo di cantante. Con A Trick of the Tail (1976) e Wind & Wuthering (1976), i Genesis dimostrarono di poter continuare con successo senza Gabriel. Questi album mantengono molte delle caratteristiche del rock progressivo, ma con una maggiore enfasi sulle melodie e su brani più accessibili.
Il successo pop
Gli anni ’80 rappresentano il momento di svolta commerciale per i Genesis. Con Duke (1980) il gruppo iniziò a integrare elementi pop e rock più convenzionali, senza perdere del tutto le radici progressive. Ma fu con Abacab (1981) e soprattutto con Genesis (1983) che i Genesis divennero un fenomeno globale, grazie a brani come Mama e That’s All.
Il loro album Invisible Touch (1986) fu il più grande successo commerciale della loro carriera, trainato da hit come la title track, Land of Confusion e Tonight, Tonight, Tonight. L’album raggiunse il primo posto nelle classifiche americane e portò i Genesis a suonare negli stadi di tutto il mondo. Le influenze pop di Collins, già famose per la sua carriera solista, si fusero perfettamente con il suono dei Genesis, rendendo la loro musica più accessibile a un pubblico ampio.
Il ritiro e il ritorno
Dopo We Can’t Dance (1991), un altro successo internazionale con brani come I Can’t Dance e No Son of Mine, Phil Collins lasciò i Genesis nel 1996 per concentrarsi sulla sua carriera solista. La band provò a continuare con il nuovo cantante Ray Wilson e pubblicò l’album Calling All Stations (1997), ma senza il successo sperato, e il gruppo si fermò per un lungo periodo.
Dopo una pausa di quasi un decennio, i Genesis si riunirono nel 2007 per un tour di successo, Turn It On Again, che celebrava la loro lunga carriera. Nel 2020, nonostante i problemi di salute di Collins, la band annunciò un ultimo tour, “The Last Domino?”, conclusosi nel 2022. Questo tour segnò la fine di un’epoca per i Genesis, con Collins ormai impossibilitato a suonare la batteria, ma ancora in grado di esibirsi come cantante, mentre il figlio di Collins, Nic Collins, lo sostituiva alla batteria.
Dieci canzoni iconiche dei Genesis
Firth of Fifth
Considerata una delle migliori espressioni del rock progressivo, Firth of Fifth mette in mostra la maestria musicale dei Genesis. Il pezzo è caratterizzato da un iconico assolo di piano iniziale di Tony Banks e uno straordinario assolo di chitarra di Steve Hackett. I cambi di tempo e le complessità strutturali rendono questa canzone un classico, con testi poetici che evocano immagini naturali e mitologiche. È uno dei brani più amati dai fan per la sua profondità musicale.
The Musical Box
Una delle canzoni più rappresentative dell’epoca di Peter Gabriel. The Musical Box racconta una storia oscura e surreale. Il pezzo inizia lentamente, con un’atmosfera delicata e da favola, per poi esplodere in una sezione finale potente e drammatica. Il contrasto tra dolcezza e aggressività è uno degli elementi che ha reso questa canzone un capolavoro del rock progressivo, con Gabriel che offre una performance vocale teatrale e inquietante.
Supper’s Ready
Supper’s Ready è un’epica suite di 23 minuti, una vera e propria epopea del rock progressivo. Divisa in diverse sezioni, la canzone esplora temi religiosi, mitologici e apocalittici, con un crescendo finale che esplode in una delle sezioni più celebri del repertorio dei Genesis: Apocalypse in 9/8. È una delle canzoni più ambiziose e apprezzate dei Genesis, non solo per la complessità musicale ma anche per la potenza emotiva che riesce a trasmettere.
Invisible Touch
Spostandoci negli anni ’80, Invisible Touch rappresenta il lato più pop e accessibile dei Genesis. Questo brano è stato il loro più grande successo commerciale, raggiungendo la vetta delle classifiche americane. Con un ritornello accattivante e una produzione pulita e moderna, Invisible Touch dimostra la capacità della band di adattarsi ai cambiamenti del mercato musicale, pur mantenendo una forte identità sonora.
Land of Confusion
Land of Confusion è uno dei brani più famosi dell’era Phil Collins come frontman, con un messaggio politico e sociale. La canzone critica la situazione geopolitica degli anni ’80, e il video, con marionette satiriche che raffigurano leader politici, è diventato iconico. Musicalmente, il brano è energico, con una linea di basso incisiva e un potente coro che ne fanno uno dei punti di forza dell’album Invisible Touch.
Mama
Mama è una delle canzoni più cupe e drammatiche della discografia dei Genesis. Il brano è costruito su un groove pesante e minaccioso, con una batteria elettronica che crea un’atmosfera tesa. La performance vocale di Collins è eccezionale, piena di pathos e inquietudine. Il brano esplora temi di desiderio e ossessione, ed è ricordato per la risata inquietante di Collins nel ritornello.
The Lamb Lies Down on Broadway
Il brano che dà il titolo all’ambizioso concept album The Lamb Lies Down on Broadway rappresenta un punto di svolta nella carriera dei Genesis. La canzone unisce la narrazione surreale di Peter Gabriel con melodie pop e arrangiamenti complessi, catturando perfettamente il tono onirico e bizzarro della storia di Rael, protagonista dell’album. È uno dei brani che meglio sintetizza il mix di teatralità e maestria musicale della band.
Follow You Follow Me
Follow You Follow Me segna il passaggio dei Genesis verso canzoni più semplici e accessibili. Questo brano rappresenta la loro prima vera hit commerciale e introduce un lato più romantico e delicato del loro sound. La canzone è una ballata dolce e melodica, con una struttura relativamente semplice rispetto alle loro precedenti composizioni, ma è riuscita a catturare il cuore del grande pubblico, aprendo la strada al successo degli anni ’80.
Turn It On Again
Un altro brano che ha definito il periodo pop-rock dei Genesis è Turn It On Again, una canzone ritmica e vivace caratterizzata da un tempo dispari, che la rende musicalmente interessante nonostante la sua accessibilità. Il brano ha un’energia trascinante e parla del desiderio di fuggire dalla monotonia della vita quotidiana attraverso i media. È diventato uno dei pezzi forti dei concerti dal vivo, grazie alla sua immediatezza e potenza.
I Can’t Dance
I Can’t Dance è una delle canzoni più conosciute e ironiche dei Genesis. Con un ritmo funky e un testo che gioca sul tema della goffaggine e della non conformità agli standard di bellezza, la canzone mostra il lato più leggero e scherzoso della band. Il video che accompagna il brano, con Phil Collins che imita modelli pubblicitari e star di Hollywood, ha ulteriormente contribuito al successo di questa hit, facendola entrare nel cuore di un pubblico vasto.
In conclusione
Ogni canzone di questa lista rappresenta un momento unico nella carriera dei Genesis, testimoniando la loro continua evoluzione musicale. La carriera dei Genesis è un viaggio attraverso i mutamenti musicali e culturali di quattro decenni. Partiti come pionieri del rock progressivo, hanno saputo reinventarsi come una delle band pop rock più popolari al mondo. La loro capacità di evolversi, di cambiare stile senza perdere la propria identità, è uno dei motivi del loro successo duraturo.
Con membri che hanno avuto anche carriere soliste di grande successo, come Peter Gabriel e Phil Collins, i Genesis restano un punto di riferimento sia per i fan del prog sia per il grande pubblico. Il loro impatto va oltre i dischi venduti: hanno influenzato generazioni di musicisti e continuano a essere apprezzati da milioni di ascoltatori in tutto il mondo.